Inter, parla Sneijder: “Con Benitez è finita dopo 10 minuti. All’inizio non volevo lasciare il Real, ma Mourinho…” | OneFootball

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·12 avril 2025

Inter, parla Sneijder: “Con Benitez è finita dopo 10 minuti. All’inizio non volevo lasciare il Real, ma Mourinho…”

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Intervistato da Luca Toni, Wesley Sneijder, ex leggenda dell’Inter, ha parlato di diversi temi: dal rapporto con Mourinho a quello con Benitez, ma non solo.

Uno dei protagonisti del celeberrimo triplette dell’Inter è sicuramente Wesley Sneijder. Il trequartista olandese fu decisivo per la cavalcata dei nerazzurri: in quella stagione contribuì a 23 gol, segnandone 8 e assistendone 15. Intervistato da Luca Toni per il programma “Fenomeni” di Prime Video, l’olandese ha parlato della sua storia con l’Inter e non solo.


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Inter, Sneijder: “Mourinho mi ha cambiato la vita”

Le parole di Sneijder a Prime Video.

Sull’approdo in nerazzurro: “Esperienza all’Inter standing ovation. Trattativa? Io mi ricorod che mi ha chiamato Mourinho, non lo conoscevo. Mi ha detto Wes sono l’allenatore dell’Inter manca solo una posizione da coprire, il numero 10. Quando ti portiamo qua, possiamo vincere tutto. Tutti gli allenatori parlano così, io ho detto lascia stare. Io non volevo andare via dal Real Madrid. Lui mi ha chiamato tutti i giorni per due settimane, ha parlato con la famiglia, il mio agente e abbiamo deciso di andare. Il giorno dopo abbiamo giocato il derby e abbiamo vinto 0-4 col Milan. Mi ha convinto Mourinho, io non conoscevo la squadra. Conoscevo Chivu, ci ho giocato all’Ajax. Siamo sempre stati insieme alla Pinetina, mi ha aiutato molto. Alla fine ero molto contento di essere andato là. Io mi sono trovato subito bene, i giocatori mi hanno aiutato molto, Zanetti, Cambiasso, Stankovic, Eto’o. Ho sentito subito che era una squadra. Poi dopo 2-3-4-5 partite ho capito che mancava davvero solo il numero 10, eravamo pronti per vincere tutto. San Siro uno degli stadi più belli del mondo”.

L’arrivo di Benitez: “Quando è arrivato Benitez ha detto a Eto’o: io ti metto a sinistra e lui gli diceva io sono un attaccante. Ma lo hai fatto anche con Mourinho, sì ma l’ho fatto per lui non lo faccio per te. Partito malissimo. A me ha detto: tu giocavi col 10, ma ti metto più indietro. Io gli ho detto non facciamo così. In 10′ era finito tutto: 5′ con Eto’ e 5′ con me finito il gruppo”.

“Forse solo Anceotti come Mou”

Il rapporto con Mourinho: “Lui mi ha cambiato la vita. Ero in un momento bruttissimo, ho giocato bene al primo anno al Real, poi ho avuto un problema privato e sono andato giù. Dal primo giorno ho visto un allenatore top, sia tatticamente che nel management. Lui sapeva cosa stava facendo. Io ho giocato sempre, un lunedì mi chiama e mi dice come ti senti, ti vedo un po’ stanco. Mi ha detto: adesso tu vai a casa in Olanda e torni giovedì, venerdì andiamo in ritiro e sabato giochi, vai via. Vai qualche giorno con la famiglia. Quando sono tornato giovedì ho pensato devo fare tutto per lui. Sabato poi ho fatto 2 gol, ero titolare, avevamo vinto col Siena 4-3. Lui mi ha detto: Grazie Wes, volevo questo. Per me è lo Special One, ma non per quello che vedono da fuori, ma per quello che vedevamo noi da dentro. Non lo fa nessun allenatore. Anche Maicon era squalificato per due partite e lo ha mandato in Brasile. Tu conosci van Gaal quando prendevi un rosso lui ti dava una punizione. Poi dopo due settimane Maicon è tornato come una bestia, ha mangiato tutto San Siro da solo. Lui sa tutto. I primi 11 sono sempre contenti, ma è importante che siano contenti tutti i 23. Dopo 4-5 mesi così tutto cambia. Ci sono quelli contenti, ma gli altri? E arrivano i problemi. Lui sapeva perfettamente cosa faceva. Materazzi non giocava quasi mai, ma hai visto quell’immagine dopo Madrid. Forse Ancelotti come lui, anche se non lo conosco bene.

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