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·31 juillet 2025

La RCS di Cairo paga 3 milioni l’anno per il marchio “La Gazzetta dello Sport”

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La gestione e l’utilizzo del marchio e della testata “La Gazzetta dello Sport” costa a RCS (società editrice appunto del quotidiano sportivo di proprietà di Urbano Cairo, patron anche del Torino) poco più di tre milioni l’anno. Fin dalla fine degli anni settanta, infatti, RCS non possiede formalmente il marchio “La Gazzetta dello Sport”, ma ha un contratto per l’utilizzo con la famiglia Bonacossa.

Parliamo degli eredi dello storico editore del quotidiano sportivo, Alberto Bonacossa, che acquistò il quotidiano nel 1929 e lo gestì fino alla morte nel 1953, quando tutto passò al figlio Cesare. Alberto Bonacossa, a cui oggi è intitolato tra l’altro il noto Tennis Club a Milano, è stato una figura di spicco nel mondo sportivo italiano: è stato infatti presidente di molte federazioni sportive italiane come pattinaggio su ghiaccio (dalla fondazione nel 1914 al 1926), motociclismo (dal 1914 al 1931), pattinaggio a rotelle (1922-1924), hockey su ghiaccio (1924-1926), sport del ghiaccio (1926-1927) e sci (1930). Non solo, perché nel 1930 fu fondamentale per l’organizzazione della prima edizione degli Internazionali d’Italia di tennis, mentre da membro CIO (tenne il ruolo dal 1925 alla sua morte nel 1953) candidò e ottenne l’organizzazione delle Olimpiadi 1944 a Cortina, che poi non si svolsero per la guerra. In tutto questo, c’era anche la passione per i quotidiani sportivi: nel 1929 acquistò la Gazzetta dello Sport, poi nel 1932 Il Littoriale, antenato dell’attuale Corriere dello Sport, poi ceduto nel 1939.


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Con la sua morte nel 1953, la gestione della Gazzetta dello Sport passò al figlio Cesare. E nel 1976, dopo varie peripezie (con il rischio fallimento nel 1972 dopo le difficoltà finanziarie di Giuseppe Pasquale) e il passaggio ad una società del gruppo Fiat, il quotidiano venne acquistato dal gruppo Rizzoli-Corriere della Sera (oggi RCS MediaGroup). Ma, di fatto, acquistò solo la gestione: la testata, infatti, è rimasta di proprietà della famiglia Bonacossa.

Alberta Bonacossa, nipote di Alberto, oggi infatti è azionista unica della società “La Gazzetta dello Sport Società Editrice A R.L.”. In particolare, si legge nei documenti consultati da Calcio e Finanza, la «società è la detentrice del marchio La Gazzetta dello Sport e la totalità dei ricavi conseguiti dalla società stessa sono rappresentati dai canoni percepiti per la concessione in uso a terzi del marchio di proprietà della società».

Ricavi che nel bilancio al 31 dicembre 2024 sono stati pari a 3,2 milioni di euro, in linea sostanzialmente con i 3,1 milioni di euro del bilancio al 31 dicembre 2023. Entrate che hanno permesso alla società di registrare un utile di 1,6 milioni di euro, che ha contribuito a rafforzare il patrimonio netto, pari a 7,8 milioni di euro, con alta liquidità anche, pari a 6,8 milioni di euro.

La società ha in gestione tuttavia solo i marchi legati alla Gazzetta dello Sport e non quelli legati al Giro d’Italia. Una decisione che, tra l’altro, è stata confermata dalla Corte di Cassazione solo recentemente: «La Corte di Appello di Milano, con sentenza passata in giudicato in data 8 Aprile 2024, ha ritenuto che i merchi di fatto relativi alle manifestazioni sportive “Giro d’Italia”, “Giro di Lombardia” e “MilanoSanremo” già di titolarietà della Società siano stati trasferiti nel 1986 a N.E.S spa (oggi RCS MediaGroup Spa) unitamente all’azienda editoriale e conseguentemente ha dichiarato la nullità dei marchi successivamente registrati dalla Società in relazione a tali manifestazioni sportive. La Società non è dunque più titolare di marchi relativi alle menzionate manifestazioni sportive. La vicenda non ha alcun riflesso sui rapporti contrattuali in essere tra la Società e RCS MediaGroup Spa, relativi alla utilizzazione delle testate giornalistiche “La Gazzetta dello Sport” e “La Gazzetta Sportiva” e dei relativi marchi di proprietà della Società che restano immutati», si legge infatti nel bilancio.

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