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·8 juin 2025

Italia, Spalletti: “Gravina mi ha comunicato l’esonero. Io non avevo intenzione di mollare”

Image de l'article :Italia, Spalletti: “Gravina mi ha comunicato l’esonero. Io non avevo intenzione di mollare”

Alla vigilia della sfida contro la Moldavia, valida per le qualificazioni al Mondiale 2026, Luciano Spalletti ha affrontato con franchezza la sua ultima conferenza stampa da commissario tecnico dell’Italia.

Italia, Spalletti: “Gravina mi ha comunicato l’esonero. Io non avevo intenzione di mollare”

Un incontro carico di emozione e consapevolezza, durante il quale ha confermato il suo addio alla panchina azzurra.


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Un bilancio amaro “Non sono riuscito a tirare fuori il meglio dai miei calciatori, e questo mi ha fatto male. Avrei voluto esprimere un calcio diverso, più vicino alla mia idea. Sono deluso da me stesso. Accettando questo incarico sapevo a cosa andavo incontro, ma non sono riuscito a imprimere la svolta che speravo.”

Parole che lasciano trasparire un grande senso di responsabilità e una profonda autocritica, raramente ascoltate con questa trasparenza da un commissario tecnico.

L’annuncio dell’esonero Spalletti ha poi confermato che lascerà ufficialmente il ruolo dopo la gara di Reggio Emilia: “Il presidente Gravina mi ha comunicato che sarò sollevato dall’incarico dopo la partita contro la Moldavia. Mi dispiace profondamente, perché non avevo alcuna intenzione di lasciare. Quando le cose vanno male, io sento ancora di più il dovere di restare. Ma rispetto la scelta e mi assumo le mie responsabilità.”

Ha poi aggiunto che, in accordo con la FIGC, sarà firmata la risoluzione consensuale del contratto.

Ultima partita, massima dedizione Nonostante l’annuncio dell’esonero, il tecnico toscano sarà regolarmente in panchina per la sfida decisiva contro la Moldavia: “Ci sarò domani. Amo questa maglia, questo lavoro, e ho grande affetto per i calciatori che ho allenato. Chiederò loro di dare tutto in campo. Anche se non sono riuscito a farli esprimere come volevo, meritano di chiudere al meglio.”

Uno sguardo al futuro Nel congedarsi, Spalletti ha lanciato un messaggio chiaro: “Vincere domani significa aprire un nuovo ciclo per chi verrà dopo di me. È il mio augurio più sincero alla Nazionale e a chi la guiderà.”

Cosa ti ha fatto più male?

“Non raggiungere la qualità di gioco che volevo. Sono dispiaciuto di me stesso. Accettando l’incarico sapevo che ci sarebbero stati momenti difficili. Non ci sono riuscito. Ho notato che siete stati gentili nel commentarla, probabilmente meritavo di peggio. Ho creato problemi al movimento coi miei risultati”

Potesse tornare indietro cosa cambierebbe?

“Non lo so nemmeno io, devo prendere in considerazione ciò che viene fuori e ciò che esprime la squadra. Ero convinto non sarebbe stata una passeggiata, ma che sarei arrivato ai Mondiali. Ne sono ancora convinto: parlando con Gravina ero ancora della mia convinzione. Non mi crolla il mondo professionalmente quando perdo delle partite: ci sono paletti tra accettare la situazione, la visione e così via, ma sono molto sotto il livello perché questi sono calciatori forti. Stare a rimuginare su ciò che è stato è tempo perso. Sul passato non si può mettere mano. Ora diventa fondamentale giocare una partita degna della maglia che portiamo”

“Voglio chiudere con una bella vittoria, non con la figura dell’altra sera. Ai ragazzi parlerò e chiederò carattere: bisogna andare al mondiale, anche se sarà complicato. Non dobbiamo crederci più forti degli altri, è qualcosa che abbiamo già pagato. Per me sono gli uomini giusti: sarei felice se il nuovo ct li confermasse, perché significherebbe che non ho sbagliato a scegliere i calciatori”.

A che scelte facevi riferimento con Gravina?

“Sarei andato avanti con questo gruppo, poi prendi un’imbarcata del genere… C’è la valutazione da fare su come siamo arrivati a queste partite, sicuramente col fiato lungo. Tanti giocatori erano logori dal finale di stagione, non ci siamo arrivati benissimo. Poi, però, sono loro i miei giocatori. Anche quelli che hanno avuto infortuni erano in condizione di essere chiamati”.

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