Intervista al presidente del Como Suwarso: «Da Disney al brand, i piani di sviluppo e perché investiremo ancora» | OneFootball

Intervista al presidente del Como Suwarso: «Da Disney al brand, i piani di sviluppo e perché investiremo ancora» | OneFootball

In partnership with

Yahoo sports
Icon: Calcio e Finanza

Calcio e Finanza

·8 février 2025

Intervista al presidente del Como Suwarso: «Da Disney al brand, i piani di sviluppo e perché investiremo ancora»

Image de l'article :Intervista al presidente del Como Suwarso: «Da Disney al brand, i piani di sviluppo e perché investiremo ancora»

Vip sugli spalti, la ricerca del bel calcio in campo e una delle proprietà più ricche al mondo alle spalle. Il Como, nonostante la sconfitta di ieri contro la Juventus, è senza dubbio una tra le sorprese se non la sorpresa della Serie A 2024/25. Una squadra che da neopromossa sta già attirando l’interesse degli appassionati non solo in Italia ma anche all’estero, grazie al livello del gioco espresso dalla squadra allenata da Cesc Fabregas, i talenti che sono emersi come Nico Paz ma anche idee interessanti per lo sviluppo del club fuori dal terreno di gioco, puntando a sfruttare anche il brand del Lago per crescere.

I fratelli Hartono, tra le famiglie più ricche non solo di Indonesia ma del mondo intero (secondo Forbes hanno un patrimonio complessivo di oltre 50 miliardi grazie ai lori investimenti in settori quali sigarette, e-commerce, elettronica e immobili di prestigio) hanno acquistato il club nel 2019. E hanno deciso di affidare il loro investimento al manager indonesiano Mirwan Suwarso, che dallo scorso ottobre è diventato presidente del Como. La nostra testata lo ha incontrato negli uffici dello stadio Sinigaglia. Un impianto dallo stile inconfondibile soprattutto nelle parte della tribuna centrale (la cui facciata verso l’esterno ha un vincolo storico-architettonico) e che nello stesso tempo è uno dei grandi temi di sviluppo per la società lariana che guarda al futuro.


Vidéos OneFootball


In questo colloquio con Calcio e Finanza, Suwarso ha svariato su tutti i temi legati allo sviluppo sportivo e di affari della società, spaziando dallo stadio al bilancio, dall’importanza di avere soci come gli Hartono alla strategia politica in Lega Serie A. E non tralasciando il mercato con il possibile acquisto di Theo Hernandez dal Milan nella sessione appena conclusa e alle sirene sul talento Nico Paz.

Domanda. Perché avete scelto l’Italia e in particolare perché Como?

Risposta. «Stavamo cercando un progetto per un programma televisivo. All’epoca gestivo una stazione televisiva in Indonesia e volevamo creare un programma TV che fosse una sorta di documentario sul calcio. L’Italia è sempre stata qualcosa che piaceva alla gente. In quel periodo pensavamo che fosse un tema familiare per il pubblico, grazie alla Serie A e a tutto ciò che la riguardava, perché negli anni ’90 la Serie A era molto popolare in Indonesia, quindi sarebbe stata una buona storia da raccontare».

D. E perché Como?

R. «Como è stato un caso. Stavamo cercando città vicine a Milano per motivi logistici, in modo da facilitare le riprese, ma allo stesso tempo non volevamo investire in città enormi quali Roma o simili».

D. Avete parlato con il vostro connazionale indonesiano Erick Thohir, ex proprietario dell’Inter, prima di investire in Italia?

R. «Ho parlato con il suo staff per gli aspetti pratici, ricevendo consigli su quali avvocati utilizzare e cose del genere, ma per quanto riguarda le decisioni aziendali del club, no».

Image de l'article :Intervista al presidente del Como Suwarso: «Da Disney al brand, i piani di sviluppo e perché investiremo ancora»

Mirwan Suwarso (Photo by Alessandro Sabattini/Getty Images)

D. Quali sono i vostri piani di sviluppo per il Como?

R. «Per noi è davvero importante trovare un modo per trasformare il calcio in un vero e proprio business. Il calcio è il catalizzatore, la porta d’ingresso, ma alla fine dobbiamo creare un ecosistema che possa sostenere l’attività calcistica. Quindi, dobbiamo rendere tutto sostenibile. Un club di calcio in una città di 85.000 abitanti ha enormi difficoltà a diventare sostenibile solo con il calcio, ma siamo molto fortunati a trovarci in un luogo in cui la città stessa è un brand: il Lago di Como è un marchio globale. Sarebbe sciocco da parte nostra non sfruttare questa opportunità, inserendo il calcio come parte dell’ecosistema, non al centro di esso, ma come un elemento integrante. Possiamo usare il calcio per aumentare la nostra visibilità e, allo stesso tempo, capitalizzare il brand del Lago di Como, creando attività che partano dal club ma si espandano al marchio Como nel suo complesso».

D. A quali settori guardate in particolare?

R. «Mi piace pensare al nostro modello di business in modo simile a Disney. Il parallelismo è tra Disney e Como. Per Disney, Disneyland rappresenta la divisione dei parchi a tema; per noi, il club di calcio e l’esperienza del giorno della partita sono la nostra “divisione parchi a tema”. Poi abbiamo altre otto divisioni legate a questa. C’è quella che chiamano “consumer products”, ovvero merchandising, licenze e tutto ciò che ne deriva. Abbiamo una divisione separata dedicata esclusivamente all’abbigliamento, alle scarpe e ad altri prodotti simili. Abbiamo poi una divisione media, che è una società separata. C’è anche il turismo, che per noi funziona in modo simile a Disney, che ha il suo settore viaggi e turismo».

«La nostra particolarità è il modo in cui colleghiamo l’esperienza calcistica con il turismo del Lago di Como, creando un connubio unico.  Poi abbiamo le scuole e l’academy, non intesa solo come settore giovanile del club, ma come un’accademia per chi vuole giocare a calcio in estate. Ad esempio provenendo dall’America. I genitori possono andare in vacanza mentre i figli giocano a calcio. Inoltre, stiamo creando un’accademia calcistica attiva tutto l’anno per coloro che vogliono prendere il calcio seriamente, magari ottenendo una borsa di studio universitaria negli Stati Uniti o provando a diventare professionisti».

«Abbiamo anche una divisione digitale che sta sviluppando un sistema di biglietteria basato su blockchain, che sarà lanciato molto presto. Questa divisione si occupa anche della gestione dei nostri dati, che sono fondamentali per tutte le operazioni calcistiche. Infine, abbiamo una divisione FMCG (beni di largo consumo, ndr), che attualmente include la nostra birra La Comasca. Tutto ruota intorno alla creazione di un ecosistema in cui ogni elemento lavora insieme, ed è così che vediamo il nostro progetto».

D. Nello sfortunato caso in cui doveste retrocedere, i piani cambieranno?

R. «No. Il calcio ha alti e bassi, ma se facciamo bene il nostro lavoro, le persone non potranno più distinguere il Lago di Como dal Como Football Club. Una volta che saranno un’unica cosa, il nostro business sarà meno esposto ai rischi».

I PIANI PER IL NUOVO STADIO SINIGAGLIA

D. Nei giorni scorsi avete presentato, insieme al Comune, il progetto di riqualificazione del Sinigaglia. Quali sono i vostri piani per lo stadio?

R. «Lavoreremo con il Comune. La richiesta è di sviluppare questo progetto, quindi collaboreremo con l’amministrazione per riqualificare lo stadio Sinigaglia. Abbiamo abbastanza spazio qui».

D. Quale sarà la capienza?

R. «Non lo so, dipenderà da ciò che le normative ci permetteranno, ma se dovessimo ristrutturarlo, dovrà essere utilizzabile 365 giorni all’anno. Il calcio dovrà essere secondario. Ogni anno ci sono 4,8 milioni di turisti in questa zona e, se si dovesse realizzare questo progetto, credo che il Comune vorrebbe trasformare lo stadio in un centro di aggregazione per la comunità e per i turisti. Per questo motivo, non può essere utilizzato solo per 19 giorni all’anno, ma dovranno essere prese in considerazione soluzioni specifiche».

Image de l'article :Intervista al presidente del Como Suwarso: «Da Disney al brand, i piani di sviluppo e perché investiremo ancora»

D. Come sono i rapporti con il Comune? In altre città sono complessi.

R. «Siamo a Como, non a Milano o Roma. Non penseremmo di rinnovare lo stadio o a fare cose del genere se la città non ci permettesse di farlo o non collaborasse con noi. Per noi, se avremo un nuovo stadio, benissimo, se non lo avremo, come possiamo creare entrate per migliorare? Abbiamo 4,8 milioni di turisti ogni anno e in crescita; quando sono arrivato per la prima volta erano 1,6 milioni di turisti. Cinque anni dopo sono 4,8 milioni, quindi ci deve essere un modo per generare ricavi da questo incremento di visitatori».

I CONTI DEL CLUB: OBIETTIVO SOSTENIBILITÀ

D. I bilanci del Como in questi anni si sono chiusi anche con perdite importanti (83 milioni tra il 2020 e il 2024). Entro quanto pensate di poter arrivare all’equilibrio?

R. «Il bilancio del club di calcio è in rosso perché abbiamo suddiviso le nostre operazioni in nove aziende. Forse a un certo punto le consolideremo, ma per ora gestiamo tutto separatamente. Il nostro obiettivo è raggiungere la redditività entro due anni, ma per farlo tutti gli altri brand che gestiamo dovranno avere successo. Se oggi vai in città, inizierai a vedere molto del nostro merchandising, mentre tre anni fa non avevamo nemmeno un negozio. Oggi ne abbiamo quattro in città e 485 punti vendita che distribuiscono i nostri prodotti in tutta la provincia di Como. Stiamo servendo una popolazione di 85.000 persone, oltre ai 4,8 milioni di turisti che arrivano qui ogni estate. Il nostro obiettivo è riuscire a esportare all’estero e trasformare quei 4,8 milioni di turisti stagionali in 48 milioni, 400 milioni, o qualunque sia il numero che possiamo realisticamente raggiungere».

D. Quanto è importante avere alle spalle una famiglia come gli Hartono?

R. «Penso che sia più una questione di esperienza. Il gruppo ha esperienza nella costruzione di brand: non ne ha creato solo uno, ma diversi marchi e aziende. Questo è un altro progetto che stiamo sviluppando, e stiamo cercando di farlo crescere molto più rapidamente, perché lo stiamo costruendo da zero e vogliamo portarlo alla redditività entro i prossimi 2-3 anni.  Se ci riusciremo, sarà straordinario, perché arrivare alla redditività in 8 anni è un risultato davvero veloce».

«Siamo fiduciosi, perché fino ad ora, in Indonesia, tutte le nostre attività erano rivolte solo al mercato locale, mentre questo è il primo prodotto che possiamo portare sul mercato internazionale. Ad esempio, è molto interessante notare che, anche quando eravamo in Serie B, abbiamo venduto biglietti in 122 paesi. Sul nostro e-commerce, il 20% delle vendite dello scorso anno è stato all’estero e quest’anno il 12% delle vendite proviene solo dagli Stati Uniti».

«Stiamo crescendo sempre più velocemente, e non perché stiamo aumentando la pubblicità o la promozione commerciale, ma perché sta avvenendo in modo organico. Credo che questo sia dovuto al fatto che l’associazione tra il brand Lago di Como e il club di calcio sta diventando sempre più forte».

À propos de Publisher