Zanetti: "Concentrati solo su noi stessi, giochiamo con lucidità per raggiungere la nostra impresa" / VIDEO | OneFootball

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·23 mai 2025

Zanetti: "Concentrati solo su noi stessi, giochiamo con lucidità per raggiungere la nostra impresa" / VIDEO

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Verona - Le dichiarazioni dell'allenatore gialloblù Paolo Zanetti, rilasciate oggi alla vigilia di Empoli-Hellas Verona, match valido per la 38a giornata di Serie A Enilive 2024/25, in programma domenica 25 maggio alle ore 20.45, allo stadio 'Castellani - Computer Gross Arena'.

Forse è una delle poche volte che tutti i giocatori sono a disposizione, tranne Harroui. L’assenza di questo giocatore quanto ha condizionato la fase offensiva? “Harroui è un giocatore su cui puntavamo tanto e intorno al quale pensavamo di poter costruire qualcosa. Ha le qualità per fare da collante tra centrocampo e attacco. Nelle sue corde ha gol, assist, ed è bravo nella fase di non possesso. Ci è mancato, è chiaro, ma ci siamo anche abituati a non averlo a disposizione. Speriamo che in futuro l’Hellas se lo possa godere. Per la partita contro l’Empoli abbiamo però alcune situazioni da valutare. Montipò ha un problema muscolare e mi sento di dire che è a rischio per la partita. È un ottimo portiere. Invece Daniliuc ha l’influenza, e anche lui è da capire se ci sarà”.


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Che Empoli troverai rispetto all’andata? “L’Empoli è una squadra con una identità ben chiara, fatta di furore agonistico, corsa, fisicità, verticalizzazioni e dispone anche di ottime individualità”.

Come si fa a rimanere concentrati sul campo quando le orecchie sono ovviamente rivolte alle altre gare? “Sono stato spesso, da giocatore e allenatore, dentro queste situazioni. Dobbiamo concentrarci su noi stessi, rimanendo lucidi e mettendo in campo tutto quello che abbiamo da dare. Insomma, dobbiamo fare del nostro meglio senza pensare agli altri. Questo errore lo abbiamo fatto magari in passato e non è andata bene. La squadra però è cresciuta nel frattempo dal punto di vista agonistico, in funzione della caratura degli avversari incontrati. Dobbiamo star dentro una partita di grande valenza per noi e dobbiamo tornare a casa con la salvezza”.

Cosa significherebbe per te questa salvezza? Sembra un cerchio che si chiude… “Io ho un obiettivo, quello di salvare l’Hellas. Per me è un sogno, un onore. Ho dovuto combattere tanto per giocarci questo obiettivo e adesso siamo a solo un punto di distanza. È nelle nostre corde. Ma è chiaro che anche di fronte abbiamo una squadra che si gioca tanto. È una partita difficile. Ma la nostra è una squadra pronta, che percepisce il momento, che sa che deve essere dentro alla partita di domenica”.

Una sfida cruciale in cui il Verona può bastarsi da sè. La squadra magari si sentiva già salva? “Bisogna guardare alle prestazioni. Quando ci siamo sentiti fin troppo tranquilli, non abbiamo avuto la forza di chiuderla. Contro il Como, invece, un avversario più forte di noi e sicuramente in forma, abbiamo messo in campo una prestazione diversa. Io sono soddisfatto per come questi giocatori abbiano rimesso in piedi la partita, provando anche con alcune occasioni a vincerla. L’atteggiamento è tornato ad essere quello che conoscevo. Ci presentiamo pronti, senza alibi e con un margine che ci siamo costruiti col lavoro. Dobbiamo andarci a prendere questa salvezza”.

Dobbiamo aspettarci un Verona più attendista o aggressivo? Si potrebbe pensare a Suslov a supporto di una punta unica? “Non sarebbe giusto oggi scoprire le carte. In queste partite deve andare in campo chi sta meglio, non vanno fatti calcoli a priori. Dal punto di vista individuale conta solo la squadra, e la sua performance, non i singoli. La valutazione quindi si baserà su chi sta meglio, e su chi gioca con maggiore lucidità. Ma sento di dire che anche chi entra è importante, anzi forse di più. E questo lo ha dimostrato il cambio di Lazovic. Chi entra deve essere pronto a risolvere le cose, perché le partite durano 95 minuti e spesso, nei secondi tempi, si decidono le sorti di una squadra”.

Partite così le vincono i grandi gruppi. Questo è un gruppo che può vincere questa battaglia? “È un gruppo che ha dovuto superare insieme tante difficoltà. Per arrivare a questo punto, infatti, abbiamo superato difficoltà, forse anche preventivabili. A un certo punto sembrava quasi una salvezza conquistata, ma siamo caduti dentro problemi, forse più di natura mentale. Ora dobbiamo superare questo momento insieme. Ma dobbiamo essere un gruppo vincente, altrimenti rimarremo solo un gruppo”.

Sono tanti i giocatori che sono mancati, spesso per infortuni o sfortuna. Chi è il giocatore che potrebbe fare la differenza in questa partita? “Fare il nome finirebbe per caricarlo di troppe responsabilità. Ci sono giocatori in credito con la sfortuna, che hanno sempre dato tutto con il loro atteggiamento. Sarei contento se questi giocatori fossero protagonisti in una gara del genere perché sono sempre il traino del gruppo, un gruppo formato da gregari e pochi leader caratteriali. Questi leader nelle difficoltà però tengono insieme il tutto, insieme al mister e al direttore sportivo. Spero per questi giocatori che sia una bella giornata, anche dal punto di vista personale. La nostra squadra, tranne a Udine con Duda, non ha mai vinto una partita grazie a un singolo. Abbiamo sempre lavorato sul concetto di squadra, reagendo come squadra. Il singolo diventa protagonista solo in funzione del lavoro di squadra. Questo è un gruppo che è stato spremuto, ed io ho scavato dentro per portare a casa il risultato finale”.

Quanto è importante la vecchia guardia in partite come queste? “Parliamo di persone fondamentali con le quali ci sono anche discorsi contrattuali, che conosciamo. Metto dentro a questo gruppo anche Coppola. Sono ragazzi dal cuore gialloblù, che trasmettono questo anche agli altri ragazzi che vengono dall’estero, di altre culture, nazioni, campionati e devono capire, appena arrivati, dove siamo e che cosa rappresentiamo. Domenica non andiamo solo a giocare a calcio, perché domenica rappresentiamo una città, una tifoseria, uno stemma e dei colori. Sono principi importanti, da vivere al 100% in questo sport. Per andare oltre l’ostacolo, è importante sentirsi dentro alla partita. I ragazzi della vecchia guardia hanno fatto sempre capire cosa significa giocare e vincere per l’Hellas”.

Che settimana è stata quella di Tengstedt e Mosquera? “A questi due ragazzi mancano i gol, ma hanno un carattere molto equilibrato, freddo. Vengono al campo e lavorano per crescere ogni giorno. Non subiscono particolarmente questa pressione. Ogni partita è a sé e tutti possono essere decisivi da un momento all’altro. Su Tengstedt c’è stato un aspetto fisico su cui sicuramente possiamo dargli alibi. Tengstedt può essere decisivo, lo sa fare, ma deve star dentro l’intensità di gioco, dentro una partita di livello alto. Serdar sta crescendo in termini di intensità, così come Suslov e Duda. Tutti questi giocatori hanno avuto bisogno di tempo. Vediamo quindi se Tengstedt partirà dall’inizio o arriverà in rincorsa. Mosquera sa arrangiarsi bene, sa crearsi occasioni da gol. È una squadra che andata a gol con molti giocatori”.

Mister, come arriva lei a questa partita? “Io sono carico, pieno di energia, perché lavoro per un obiettivo. Abbiamo un obiettivo vicino e abbiamo tutta l’energia per raggiungerlo. Sono arrivato a questo finale ma ho ancora tanto da dare. Mi sento bene”.

Ha dichiarato che Verona è un posto davvero bello, estendi questo alla dirigenza? “L’ambiente deve essere valutato anche fuori dal campo. C’è tutto per lavorare bene. C’è un pubblico da Champions League, uno stadio meraviglioso, un centro sportivo dove poter lavorare senza pressione. C’è tutto per fare bene, c’è il giusto stimolo. Penso di essere uno che nelle difficoltà dà il suo meglio, odio i posti piatti e qua le emozioni non mancano mai. È stato un anno di lavoro intenso, difficile, che ci ha fatto crescere tanto e che deve essere valorizzato con un grande risultato sportivo”.

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