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·14 février 2025
Samp, Accardi: “Calciatori importanti avevano perso leadership. Pedrola, Coda, Tutino e Semplici: ecco come stanno le cose”
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·14 février 2025
Pietro Accardi, Direttore Sportivo della Sampdoria, ha parlato facendo il punto dopo la rivoluzione sul mercato. Di seguito quanto detto a Il Secolo XIX.
Accardi, un bel movimento a gennaio…«Alcuni cambi sono stati obbligati, vedi i portieri. Già Silvestri, che qui purtroppo ha avuto difficoltà, è stato un colpo estivo dell’ultimo giorno dovuto all’infortunio di Ghidotti. Che si è rifatto male a gennaio. Abbiamo preso Perisan, che si è fermato alla prima gara. E così ecco Cragno. Il dovere era essere tempestivi nel trovare soluzioni. L’obiettivo avere tre portieri di qualità. Anche sui difensori ci siamo mossi per sopperire all’emergenza. Per il resto, Semplici ci ha chiesto elementi adatti alla sua idea di calcio, e ci siamo mossi in quella direzione».Che idea si è fatto sul deludente rendimento del mercato estivo?«Condizionato da paletti. E comunque quanto ho fatto aveva entusiasmato tutti, all’interno e all’esterno. Chiaro, il campo è l’unico giudice. Potevano esserci mancanze, delusioni, ma non era una rosa che doveva lottare per salvarsi. Qualcosa all’interno non ha funzionato. Prendiamo Coda, a 3 goldal record assoluto di marcature in B, un top della categoria. O Tutino, che aveva richieste anche dalla A. Sfido chiunque a dire, ad agosto, che Coda e Tutino fossero dei problemi».E quindi?«Anche l’anno della B quando giocavo io nella Samp avevamo avuto difficoltà, in quel caso tanti di noi con parecchie stagioni di A alle spalle non erano riusciti a calarsi nella nuova realtà. Siamo andati a Nocera e ne abbiamo presi 4. In questo caso è diverso, i motivi sono altri. Rosa troppa ampia, tanti calciatori anche importanti che hanno perso un po’ di leadership e questo genera malcontento in un gruppo».E siete intervenuti lì?«Sì. C’era bisogno di freschezza. E personalità. Ne ho cercato di spiccate. Anche in estate il criterio era questo, Bellemo, Romagnoli e Venuti erano capitani nelle loro squadre… Ma non è bastato. Eranormale, nella situazione in cui ci troviamo, dover scavare all interno dei calciatori. Individuare chi volesse venire o restare per ribaltare questa situazione. Pedrola ha chiesto di cambiare aria e lo abbiamo accontentato. C’è bisogno di gente pronta alla causa. Così come c’è chi è voluto rimanere puravendo richieste, Depaoli, Coda, Venuti, Benedetti. Segnali forti per un ambiente in difficoltà. Parte tutto da atteggiamento, voglia, volontà».Sono arrivati tanti nuovi, ma la sensazione è che il budget fosse “controllato”.«Per me non esiste un problema “economico”. Non abbiamo fatto spese folli, ma sono abituato a pensare che siano le idee a fare la differenza, non i soldi. Ho portato avanti un mercato in maniera autonoma, libero di potere scegliere i calciatori più funzionali a Semplici. In condivisione con la proprietà. Avevamo individuato degli obiettivi, alcuni inizialmente non trattati dai loro club. Per questo si è perso del tempo. Ci voleva pazienza, abbiamo aspettato e li abbiamo presi, vedi Curto e Altare. Inpiù tutti i nuovi rappresentano presente e futuro: Niang rinnova in automatico in caso di pro-mozione ma il club ha anche una opzione libera a prescindere. Su Curto, Abiuso, Oudin, Sibilli e Beruatto c’è un diritto diriscatto. Su Altare diritto e obbligo. E tutti sono venuti con entusiasmo alla Samp in un momento complicato».Niang è partito col botto«Lo conosco bene, è uno che parla poco, ma quando parla è uno vecchio stampo, si espone sapendo di prendersi delle responsabilità. Un retroscena: già in estate il presidente Manfredi mi aveva detto di prenderlo, era un suo pallino. Lui ha portato freschezza e spessore nel gruppo, avevo bisogno di calciatori così. Se ne hai 2 o 3 poi arriva l’effetto booster».Sibilli e Oudin?«Sibilli è arrivato e sembrava fosse qui da sempre. Un allenamento e in campo. Oudin haqualità, ma negli ultimi tempi si è allenato poco in gruppo».Solo al centrocampo non siete intervenuti«Con il 3-4-2-1 i posti sono 2 e i profili con quelle caratteristiche li avevamo già. Perciòho cercato più mezzali offensive/trequarti. La mancanza di personalità non riguardava solo il centrocampo ma tutta la squadra, troppo fragile nei momenti di difficoltà. Yepes? Stiamo trattando il rinnovo da un paio di mesi e a oggi non c’è accordo, ma vorrei evidenziarela sua professionalità perché tanti in una situazione del genere si tirano fuori. Noi e lui faremo di tutto per rinnovare».La questione esodati?«A fine dicembre è stato comunicato che erano fuori da progetto e lista, scelta condivisa da me, club e allenatore».Lei ha il pugno troppo duro come dicono molti tifosi?«Non tutto quello che succede all’interno può venire fuori. Conoscendomi, sono stato anche troppo morbido. Io rispetto le critiche, dei media e dei tifosi. Fa parte del mio lavoro, come il non farmi condizionare. Io gestisco la parte sportiva, però poi c’è tutto un insieme di situazioni. Quando le cose non vanno non è responsabilità di una sola figura».Per molti è l’unico responsabile. Colpa sua se non è rimasto Esposito, se sono andati via Pedrola e Kasami…«Non è la prima volta che finisco sotto attacco, ma lo metto in conto perché mi piace determinare e chi determina si assume responsabilità. Il presidente probabilmente mi ha scelto anche per questo».Come mai non va più in panchina?«Premesso che a Empoli ci sono sempre andato, è una decisione che avevo già preso con l’arrivo di Semplici».Fa lei le formazioni, come si dice?«Sono un direttore incisivo, ma nel rispetto di ruoli e persone. Ho sempre avuto ottimi rapporti con tutti gli allenatori, amo confrontarmi con loro. Mai e poi mai mi sono permesso di imporre un calciatore, una formazione, un cambio. Il giorno che lo facessi, renderei poco credibile l’allenatore alla squadra e mi farei un autogol».Prospettive di classifica?«Adesso dobbiamo veramente dare continuità di prestazioni e di atteggiamento, di conseguenza di risultato. Focalizziamoci sulla prossima partita, ora Bolzano. Poi vedremo»