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·5 Juli 2025
Brescia riapre le porte del Rigamonti: il gesto simbolico che segna la fine dell’era Cellino e l’inizio di una nuova avventura

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·5 Juli 2025
Il lucchetto tagliato al cancello dello stadio Rigamonti non è solo un atto pratico: è il simbolo di una rinascita per Brescia e per il suo popolo calcistico, dopo mesi di incertezza e silenzi. Ora il futuro passa nelle mani di Pasini e della Feralpisalò.
Dal tardo pomeriggio di ieri il Comune di Brescia è tornato in pieno possesso dello stadio Mario Rigamonti. I tecnici di palazzo Loggia hanno infatti rotto i lucchetti e aperto il cancello del varco uno dell’impianto, dopo che nessuno del Brescia Calcio si è presentato a restituire le chiavi in seguito alla revoca della concessione al club che Massimo Cellino ha abbandonato al proprio destino e che ieri la Figc ha ufficialmente dichiarato escluso dai campionati professionistici.
Il Rigamonti riapre i suoi cancelli. Non solo fisicamente, ma anche simbolicamente. Dopo settimane di attesa e tensione, un fabbro è stato chiamato a tagliare i lucchetti dello stadio di Mompiano, per restituire ai cittadini di Brescia uno dei luoghi più rappresentativi della loro storia sportiva e identitaria. È il gesto che segna, in modo inequivocabile, la fine dell’era Cellino e l’inizio di una nuova pagina per la città e il suo calcio.
L’addio a Cellino: “Ha cancellato 114 anni di storia” La scena, immortalata da fotografi e testimoni, si è consumata in un clima di liberazione. Le chiavi dello stadio non sono mai state restituite da Massimo Cellino, ex presidente del Brescia Calcio, che ha di fatto lasciato il club senza squadra e senza un futuro sportivo. L’assessore allo Sport, Alessandro Cantoni, ha descritto l’accaduto con parole nette:
«Non è un atto di forza, ma un atto di giustizia. Cellino ha cancellato 114 anni di storia. È tempo di voltare pagina».
La sua affermazione sintetizza un sentimento condiviso da gran parte della cittadinanza e dei tifosi: un misto di amarezza per il recente passato e di speranza per ciò che potrà nascere da queste macerie sportive.
Il nuovo capitolo: il progetto Feralpisalò e il ritorno del calcio a Brescia Il futuro del Rigamonti e della passione calcistica bresciana passa ora attraverso l’impegno di Giuseppe Pasini, presidente della Feralpisalò, pronto a trasferire la sua squadra a Brescia e a riportare il calcio professionistico allo stadio cittadino. Con il trasloco in arrivo, Brescia si prepara ad accogliere la Serie C, nella speranza che questo sia solo il primo passo verso una rinascita più ambiziosa.
Pasini, da sempre legato al territorio, rappresenta una figura rassicurante e rispettata, in grado di garantire stabilità e serietà dopo anni segnati da controversie, retrocessioni e una gestione che ha lasciato la piazza delusa e orfana di un progetto credibile.
Un gesto dal forte valore simbolico La riapertura dei cancelli e la sostituzione dei lucchetti non sono stati semplici atti burocratici. Hanno incarnato un senso di riscatto e di orgoglio collettivo. La città di Brescia riappropriandosi del Rigamonti si è simbolicamente ripresa anche il diritto di sognare, di credere nello sport come veicolo di appartenenza e identità.
Il Rigamonti torna così ad essere un luogo di sport, emozioni e comunità, lasciandosi alle spalle una fase storica segnata da tensioni e declino.
Prospettive e obiettivi futuri Nei prossimi giorni saranno definiti i dettagli operativi del passaggio, ma una cosa è certa: il calcio a Brescia non è finito. Anzi, il taglio di quel lucchetto ha dato il via al primo passo verso un nuovo inizio. L’obiettivo a lungo termine non può che essere il ritorno ai massimi livelli, ma per ora la priorità resta quella di ridare dignità e continuità a una piazza che il calcio lo vive con passione autentica.
Il nome di Cellino rimarrà legato a uno dei momenti più difficili della storia calcistica bresciana. Il nome di Pasini, invece, potrebbe rappresentare la speranza di un futuro diverso. Il Rigamonti, intanto, ha riaperto le sue porte.
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