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·25 Desember 2024
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Il meglio dell’anno in una serie di frasi. Tra previsioni azzeccate, sbagliate, ricordi e polemiche. Ecco il mese di dicembre.
Borja Valero: «La Fiorentina? É un momento d’oro. La speranza di tutti noi legati a questa maglia e a questi tifosi è che duri il più possibile. L’importante sarà avere equilibrio e tanta testa fino alla fine. Poi sognare non costa nulla».Giancarlo Antognoni: «Firenze è speciale. Lo coccolerà e adotterà, come ha fatto con me. Edo Bove è già entrato nel cuore della città. Il resto lo faranno la famiglia, gli amici, la fidanzata, i compagni di squadra».Daniel Bertoni: «Certo, la Fiorentina è una squadra completa, con un allenatore che si adatta a diversi sistemi e un attaccante che segna come Kean. Qualunque sarà il risultato a fine anno, spero davvero che quel giorno a festeggiarlo in campo ci sia Bove».Lautaro Martinez: «Mi sento un robot? A volte sì, a volte no: riposare mi piace poco, ma a volte le gambe non rispondono, a volte è la testa che non va. Le due cose devono essere collegate e bisogna essere bravi a gestirsi. L’importante, anche quando le cose non riescono come vuoi tu, è dare sempre il 100 per cento. Questa è una cosa che mi porto dentro e cerco di trasmetterla alla squadra da capitano».Marco Materazzi: «L’Inter penso che sia una candidata seria, ha tutti i mezzi per vincere lo Scudetto anche se ci sono tante squadre quest’anno come il Napoli che anche se Conte non lo vuole ammettere, per me è la principale candidata».Dario Marcolin: «Spiego meglio: soprattutto dopo aver vinto lo scudetto, Simone si sente proprio la squadra addosso. Oltre alla tecnica e alla tattica, il pregio è aver contaminato tutti con il proprio pensiero. E poi basterebbe soffermarsi sul linguaggio del corpo, sono dettagli di cui mi accorgo avendo fatto l’allenatore: lui è sempre sereno, concentrato ma sereno, grazie alla forza di ciò che ha costruito assieme alla società. Negli anni sono stati mandati via alcuni giocatori che mugugnavano, da Perisic a Brozovic, e i dirigenti gli hanno regalato un gruppo sano, poi lui fa remare tutti nella stessa direzione. Per questo me lo aspetto ancora a lungo su quella panchina, le sue radici solide dureranno anni. Perché cambiare?».Ottavio Bianchi: «Gasperini e Inzaghi? Più che altro, mi piace fare notare il rispetto che hanno i giocatori nei loro confronti. Parlo di rispetto, non di bene o affetto: quello è secondario e non sempre necessario. Mi riferisco alla loro capacità di indicare un orizzonte che tutti seguono con fiducia: l’Atalanta è sempre impetuosa, l’Inter più saggia. E la longevità dei due allenatori è meritata…».Angelo Peruzzi: «Chi vince lo scudetto? Non so. Posso dire che Antonio Conte ha una fede dentro che fa la differenza».Mimmo Criscito: «Thiago è una persona leale. Un uomo vero. Se ti deve dire qualcosa, ti parla in faccia, senza troppi giri di parole. Una dote che apprezzo, anche se talvolta forse non è sempre bello. Però lo abbiamo visto quest’anno: quando ad esempio c’era da dire che un giocatore importante non rientrava nel suo progetto tecnico, come accaduto con Chiesa, lui lo ha fatto».Arrigo Sacchi: «Motta vuole raggiungere il successo attraverso il gioco, sta insegnando questo alla squadra ed è ovvio che abbia bisogno di tempo per far arrivare i suoi concetti. A lui le idee non mancano, così come non manca il coraggio per far sì che si trasformino in realtà. Forse ha esagerato con le lezioni, all’inizio della stagione, e allora è andato incontro a qualche problema».Chicco Evani: «Il suo talento non è in discussione. Il problema è che finora si è acceso e spento troppo frequentemente. Leao può fare la differenza e per gli avversari diventare immarcabile».