Calcionews24
·31 décembre 2024
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Nel 2011 Simone Farina ha denunciato alla Procura un tentativo di combine in Serie B, gli avevano proposto di truccare un match per 200mila euro. Oggi è dg del Siena e su La Gazzetta dello Sport ragiona su quell’episodio che lo ha visto protagonista positivo e su altre vicende.
SE AVESSE ACCETTATO – «Beh, non starei ora a parlare con lei… Non mi sono mai pentito. Certo, mi avevano offerto più soldi di quelli che guadagnavo in un anno. Ma io avevo un sogno, fare il calciatore: c’ero riuscito con fatica e sacrificio, arrivando in B a 29 anni e dopo tanti infortuni. Ero felice. Perché mai avrei dovuto tradire il mio sport? Sono rimasto incredulo, c’erano già stati i primi arresti a Cremona. Però ho detto no a una combine, mica sono un eroe. Semmai non ero preparato ai passi successivi. Mi sono ritrovato a insegnare, fare l’allenatore, stare a contatto con i ragazzi, conoscere i segnali per prevenire le combine e le scommesse clandestine. Ho studiato».
FAGIOLI E TONALI – «Non c’erano di mezzo le combine, per fortuna. Ma è una storia emblematica di come le scommesse possano fagocitare un calciatore. La ludopatia è una malattia subdola. Quando diventi compulsivo puoi incontrare gente senza scrupoli. E il danno d’immagine per il calcio è enorme, si perde la fiducia. In Inghilterra gli stadi sono pieni di famiglie: come fai a giustificare a un bambino che lo spettacolo visto era falso? Mai abbassare la guardia».
LA SITUAZIONE OGGI «C’è molta più consapevolezza dei rischi e dei comportamenti da evitare. Sul tema “integrità”, l’Italia sta lavorando bene ed è un percorso iniziato tanti anni fa con Abodi in B. Andammo nei ritiri delle 20 squadre per spiegare come denunciare qualunque comportamento sospetto. L’omertà era un tema reale, la squalifica per omessa denuncia quasi vista come il minore dei mali. Un ragazzo oggi ha molti più strumenti per non cadere intentazione».
IL SIENA – «Quando sono arrivato non c’era nulla. Ma avevo voglia di tornare a respirare l’aria dello spogliatoio. Subito promossi in D, il difficile viene ora: puntiamo ai playoff. Sono orgoglioso del settore giovanile rifondato da zero. Ora abbiamo oltre 100 ragazzi».