Calcionews24
·30 juillet 2025
Orsolini: «Resto a Bologna, non ho mal di pancia. Con Italiano ho un feeling speciale. E sulla Coppa Italia vi racconto questo»

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·30 juillet 2025
Il ragazzo dei sorrisi e dei gol pesanti, il simbolo di un Bologna che ha imparato a sognare in grande. Riccardo Orsolini, dopo una stagione che lo ha consacrato come leader tecnico ed emotivo della squadra, è al centro delle attenzioni del mercato, ma anche e soprattutto dell’affetto dei suoi tifosi. A dieci giorni dall’inizio del ritiro, l’esterno ascolano ha parlato con La Gazzetta dello Sport, un dialogo a cuore aperto in cui chiarisce la sua posizione sul futuro, racconta il suo rapporto speciale con Vincenzo Italiano e svela i segreti di un gruppo che, con la vittoria della Coppa Italia, è entrato di diritto nella storia del club.
SULLE VOCI DI MERCATO – «Sono tanti anni che sto qui, vuoi o non vuoi ti affezioni alla piazza, ai tifosi, come con una fidanzata con cui stai da molti anni e se ti ci lasci ti dispiace. Confermo: sarebbe un peccato».
LA SUA POSIZIONE SULL’ADDIO – «Quando mi avete visto serio in conferenza è che non volevo parlare della mia situazione, volevo evitare certi argomenti: quando parlo dico sempre la verità con schiettezza, bella o brutta che sia, e così oggi le dico che non ho mai espresso la volontà di andare via, alla società e tantomeno al mio entourage. Ho detto solo che se eventualmente dovessero verificarsi offerte concrete prima bisogna passare dalla società e poi se dirà sì allora la palla passerà a me. Non fasciamoci la testa. Telefonate ce ne sono state ma…».
LA VOLONTÀ DI RIMANERE – «Io non voglio mettere punti interrogativi, creare situazioni ambigue: ho il piacere di rimanere, non ho mal di pancia, non ci sono frizioni, sto bene qui. Di Vaio ha detto che sul mercato può accadere di tutto tranne che per me? L’ha detto un esponente del club, quindi è un attestato di stima notevole. Ma lo sappiamo: il calciomercato è folle, gli ultimi giorni sono una centrifuga. Però ripeto: Orsolini non sta a fare le guerre per andare via».
COSA POTREBBE FARGLI CAMBIARE IDEA – «Queste cose sono scelte personali, come per Beukema: ci può essere ambizione a palcoscenici top, voler cambiare aria, il fascino dell’estero, la questione economica, oppure famigliare. Tanti fattori possono entrare nelle valutazioni. Quando ci si troverà davanti alla situazione, e se, si rifletterà. Faccio il professionista sì, ma sono legato indissolubilmente a Bologna».
PERCHÉ È COSÌ AMATO DAI TIFOSI – «Mi fa enormemente piacere l’affetto che vedo. E non sono solo i tifosi del Bologna: quando vado in giro anche altrove accade, avrò la faccia da schiaffi, simpatica… La spiegazione? Forse è l’elogio della normalità: penso di essere una persona normale in un mondo che da fuori sembra poco normale. Cerco di essere me stesso sempre: ed è questo forse che piace alla gente, che ci avvicina».
ITALIANO É IL MIGLIORE – «Per me sicuro, visto il livello realizzativo raggiunto lo scorso anno che mi ha anche ridato la Nazionale. La prima volta che l’ho visto ho pensato subito bene di lui: mi sembrava di conoscerlo da tutta la vita, caratterialmente siamo molto simili, ci piace ridere, ci facciamo le battute, ci prendiamo in giro. Ci punzecchiamo anche: capitava pure con Sinisa, sono due tipi diversi certo ma penso che la battuta sia alla base di un buon rapporto».
IL GOL PIÙ BELLO – «Non so ancora dove mettere tutte le mozzarelle, i casatielli, i babà che mi hanno mandato da Napoli dopo quel gol e lo scudetto. Pazzesco. Quanto al gol, beh, il più bello è stato quello realizzato al Genoa in casa».
IL RICORDO DELLA FINALE DI COPPA ITALIA – «Ci siamo divertiti tanto, anche i giorni precedenti, c’era il giusto grado di tensione che veniva stemperato dal gruppo: è lì che l’abbiamo vinta, perché sulla carta eravamo spacciati, l’idea era che il Milan quando vuole spingere, beh, gioca e ti asfalta. Quella sera si sono allineati i pianeti: entrati sul campo ho detto “C’è un’atmosfera tale che io non posso non vincere”. Ce lo siamo detti tutti…».