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Pagine Romaniste

·31 mai 2025

Roma, due anni dopo il tempo non è ancora ripartito

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Pagine Romaniste (A. Leopardi) – Ci sono istanti che restano nella mente dei tifosi. Che non possono andare via. E fanno male, a volte. I tifosi della Roma, in un certo senso, sono tutti rimasti a Budapest, con gli abbracci al gol di Dybala spezzati da quella lotteria dei calci di rigore. Con le lacrime di gioia trasformate in delusione. Una delusione che non passa.

Il gol Dybala ha fermato tutto ma, in realtà, non ha fermato nulla. Dal paradiso all’inferno, senza passare per il purgatorio: la Roma è rimasta lì. In quel parcheggio a discutere con Taylor. Con Mourinho unico parafulmine di una serata, a modo suo, storica. In quelle parole di Matic che, alla fine, rincuora proprio la Joya con una frase semplice ma sensata: “Questo è il calcio”. Un gioco che dà e toglie. E alla Roma ha più tolto che dato.


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Quella non era una semplice finale. Come se di finali la Roma ne facesse una ogni stagione. Era la finale: una partita da cui dipendeva il futuro. Un futuro che è rimasto oscuro e sempre uguale a un presente indefinito che ritorna quasi ogni stagione. La Roma quello step in avanti non lo ha mai fatto.

Per questi e altri motivi, la squadra che va in Europa League non sarà mai, per il tifoso, una brutta notizia. Lo è più per la dirigenza che deve far quadrare i conti senza i milioni della Champions. Forse il destino, però, ci mette il suo in questo: nell’anno in cui l’Italia ha cinque posti per l’Europa che conta, il club giallorosso arriva sesto. Quando ne ha quattro, arriva quinto. Sempre ad un passo. Come se quello, però, passasse inevitabilmente dalla conquista di questo trofeo.

Gasperini sa come si fa. Il sogno del tifoso coincide con l’unico trofeo conquistato dal tecnico di Grugliasco. Quando si dice il caso. In quanto certe storie non finiscono. E le lacrime non si asciugano con il tempo. Un tempo che non passa nella mente del tifoso. Non nelle lacrime di Dybala. Perché andare da Budapest a Istanbul è doveroso per chi, in cuor suo, è ancora sui seggiolini della Puskas Arena. A sperare con gli occhi lucidi e gonfi che quella partita vada ancora diversamente. A trasformare la delusione in Joya.

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