Moratti gode ancora: «La seconda stella contro il Milan è un qualcosa di impagabile, alla festa scudetto in città c’ero anch’io. Su Inzaghi…» | OneFootball

Moratti gode ancora: «La seconda stella contro il Milan è un qualcosa di impagabile, alla festa scudetto in città c’ero anch’io. Su Inzaghi…» | OneFootball

In partnership with

Yahoo sports
Icon: Inter News 24

Inter News 24

·26 mai 2024

Moratti gode ancora: «La seconda stella contro il Milan è un qualcosa di impagabile, alla festa scudetto in città c’ero anch’io. Su Inzaghi…»

Image de l'article :Moratti gode ancora: «La seconda stella contro il Milan è un qualcosa di impagabile, alla festa scudetto in città c’ero anch’io. Su Inzaghi…»

L’ex presidente dell’Inter, Massimo Moratti, è tornato a parlare della storica seconda stella conquistata dai nerazzurri

Ancora Massimo Moratti. L’ex presidente dell’Inter, intervistato da Repubblica, torna a parlare della seconda stella conquistata dalla squadra di Simone Inzaghi, facendo qualche parallelismo con la sua Inter.

SULLO SCUDETTO – «Cucirsi sul petto la seconda stella in campo contro il Milan, per un tifoso interista, è stato impagabile. Una cosa troppo grande per essere sognata. Inimmaginabile e insperata, ma al tempo stesso meritatissima».


Vidéos OneFootball


LA FESTA SCUDETTO DOPO INTER TORINO – «Non ho resistito, sono sceso in strada. C’era davvero tantissima gente. Riesco ancora a stupirmi di come il calcio riesca a emozionare le persone».

SE MI SONO TORNATI IN MENTE I GIORNI DEL TRIPLETE? – «Non solo quelli. Di festa, nei miei anni, qualcuna ne abbiamo fatta. Piazza Duomo piena è una scena a cui per fortuna mi sono abituato».

COM’È VIVERE L’INTER DA TIFOSO – «Da presidente senti il peso del dovere. Fare il tifoso invece è un lusso: sei felice e sei triste, ma tutto grava sulle spalle di qualcun altro».

LE SQUADRE SONO DEI PRESIDENTI O DEI TIFOSI? – «Dei tifosi. Il presidente accudisce il club, lo cura e lo restituisce. Nessuno dura per sempre. Puoi essere più o meno amato, ma sai che l’Inter non è tua».

SU INZAGHI – «Ha qualità che sono solo sue. Ha pazienza, attenzione, intelligenza, la giusta pignoleria e la capacità di migliorarsi. L’ho apprezzato col tempo. In certi momenti, sbagliando, lo avrei esonerato. È una critica che faccio a me stesso, non a lui».

SE SENTO ANCORA QUALCUNO DEI MIEI ALLENATORI? – «Certo. Ottavio Bianchi, il primo. Poi Mancini e Mourinho. Mi spiace vedere José a spasso, ma sono sicuro che si rifarà».

E DEI CALCIATORI? – «Tantissimi, di generazioni diverse. Non solo i miei, anche quelli di mio padre. L’ultimo che ho incontrato è stato Eto’o al ristorante. Affettuoso e simpatico. E Zanetti non perde un’occasione per una parola gentile, per un augurio sincero».

CHI DELLA ROSA DEL TRIPLETE FAREBBE COMODO A INZAGHI? – «Tutti».

QUALE GIOCATORE DI QUESTA INTER AVREI VOLUTO AVERE NELLA MIA? – «Barella, che ha volontà, sa crescere. E Mkhitaryan, una macchina pensante. In Champions uno così ci vuole sempre».

LE EMOZIONI PER IL RITORNO ALLA PINETINA DI QEUST’ANNO – «È stata una giornata stupenda, completamente dedicata a me, per cui sarò sempre riconoscente. Il centro sportivo è cambiato, ma le sensazioni sono quelle di un tempo. Lì c’è la storia della mia famiglia. Prima di papà, l’Inter si allenava vicino al parco Forlanini. Oggi noi Moratti siamo legati al club grazie a Inter Campus, progetto bellissimo che segue mia figlia Carlotta».

SE FOSSI ANCORA PRESIDENTE CHI PROVEREI A PRENDERE? – «Zirkzee. Inventa calcio, e Inzaghi saprebbe inserirlo al meglio nel gioco della squadra».

DOVE PUÒ ARRIVARE QUESTA INTER? – «Rivincere il campionato è importantissimo. Non esistono rendite di posizione. Bisogna sempre mettere impegno e serietà, perché è un attimo perdere quel che si è costruito, e poi resta solo la nostalgia. La Champions è più complicata da programmare, ma mai dire mai».

COSA MI MANCA DEL CALCIO DEI MIEI ANNI – «Non sono il tipo da rimpianti. Vedo un’evoluzione positiva. Certo, oggi servono ancora più soldi di allora».

VENDUTA LA SARAS, ORA MI DEDICO AGLI AFFETTI? – «Mi ci dedicavo anche prima. Ho sempre vissuto intensamente e a questa nuova libertà non mi sono ancora abituato. Ogni cosa richiede il suo tempo».

À propos de Publisher