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·14 Juli 2025
14 luglio 1987, il giorno di “Maradona all’Ascoli”: ma è Hugo, non Diego

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Quando l’Italia scoprì un secondo Maradona: Hugo, il fratello di Diego, all’Ascoli È il 14 luglio 1987. Il calciomercato vive giornate febbrili e, in un clima acceso di trattative e colpi di scena, fa notizia un trasferimento destinato a generare molta curiosità: Maradona va all’Ascoli. Ma non è Diego, il fuoriclasse appena incoronato campione d’Italia col Napoli. È suo fratello minore, Hugo. Il piccolo di casa è morto a 52 anni, nel 2021. L’uomo viveva nella zona Flegrea, a Monte di Procida, provincia di Napoli: è deceduto nella sua abitazione in seguito a un arresto cardiaco. La morte è avvenuta un anno dopo a quella del fratello Diego, avvenuta il 25 novembre 2020.
Quella che a prima vista poteva sembrare una suggestione estiva diventa una delle operazioni più singolari e discusse di quel calciomercato. Diego Maradona ha appena scritto la storia del Napoli portando il primo Scudetto sotto il Vesuvio e, forte di un potere contrattuale mai avuto prima, pone al club una condizione precisa: sistemare anche il fratello minore, Hugo, all’interno del calcio italiano, riporta Sky sport.
Il Napoli, consapevole dell’importanza simbolica e personale del gesto per il proprio leader, si attiva. L’obiettivo è chiaro: trovare una squadra di Serie A pronta ad accogliere il giovane Hugo Maradona, 18 anni, trequartista dell’Argentinos Juniors.
Il tentativo con il Pisa e la beffa Dunga I primi contatti si registrano con il Pisa di Romeo Anconetani, che all’epoca ha una casella libera per il secondo straniero. L’affare sembra in dirittura d’arrivo, ma dietro le quinte si consuma un colpo di scena: Anconetani sta segretamente trattando il prestito del brasiliano Dunga con la Fiorentina. Alla fine, è proprio il futuro campione del mondo ad accasarsi in Toscana, soffiando l’ultimo slot disponibile a Hugo Maradona.
L’intervento lampo di Moggi e la soluzione Ascoli A quel punto il tempo stringe: siamo alla vigilia della chiusura del mercato. Luciano Moggi, braccio destro di Corrado Ferlaino, si muove con urgenza e individua nell’Ascoli del presidente Costantino Rozzi la soluzione più praticabile. In poche ore, in un hotel di Milanofiori, chiude un accordo a tre vie: il Napoli acquista Hugo Maradona per circa 300.000 dollari dagli Argentinos Juniors, per poi girarlo in prestito all’Ascoli.
A completare l’operazione, il club marchigiano riceve anche i prestiti di due giocatori del Napoli, Carannante e Celestini. In cambio, Napoli ottiene qualcosa di più sottile ma cruciale: la gratitudine del suo fuoriclasse, Diego.
L’esordio in Serie A e lo storico incrocio tra fratelli Hugo Maradona realizza così il sogno di giocare nel massimo campionato italiano. Ma la sua esperienza all’Ascoli sarà breve e modesta: 13 presenze, nessun gol, solo tre volte in campo da titolare. Il tecnico Ilario Castagner, impegnato nella lotta salvezza, preferisce spesso affidarsi a formazioni più equilibrate.
C’è però un momento che entra nella storia. È la seconda giornata di campionato: Napoli-Ascoli 2-1, al San Paolo. Hugo entra in campo al 58’, raggiungendo per la prima (e unica) volta suo fratello Diego su un prato di Serie A. Una manciata di minuti condivisi in campo, un incrocio simbolico tra destini lontani, ma uniti dal sangue e dal calcio.
Una parabola fugace ma romantica L’avventura italiana di Hugo Maradona non lascerà il segno dal punto di vista tecnico, ma rappresenta uno dei capitoli più singolari e romantici della storia del nostro calcio. Dietro la sua presenza all’Ascoli c’è una famiglia, un campione immenso, un calcio che, pur tra mille limiti, sapeva ancora concedersi un gesto d’affetto verso il proprio idolo.
Hugo proseguirà la sua carriera in Giappone, Spagna e in Sudamerica, ma quel 14 luglio 1987 resterà per sempre il giorno in cui “Maradona arrivò in Serie A… ma non era Diego”.