Calcio e Finanza
·4 août 2025
San Siro, non solo secondo anello: vincolo anche su 27 targhe celebrative

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·4 août 2025
Il vincolo della Sovrintendenza per l’interesse culturale e tutela storico-relazionale di San Siro non è solo sul secondo anello, che scatterà il 10 novembre prossimo, ma anche sulle targhe affisse da Inter e Milan sulla facciata esterna della tribuna rossa per ricordare i trofei internazionale conquistati nel corso della propria storia. Ventisette in totale, poste sulle rampe tra gli ingressi 226 e 228. Diciotto rossonere, nove nerazzurre.
Come riporta l’edizione odierna de Il Corriere della Sera-Milano, i due club rispettano questa tradizione dal 1963, prima Coppa dei Campioni vinta dal Milan, e l’hanno tenuta aggiornata fino al 2010, quando l’Inter sollevò il Mondiale per Club. Inoltre il 2 marzo 1980, il Comune ha affisso la targa forse più importante: «A Giuseppe Meazza. Espresso dal suo cuore generoso il popolo di Milano intitola questo glorioso stadio più volte illuminato dalle sue gesta di atleta».
Su queste targhe c’è quindi un’altra tutela già riconosciuta come automatica dalla Sovrintendenza archivistica ma rimasta confinata, almeno nel dibattito pubblico e politico, ai verbali delle sedute della Commissione regionale per il patrimonio culturale (tra 2020 e 2023), pur richiamati dalla sentenza del Tar contro il Comune, che ne aveva impugnato l’esito.
Secondo la Soprintendenza archivistica, e l’ultimo ricorso dell’avvocato Veronica Dini per i comitati, la serie di targhe rendono la tribuna Ovest un «archivio pubblico esposto». «Archivio» in quanto «sistema organizzato di documenti che attestano la vita e il funzionamento di un soggetto produttore». «Pubblico», anche se realizzato da soggetti terzi come le squadre. «Esposto», sottocategoria dai vasti confini che vale dalle incisioni antiche fino alle insegne dei negozi.
Secondo il Codice dei beni culturali, un «archivio pubblico» lo è dalla sua nascita e non può essere né distrutto (demolito) né smembrato (con le targhe affisse altrove) né alienato (in quanto patrimonio demaniale). Tale tutela, seppur silenziosa, rende ancora più ripida la scalata di Palazzo Marino verso la vendita ai club. Sull’iter già pesano i contenziosi sui vincoli: di interesse culturale, negato al primo anello ma al centro del dibattito per il secondo, con annessa polemica sulle date di costruzione (settembre o novembre 1955) che farebbero scattare il pre-requisito dei 70 anni e che Comune e squadre vogliono anticipare.
È, infine, quella più incisivo legato al vincolo storico-relazionale, che riguarda l’intera struttura (terzo anello incluso), finora negato dalla Sovrintendenza ma sollecitato dalla Commissione regionale. Tutte criticità che espongono l’eventuale cessione all’impugnazione. Ma intanto il sindaco Giuseppe Sala vuole procedere con l’iter di vendita che riprenderà a settembre, dopo un momento di pausa dovuto alle indagini sull’urbanistica che ha visto le dimissioni dell’assessore alla Rigenerazione urbana, Giancarlo Tancredi.