Calcionews24
·7 février 2025
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Dopo il silenzio che aveva caratterizzato la vigilia dell’ultimo match giocato (e poi pareggiato per 1-1) dal Torino contro l’Atalanta in Serie A, questo pomeriggio Paolo Vanoli è tornato a parlare in conferenza stampa. Il mister di Varese l’ha fatto a poco più di 24 ore dalla sfida – in programma domani alle 20e45 – che vedrà i suoi effettivi affrontare tra le mura amiche il Genoa di Patrick Vieira.
Bene, come ampiamente prevedibile, a fare da padrone alla lunga intervista rilasciata dal tecnico granata dinanzi ai cronisti riuniti, è stata la sessione di calciomercato invernale appena conclusa. Più nello specifico, le attenzioni dell’ex Venezia sono state ‘attirate’ dal mancato acquisto del sostituto del lungodegente Duvan Zapata (ai box dallo scorso ottobre causa rottura del crociato). Ergo, il mancato arrivo all’ombra della Mole di una punta centrale nuova di zecca. Scelta questa appena citata, che aveva scatenato più di qualche lamentela e fatto sorgere numerosi interrogativi in seno alla tifoseria di fede sabauda.
Vanoli, che ha prima di tutto sconfessato le dicerie circa un suo presunto malumore figlio del lavoro confezionato dalla società di Via Viotti in salsa di trattative, ha quindi svelato quanto accaduto dietro le quinte negli ultimi giorni: «Una settimana fa, parlando col direttore (Davide Vagnati, ndr), gli ho detto: ‘Se non riusciamo ad arrivare ad un profilo importante – perché io voglio degli attaccanti importanti come Adams e Sanabria – allora lavoriamo per rafforzare la rosa, perché abbiamo cambiato sistema di gioco». Prima di ribadire ancora: «Penso che sono stato chiaro e per questo mi dà fastidio quando leggo che sono irritato».
Insomma, senza troppi giri di parole Vanoli ha cercato tenere fede al mantra professato sin dal suo approdo nel capoluogo piemontese. Vale a dire la stoica volontà di cercare di ‘unire’ e ‘compattare’ l’ambiente torinese, ma senza mai venire a meno in quella naturale dose di schiettezza e sincerità evidentemente insite nel suo carattere. «Se devo dire come sono oggi, dico che sono concentrato e determinato» ha chiosato l’ex collaboratore tecnico di Antonio Conte.
Senza alcun dubbio, il posto vacante lasciato dal bomber mancato e mai arrivato in rosa (ad oltre 120 giorni dall’infortunio del colombiano numero 91) rimane un neo decisamente importante in sede di valutazione dell’operato del club di Urbano Cairo. E solo parzialmente colmabile dal nuovo schema di gioco (il 4-2-3-1) adottato dal Torino nell’ultime apparizioni stagionali; modulo che richiede appunto lo schieramento di un solo centravanti ‘puro’ sul rettangolo verde. Ancora una volta quindi, toccherà proprio a Paolo Vanoli cercar di far rendere al meglio che può quello che ha. L’inserimento in rosa nel minor tempo e nella miglior condizione possibile dei quattro innesti di gennaio: Casadei, Elmas, Biraghi e Salama, può rappresentare un primo, importante, punto di partenza.