Joseph Tey sulla Sampdoria: “Il calcio è una seconda religione. Manfredi? Meglio che gestisca lui gli affari in Italia” | OneFootball

Joseph Tey, imprenditore di Singapore che detiene la maggioranza delle quote della Sampdoria, ha parlato del club blucerchiato a CentralNewsAsia.

Questo quanto tradotto da sampdorianews.net:

“Avevo un amico in comune che conosceva Radrizzani e l’ho chiamato e gli ho chiesto di organizzare un incontro con me per discutere con loro. La Sampdoria ha la sua storia; ha una buona base di tifosi; ha avuto grandi giocatori Vialli, Mancini; ha vinto lo Scudetto in passato. Ho pensato che fosse interessante e che ci fosse un’opportunità“.

“Sono un uomo d’affari… Faccio i miei controlli e prendo le mie decisioni su queste cose. Il coefficiente rischio-rendimento è molto alto quando passi dalla Serie B alla A… se riesci a farcela, la ricompensa sarà grande, ma il rischio può essere significativo. Non sarei entrato se non pensassi che possa essere redditizio“.

“Facciamo molti affari insieme in diversi settori. Abbiamo deciso che si tratta di un progetto che vogliamo portare avanti; crediamo nel progetto. Ecco come sono passato da una minoranza significativa a una maggioranza che ora è del 58 percento“.

“Non credo che fosse la dimensione ideale per Pang e Lee, non sono tifosi di calcio sfegatati come me“.

“Manfredi può gestire molto meglio le questioni in Italia, non deve affrontare la barriera linguistica e culturale“.

“Il calcio è come una religione, quasi una seconda religione. Ognuno ha la propria opinione sul calcio. E i tifosi sono fondamentali per il club”.

“Molte delle cose su cui lavoriamo riguardano la direzione che il club vuole prendere“.

“Con l’analisi dei dati, probabilmente saremo in grado di prendere decisioni migliori, reclutare meglio, fare uno scouting migliore, ottenere prestazioni migliori. Se in futuro la Sampdoria riuscisse a centrare la promozione, sarebbe una sensazione che i soldi non possono comprare“.