Juventusnews24
·28 novembre 2024
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La partita contro l’Aston Villa ha confermato come il ruolo di nove non sia propriamente quello di Timothy Weah, anche se la sua prestazione ha lasciato la sensazione che più di così non avrebbe potuto fare.
Thiago Motta gli chiede un lavoro dispendioso, lui si applica e prova a dar fastidio alla difesa inglese. Fatica a uscire dalla morsa di Cash, Diego Carlos e Pau Torres, non affonda perché non ha modo, ma sembra tutto in linea con le richieste del tecnico bianconero. Ha una sola occasione nel primo tempo, ma il pallone calciato col destro non si abbassa a sufficienza.
Heat-Map di Weah in Aston Villa-Juve (Sofascore)
Si è calato in un nuovo ruolo, non suo, e ha provato a creare qualcosa o meglio, dare profondità alla squadra. Le sue parole a fine partire ai microfoni UEFA evidenziano in maniera perfetta le difficoltà riscontrate durante tutta la partita: «La Juventus vuole sempre vincere, anche su un campo così difficile, ma alla fine ci accontentiamo di portare a casa un punto anche perchè l’Aston Villa si è dimostrata una squadra complicata da battere, mi ha colpito molto il loro livello. Adesso torniamo a casa cercando di guardare agli aspetti positivi di questo pareggio».
Poco servito dai compagni, come riportato dai dati di Sofascore, in 90 minuti ha toccato 30 palloni con una precisione del 96% (un solo passaggio sbagliato). Due passaggi chiave e un tiro, terminato alto sopra la traversa. Un dribbling tentato e non riuscito. Tre contrasti a terra vinti su 6 totali, due volte pescato in fuorigioco e un cartellino giallo, forse eccessivo.
Nonostante lo sforzo del calciatore statutinese e il suo contributo alla causa in un momento delicatissimo, la partita del Villa Park evidenzia quanto sia indispensabile per la Juventus un centravanti “vero”.