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Diego D'Avanzo·15 novembre 2024
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Diego D'Avanzo·15 novembre 2024
L'Italia doveva confermarsi e lo ha fatto contro il Belgio in ogni suo aspetto: tanti positivi e qualcuno negativo.
L'1-0 di Bruxelles firmato da Tonali ci garantisce l'accesso ai quarti di Nations League ma, soprattutto, sono importanti i segnali in vista delle qualificazioni ai Mondiali.
L'Italia ha dato prova di avere molte vie per andare in gol: la capacità di palleggio e scambio delle posizioni nelle zone centrali del campo liberano spesso gli uomini ed esalta le loro caratteristiche.
Barella in grado di fare la scelta finale sulla trequarti e anche in impostazione, gli inserimenti di Frattesi e Tonali (che infatti ha segnato), la tendenza di Cambiaso ad accentrarsi per lasciare spazio a Di Lorenzo in avanzata (autore dell'assist e vicinissimo al gol nella ripresa).
L'Italia poi in modo speculare all'Inter ha diversi registi possibili: Dimarco pronto a cominciare l'azione oppure accentrarsi in fase di costruzione, Bastoni che sa superare la prima linea di pressione oppure prendersi il rischio palla al piede.
E infine il regista puro per smistare i palloni in modo più tradizionale: Rovella oppure Ricci, il livello tra i due è ancora diverso ma l'ingranaggio funziona lo stesso, perché il meccanismo intero è ben congeniato.
L'assenza di Calafiori in fase di marcatura è stata sopperita e forse anche migliorata dalla presenza di Buongiorno nel suo ruolo naturale; per 70 minuti ha annullato Lukaku, pericoloso nel finale in due occasioni con il Belgio già all'arrembaggio.
Ma soprattutto ciò che funziona è l'unità d'intenti. Il modulo con la difesa a 3 dà la giusta copertura e dove non arriva la tattica bisogna arrivarci con l'impegno, e all'Italia non manca: "Ogni volta che ci lasciamo, non vediamo l'ora di tornare in Nazionale". Queste parole di Tonali raccontano bene il concetto.
Lo stesso centrocampo schierato con il Belgio è capace di ripiegare e sacrificarsi grazie al dinamismo del trio Frattesi-Tonali-Barella: intensità e nessuna paura di tirare indietro la gamba, anche questo conta eccome. Avere un portiere come Donnarumma, poi, completa il pacchetto.
Prima che il Belgio prendesse campo nel finale, i Diavoli Rossi si erano resi pericolosi soltanto su due errori in uscita dell'Italia: prima di Tonali e dopo di Frattesi.
Giocare il pallone da dietro è una prerogativa di Spalletti (anche se il lancio non è disdegnato, quando previsto) e qualche imprecisione saltuaria è da mettere in conto. Ma questi passaggi sbagliati sono da limitare: c'è spazio di miglioramento nella concentrazione.
Lo stesso discorso vale per i calci piazzati: migliorati rispetto alla scorsa partita, ma Faes (dopo le occasioni dell'andata) ha colpito un palo che ci ha garantito il primo clean sheet in 8 partite.
Retegui non ha segnato ma il primo gol è possibile anche grazie a una sua giocata: si sacrifica, è ben marcato ma l'intenzione delle giocate è quasi sempre corretta, rivolta allo sviluppo dell'azione. Il gol sbagliato è più che altro una "paratona" di Casteels: il titolare azzurro è lui.
E ciò è confermato dall'ingresso di Kean che ha due tiri da fare e non ne calcia neanche uno: è entrato con la voglia di dimostrare, s'incarta e soffre il contesto. Potrà avere altre occasioni ma questa era la "sua" partita: squadra in vantaggio e spazi in avanti ma lui non li ha sfruttati.
📸 NICOLAS TUCAT - AFP or licensors
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