Calcionews24
·23 août 2025
Sassuolo Napoli: le tre cose che non hai notato del match di Serie A

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·23 août 2025
Il 2-0 del Napoli sul Sassuolo è un risultato che, a prima vista, racconta una storia semplice: i campioni d’Italia hanno imposto la loro legge, trascinati dalla classe dei loro fuoriclasse. Ma dietro la cronaca di una vittoria netta, si nascondono dettagli, sfumature e piccole storie che svelano molto di più sulla reale identità delle due squadre. L’esordio in campionato è un laboratorio a cielo aperto, e analizzando la partita con la lente d’ingrandimento, emergono tre particolari che, forse, vi sono sfuggiti.
1. Il paradosso di Rrahmani: leader dietro, timido davanti. Amir Rrahmani è il pilastro su cui Conte ha ricostruito la solidità difensiva del Napoli, un muro invalicabile che anche contro il Sassuolo ha compiuto interventi decisivi, come la scivolata provvidenziale su Fadera nel finale. Eppure, questo leader difensivo nasconde un’insospettabile timidezza in area avversaria. All’11’, su un assist geniale di De Bruyne, si è ritrovato a calciare da posizione favoritissima, ma ha strozzato il tiro in modo goffo. È il paradosso di un giocatore fondamentale, un guerriero che in difesa non ha paura di nulla, ma che, quando si tratta di fare gol, mostra ancora le insicurezze di chi non si sente a casa propria. Per di più sul campo nel quale due anni fa, sotto la stessa porta, era andato a segno.
2. L’intelligenza “sporca” di Lorenzo Lucca. Spesso si giudica un centravanti solo dai gol. Ma la partita di Lorenzo Lucca racconta un’altra storia. L’ex Udinese non è un mostro di tecnica, e i suoi stop non sono sempre perfetti. La sua capacità, però, sta proprio nella consapevolezza di questo limite. Invece di intestardirsi in giocate complicate, ha lavorato con un’intelligenza tattica sopraffina, limitandosi a sponde semplici e appoggi all’indietro, venendo a giocare fin nella propria metà campo per aiutare la squadra. Un lavoro “sporco” ma preziosissimo, che ha aperto spazi per gli inserimenti dei centrocampisti e ha dimostrato una maturità tattica che va ben oltre la semplice finalizzazione. Anche se ovviamente gli si richiederà altro, data l’assenza di Lukaku.
3. Le due facce di Meret: presuntuoso con i piedi, incerto con le mani. La partita di Alex Meret è un piccolo thriller psicologico. Al 36′, ha rischiato un disastro, giocando un pallone con i piedi al limite della propria area e sfiorando la “frittata” sulla pressione di Pinamonti. Un eccesso di sicurezza, quasi di presunzione. Pochi minuti dopo, su un tiro non irresistibile di Muharemovic, ha mostrato un’incredibile incertezza, non riuscendo a bloccare un pallone apparentemente semplice. Sono le due facce di un portiere dal talento enorme, ma che a volte sembra peccare di concentrazione, quasi come se si sentisse più a suo agio nelle giocate complesse che in quelle ordinarie. Un dettaglio su cui Conte lavorerà sicuramente.