PianetaSerieB
·11 juin 2025
Perché i calciatori non possono scommettere: regole e sanzioni spiegate

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·11 juin 2025
Calcio e scommesse. Un binomio che, per chi sta fuori dal campo, è quasi inscindibile. Milioni di appassionati ogni settimana piazzano la loro puntata, analizzano quote, sperano nel colpo di fortuna. Ma per chi il calcio lo vive da dentro, da protagonista, la storia è molto diversa. I calciatori professionisti, infatti, si muovono in un campo minato quando si parla di betting, con regole ferree e divieti che non lasciano spazio a interpretazioni.
Non è un segreto che il tema sia delicato, tanto che diverse realtà, come l’azienda Gamblizard che analizza e recensisce piattaforme di gioco, spesso dedicano sezioni informative proprio alle normative e al gioco responsabile, sottolineando implicitamente quanto sia cruciale la trasparenza in questo settore. Ma perché questa netta separazione? Cosa rischia chi sgarra? È ora di fare un po’ di chiarezza su un argomento che tocca l’integrità stessa dello sport più amato al mondo.
La faccenda è semplice, senza troppi giri di parole: i calciatori professionisti (e spesso chi gli gira intorno, tipo dirigenti, tecnici, arbitri) non possono scommettere sul calcio. Punto. Non importa se è la partitella della domenica del campionato uzbeko o la finale di Champions. Il divieto è totale: risultato, gol, angoli, cartellini, tutto. Questa è la base che spiega perché i calciatori non possono scommettere sulla loro materia. Niente furbate, niente zone d’ombra. Il calcio giocato e quello scommesso, per chi è tesserato, devono viaggiare su binari separati. Chiaro, no?
Ma perché tutta ‘sta manfrina? Le ragioni sono serie, mica bazzecole. E toccano il cuore del gioco:
Quindi, la domanda perche i giocatori non possono scommettere ha una risposta chiara: per un calcio pulito, credibile, senza trucchi.
E chi sono i “vigili” di ‘sto sistema? Un bel po’ di gente, a dire il vero. A livello mondiale, FIFA e le varie confederazioni (tipo la UEFA da noi) dettano le regole del gioco. Poi, ogni nazione ha la sua federazione (la FIGC in Italia, la FA in Inghilterra) che ci mette del suo, spesso stringendo ancora di più le viti.
Questi enti possono indagare, raccogliere prove (spesso con l’aiuto della polizia e di agenzie che fiutano le scommesse strane) e mettere alla sbarra chi non rispetta le regole. Le indagini partono da soffiate, da movimenti sospetti sui conti gioco, o da chi si pente e confessa. Un lavoraccio.
Ma sorge un dubbio: i calciatori possono scommettere su altri sport? Di solito sì, a patto che non ci sia puzza di bruciato col calcio e che non usino informazioni riservate. Però, le regole cambiano da paese a paese, e qualche club o federazione potrebbe avere il braccino corto anche su questo, per non creare casini o distrazioni. Meglio non rischiare, per un professionista.
E se ti beccano con le mani nella marmellata, che succede? Le conseguenze possono essere pesanti. Dipende da quanto l’hai fatta grossa, che ruolo hai e cosa hai combinato (scommettere sulla tua squadra è da cartellino rosso diretto, per capirci).
Si parte da multe che fanno piangere a squalifiche lunghe mesi, a volte anni. Nei casi peggiori, tipo se hai truccato le partite, ti radiano. E non finisce lì: ci possono essere guai con la legge, se si entra nel penale per frode sportiva o roba simile.
Una carriera può andare in fumo così. Squalifica significa niente stipendio, immagine a pezzi, difficoltà a trovare un’altra squadra. La macchia delle scommesse te la porti dietro per sempre. Ecco perché, nonostante la tentazione, la maggior parte dei calciatori se ne sta buona, ben consapevole dei rischi.
Il messaggio è uno solo: il calcio deve restare un gioco pulito. E chi scende in campo ha il dovere di proteggerlo, anche solo dicendo no a una scommessa.