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·20 août 2025

Inchiesta Milano, i pm: «Catella si serviva di Tancredi e Sala come suoi dipendenti»

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Manfredi Catella, attualmente agli arresti domiciliari in seguito all’indagine sull’urbanistica di Milano, è stato ascoltato per poco più di un’ora davanti al Tribunale del Riesame per discutere il suo ricorso contro la misura cautelare dei domiciliari, sei giorni dopo che gli ultimi tre arrestati, tra cui anche l’ex assessore Giancarlo Tancredi, sono tornati liberi.

Il patron di Coima è accusato di corruzione e induzione indebita per l’episodio del Pirellino nell’inchiesta sull’urbanistica milanese. Sulla sua posizione, stando ai termini di legge, i giudici dovranno decidere entro venerdì. Per l’aggiunta Tiziana Siciliano e i pm Marina Petruzzella e Paolo Filippini, che hanno coordinato le indagini insieme con il collega Mauro Clerici e che hanno depositato una memoria al Riesame, Catella ha un «modo padronale, al limite dell’inverosimile, e fuori dalla legge di interagire con la pubblica amministrazione, servendosi come tramite dell’assessore Tancredi, del direttore generale Malangone e del sindaco Sala, che tratta come suoi dipendenti maldestri e poco efficienti».


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Nella memoria i magistrati sottolineano inoltre il «comportamento autoritario e pressante e minaccioso» di Catella in merito alla vicenda del Pirellino. Insistendo per la conferma della misura, i pm osservano infatti che «le esigenze cautelari permangono al di là delle dimissioni dello stesso dalle cariche in seno a Coima in quanto l’insieme degli elementi di prova dimostrano in maniera lampante che il patron di Coima è stato sempre in strettissimo contatto con i vertici della politica e dell’amministrazione del Comune con i quali condivide le dinamiche da lui dettate».

Chiedendo la revoca dei domiciliari a cui è sottoposto dallo scorso 31 luglio su decisione del gip Mattia Fiorentini, Catella ha fatto sapere tramite i suoi legali Francesco Mucciarelli e Adriano Raffaelli che la fattura da 28.500 euro emessa a luglio 2023 dallo studio di Alessandro Scandurra nei confronti di Coima Sgr, «non è affatto falsa», a differenza di quanto sostenuto dal gip per il quale era «funzionale unicamente a giustificare» il patto corruttivo tra Catella e l’ormai ex membro della commissione Paesaggio. Sottolineando che lo stesso giudice afferma che «Catella non aveva alcun rapporto con Scandurra», i difensori sostengono che durante l’interrogatorio preventivo l’immobiliarista «si è assunto una responsabilità generale in coerenza con la sua etica e deontologia, ma non certo quella di avere commesso illeciti: altro – si legge – è l’assunzione della responsabilità delle politiche aziendali, altro la paternità di reati».

Catella è l’ultimo tra gli arrestati su cui il Riesame deve esprimersi. La scorsa settimana sono stati liberati Tancredi, l’ex componente della Commissione paesaggio Giuseppe Marinoni e il manager Federico Pella: per tutti e tre i giudici hanno disposto una misura interdittiva di un anno. Arresti annullati, invece, per il patron di Bluestone Andrea Bezziccheri – l’unico che era finito in carcere – e Alessandro Scandurra.

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