Calcionews24
·9 juillet 2025
PSG Real Madrid: tre cose che non hai notato della super sfida del Mondiale

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Il 4-0 con cui il Paris Saint-Germain ha demolito il Real Madrid in semifinale racconta di una superiorità tecnica, tattica e mentale quasi imbarazzante. Ma oltre la cronaca di un dominio assoluto, la notte del MetLife Stadium è stata un palcoscenico di episodi curiosi e momenti simbolici che hanno svelato l’essenza più profonda della partita. Dalla colonna sonora che ha accompagnato il crollo dei Blancos al gesto di frustrazione di un campione, fino al tributo finale di un giocatore al suo amico scomparso, ecco tre istantanee che raccontano la vera storia di una semifinale indimenticabile.
1. Il “Bernabéu” che si ammutolisce e il canto degli ultras del PSG. Dal 1′ al 90′. Sembra di essere al Bernabéu. Ci sono maglie bianche ovunque. Lo stadio è una marea madridista, che fischia il possesso palla parigino e incita i propri beniamini. Ma dopo i due gol subiti in otto minuti, quel boato si trasforma in un silenzio assordante. Con il passare dei minuti, l’unica colonna sonora della partita diventa il canto incessante degli ultras del PSG, che picchiano sui loro tamburi senza sosta. È l’inversione sonora del potere: il silenzio della delusione madridista viene sovrastato dal rumore della gioia parigina, un’istantanea perfetta del trasferimento di dominio avvenuto in campo.
2. La furia solitaria di Bellingham: il campione che si ribella al nulla. Per più di un’ora, Jude Bellingham è un fantasma. Annullato, frustrato, incapace di incidere. Poi, all’improvviso, un lampo d’orgoglio. La sua azione sembra quella di un uomo che finalmente si è svegliato. Prende palla a centrocampo, ignora i compagni e si lancia in una progressione solitaria e rabbiosa verso la porta, calciando con forza ma trovando la respinta di Donnarumma. Quell’azione non è un semplice tiro: è il simbolo della frustrazione di un campione che, di fronte all’impotenza collettiva, decide di fare la guerra da solo. Un gesto individualista che è la fotografia perfetta di un Real Madrid incapace di reagire come squadra. Un minuto dopo, Xabi Alonso lo sostituisce, non è proprio giornata.
3. L’esultanza per Diogo Jota: il tributo che chiude la partita. Sul risultato di 3-0, con la partita ormai in archivio, arriva il quarto gol. Lo segna Gonçalo Ramos, ma è la sua esultanza a catturare l’attenzione. Invece di celebrare in modo convenzionale, mima il gesto di giocare a un videogioco. Naturalmente c’è un perché: è un tributo al compianto Diogo Jota, suo compagno di nazionale, noto per la sua passione per i videogiochi e per celebrare i gol in quel modo. In una serata di dominio sportivo, l’ultimo gesto significativo è di affetto e memoria.