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Tommaso Cherubini·12 mars 2024

🧐"Resto a vita", poi si dimette: Sarri, i motivi della crisi con la Lazio

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Dopo due stagioni e mezzo ù finita, quindi, l’avventura biancoceleste del tecnico toscano, che ha pensato di essere arrivato a fine ciclo con la Lazio e di lasciare il club. “Se non succede qualcosa di clamoroso, mi vedo in un progetto a lunga scadenza. Voglio smettere alla Lazio”, aveva detto Sarri lo scorso aprile, oggi invece le dimissioni. Ma come si ù arrivati fino a questo punto?


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La stagione dei biancocelesti, infatti, ha vissuto nettamente piĂč bassi che alti, dimostrando fin dalle primissime uscite ad agosto che questa squadra – reduce da un 2Âș posto e al primo anno post-Milinkovic – aveva troppi problemi.


IL RAPPORTO SARRI-LOTITO E LA MANCANZA DI TARE

Oltre all’addio di Milinkovic, non ù da sottovalutare neanche quello del ds Igli Tare – i rapporti con Sarri si erano incrinati fino a un punto di non ritorno – ma il presidente Claudio Lotito non lo ha sostituito propriamente, scegliendo infatti Angelo Fabiani, una sorta di “prolungamento diretto” del volere del numero uno biancoceleste.

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Lotito all’inizio della stagione pensava di aver fatto un buon mercato, mentre Sarri in piĂč occasioni ha incolpato proprio la societĂ  per l’operato sul mercato come una scusante. “Non siamo attrezzati per quattro competizioni. Il mercato non l’ho fatto io: avevo chiesto A e mi trovo a lavorare con C e D”, aveva detto il tecnico dopo la sconfitta di Firenze di poche settimane fa.

“La rosa ù forte e competitiva. Sarri si assuma le sue responsabilità insieme alla squadra, invece di trovare sempre alibi”, era stata invece la risposta del patron biancoceleste sulle colonne de Il Messaggero.

Difficile lavorare bene e in sintonia con un clima cosĂŹ.


I PESANTI SFOGHI DI SARRI E UNO SPOGLIATOIO NON UNITO

Maurizio Sarri lo conosciamo bene, ù un personaggio diretto e senza peli sulla lingua. In questa stagione diverse volte si ù sfogato direttamente anche contro la sua squadra, magari con l’intenzione di provare a toccare i tasti giusti.

“Troppi giocatori stanno rendendo meno rispetto alla passata stagione, qualcosa ù successo. O la colpa ù mia o abbiamo perso di vista chi siamo”, aveva detto dopo la sconfitta per 2-1 contro la Salernitana a fine novembre.

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Oppure dopo la sconfitta a Bergamo contro l’Atalanta: “Se pensate che il problema sia io tirate fuori le p***e e andate da Lotito”, una frase riportata dal Corriere dello Sport e detta alla squadra negli spogliatoi post-Atalanta. Insomma, Sarri piĂč volte ha attaccato in maniera diretta o indiretta la sua squadra perchĂ© – secondo lui – doveva fare molto di piĂč.


I PROBLEMI DI CAMPO: DALLA DIFESA PERFORATA A IMMOBILE

Oltre al clima poco sereno che si Ăš instaurato fin dalle prime uscite stagionali intorno alla Lazio, quella biancoceleste Ăš rimasta una squadra con gravi problemi anche di campo che Sarri non Ăš riuscito a sistemare.

Da una difesa d’acciaio dello scorso anno con 30 gol subiti in 38 giornate, quest’anno siamo già arrivati a 31 in 28 giornate, una differenza abissale. Provedel ha parato leggermente meno, i centrali non sono riusciti a ripetersi ad alti livelli (Casale, per esempio, ma anche Romagnoli ha avuto diversi passaggi a vuoto) e in generale ù mancata sempre solidità in difesa.

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I problemi, perĂČ, non finiscono qui perchĂ© anche l’attacco non ha performato ai livelli della scorsa stagione. Immobile Ăš il primo a finire sul banco degli imputati, con 6 gol segnati fin qui in Serie A di cui ben 4 su rigore. E anche Castellanos, a parte qualche fiammata, non Ăš riuscito a dare quell’apporto che in tanti si aspettavano soprattutto quando Ăš mancato Ciro.

Rimane positiva la crescita di Isaksen – che comunque ha raccolto poco in termini di cifre – mentre anche Zaccagni eFelipe Anderson hanno abbassato i giri del motore rispetto alla scorsa brillante annata. Stesso discorso per Luis Alberto, apparso meno “protetto” e piĂč spaesato senza il gemello del centrocampo Milinkovic.

La Lazio, adesso, dovrĂ  prepararsi a cambiare marcia e ricominciare con un nuovo allenatore.