
Zerocinquantuno
·14 mai 2025
Il Bologna riscrive la Storia torna ad alzare la Coppa Italia dopo 51 anni: un gol di Ndoye piega il Milan, i rossoblù si prendono trofeo ed Europa League

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·14 mai 2025
Roma, stadio Olimpico, 14 maggio 2025: un appuntamento che nessun tifoso del Bologna, nel bene o nel male, nessun tifoso rossoblù potrà mai dimenticare. È la finale di Coppa Italia, a distanza di ben 51 anni dall’ultima volta, e trentamila cuori pulsanti hanno seguito la squadra nella Capitale per spingerla verso un’impresa che varrebbe doppio: tornare finalmente ad alzare un trofeo e guadagnarsi l’accesso alla prossima Europa League, coronando così una stagione fin qui esaltante. La coreografia realizzata per l’occasione dalla Curva Andrea Costa, dedicata agli eroi scudettati del 1964, è da brividi e lacrime: «Ora come allora… Così si gioca solo in Paradiso». Di contro però c’è il Milan, che ha una bacheca diversa ma più o meno gli stessi piani, viste le difficoltà incontrate in campionato: i rossoneri sono chiamati a vincere per garantirsi un pass continentale e dar seguito alla Supercoppa conquistata a gennaio. Italiano vuol fare la Storia e cambiare la sua, dopo le tre sconfitte in altrettante finali di alto livello con la Fiorentina, e per l’occasione si affida al miglior undici possibile considerando le condizioni non ottimali di Odgaard, pronto solo per la panchina: 4-2-3-1 con Skorupski in porta, Holm, Beukema, Lucumí e Miranda in difesa, Ferguson e Freuler in mediana, e poi Orsolini, Fabbian e Ndoye dietro al redivivo Castro. Conceição riabbraccia Rafa Leao e Fofana e prosegue nel solco del 3-4-2-1 con cui è riuscito a trovare equilibrio e risultati, non ultimo il 3-1 rifilato proprio al BFC venerdì scorso a San Siro: Maignan fra i pali, retroguardia composta da Tomori, Gabbia e Pavlovic, quindi Jimenez, Fofana, Reijnders e Theo Hernandez a centrocampo, concludendo con la coppia Pulisic-Leao dietro a Jovic. Il Diavolo avvia subito le ostilità, con Leao che al 4’ semina il panico nella difesa avversaria e serve sul secondo palo Jimenez, che arriva scoordinato sul pallone e calcia alto. Al 5’ risponde Ndoye con un bel filtrante per Orsolini, anticipato da Maignan e colto pure in offside. All’8’, invece, serve un super intervento di Maignan per neutralizzare un colpo di nuca di Castro su punizione di Miranda, senza che poi nessun compagno riesca a ribadire la sfera in rete. Di nuovo vivace Ndoye al 9’, con slalom in area e servizio a rimorchio per il connazionale Freuler, che conclude addosso a Gabbia, quindi all’11’ i rossoneri vanno ad un soffio dal vantaggio: cross dalla destra di Jimenez, deviazione verso la propria porta di Beukema smanacciata d’istinto da Skorupski e altro miracolo del polacco sul seguente tentativo da due passi di Jovic. Inizio di gara pirotecnico, dunque, a cui segue una fase più tranquilla e caratterizzata da un lungo possesso palla del BFC, che però non riesce a trovare il pertugio giusto per colpire: al 18’ e al 22’ spunti di Holm e Orsolini murati da Pavlovic, e al 25’ sinistro troppo debole di Miranda sugli sviluppi di un corner. In seguito le occasioni, decisamente numerose, latitano fino al 43’, quando Holm impatta di testa un altro preciso piazzato di Miranda ma non spaventa Maignan. Sulla ripartenza milanista, Ferguson stende secco Leao e Mariani estrae il cartellino giallo, mentre il VAR controlla un possibile rosso che per fortuna non arriva. Nel recupero lo stesso scozzese rischia comunque tanto su una trattenuta reciproca con Pulisic, ma l’arbitro vede un fallo dell’americano e il pericolo svanisce. Così, tra le proteste meneghine, si va al riposo sullo 0-0. Anche la ripresa comincia con una discesa di Rafa Leao, stavolta resa inoffensiva da Lucumí, poi ci riprova Holm dai venti metri ma la mira non è granché. I decibel del tifo si alzano da ambo le parti, la gara si scalda e all’8’ è il Bologna a trovare il gol: Orsolini viene servito in area sul filo del fuorigioco e Theo Hernandez lo ostacola, la palla arriva a Ndoye che mette a sedere un paio di avversari e scocca un dardo all’incrocio dove Maignan non può arrivare. La sala VAR conferma che è tutto buono e la Curva Nord impazzisce di gioia. Conceição lascia trascorrere una decina di minuti e poi opta per tre sostituzioni: fuori Tomori, Jimenez e Jovic, dentro Walker, Joao Felix e Gimenez. E una percussione indomabile di Fofana libera al tiro proprio il messicano, ma da posizione defilata: fuori. Primi cambi per Italiano al 24’, e sono mosse abbastanza a sorpresa: out Fabbian e Orsolini, ecco Pobega e Casale, passando ad un 3-5-2 con Ndoye e Castro in attacco. Il Diavolo torna a farsi vivo in zona offensiva al 26’, ma il mancino di Joao Felix su assist di Reijnders è innocuo e favorisce Skorupski, quindi al 27’ Castro cerca il jolly dalla lunga distanza ma non inquadra il bersaglio. Al 32’ è invece Ndoye a sfiorare la rete, ma la sua volée su sponda aerea di Pobega termina sul fondo. Lo stesso svizzero al 35’ lascia il posto a Odgaard, mentre Dallinga rileva Castro: standing ovation del pubblico felsineo per entrambi. Il danese si connette subito coi compagni, e al 40’ una sua avanzata poderosa sulla sinistra si chiude con un velenoso cross basso rispedito al mittente da Gabbia. Qualche istante dopo arrivano le ultime mosse Conceição, che getta nella mischia Chukwueze e Abraham per Fofana e Pulisic. Intanto Beukema, colpito in testa, perde sangue ed è costretto alle medicazioni del caso, lasciando momentaneamente la squadra in dieci. Il Milan tenta un assalto disperato in cerca del pareggio che condurrebbe ai supplementari, ma Lucumí e compagni sono straordinari nella difesa della porta di Skorupski e non in area di rigore non passa più nemmeno uno spillo. Anzi, al 49’ in contropiede è ancora Odgaard ad accarezzare il 2-0 con una pregevole giocata nello stretto e una rasoiata che però Maignan controlla. I sei minuti di recupero sanno di agonia ma un po’ alla volta trascorrono, e finalmente al 51’ Mariani fischia ed emette il verdetto: Bologna ha vinto, il Bologna è campione! I rossoblù, grazie ad una prestazione leggendaria, mettono in bacheca la terza Coppa Italia della loro storia e volano in Europa League, riportando le lancette indietro ad un passato glorioso che adesso è presente, è gioia, è estasi, è tripudio. Capitan De Silvestri (insieme a Ferguson, Orsolini e Skorupski) alza il trofeo, mister Italiano sorride come un bambino sapendo di aver ribaltato il destino, il presidente Saputo e tutti i componenti della società fanno trasparire la consapevolezza di averla combinata grossa. Ma soprattutto, la Curva Andrea Costa canta a squarciagola sotto il cielo di Roma, tra una nota di Dalla e una di Cremonini: questa coppa è per chi c’è sempre stato e per chi ci sarà sempre, al fianco di un Amore chiamato BFC.
MILAN-BOLOGNA 0-1
MILAN (3-4-2-1): Maignan; Tomori (17’ st Walker), Gabbia, Pavlovic; Jimenez (17’ st J. Felix), Fofana (43’ st Chukwueze), Reijnders, T. Hernandez; Pulisic (43’ st Abraham), R. Leao; Jovic (17’ st Gimenez). A disp.: Sportiello, Torriani, Bartesaghi, E. Royal, Florenzi, Terracciano, Thiaw, Loftus-Cheek, Musah, Camarda. All.: Conceição
BOLOGNA (4-2-3-1): Skorupski; Holm (31’ st Calabria), Beukema, Lucumí, Miranda; Ferguson, Freuler; Orsolini (24’ st Casale), Fabbian (24’ st Pobega), Ndoye (35’ st Odgaard); Castro (35’ st Dallinga). A disp.: Bagnolini, Ravaglia, De Silvestri, Erlic, Lykogiannis, Aebischer, El Azzouzi, Moro, Cambiaghi, Dominguez. All.: Italiano