Pagine Romaniste
·16 novembre 2024
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La Gazzetta dello Sport (A. Pugliese) – Da Roma a Londra e ritorno, per una firma di un romano che vive qui, nella Capitale, in zona Parioli e che dovrà allenare a Trigoria, a circa 22 chilometri da casa sua. La cosa è francamente bizzarra, ma è quanto successo tra martedì e mercoledì scorso, con Claudio Ranieri che si è dovuto spostare verso la City inglese per raggiungere Dan Friedkin, il presidente della Roma, uno che in teoria dovrebbe essere di casa proprio a Trigoria. Lì, al Claridge’s (hotel a cinque stelle in zona Mayfair, con una clientela vip selezionata) si è parlato del presente e anche del futuro della Roma. Ma perché Dan (e suo figlio Ryan, vicepresidente giallorosso) hanno preferito accogliere Ranieri a Londra e non recarsi loro nella Capitale?
È evidente come in questo momento i Friedkin non desiderano in modo assoluto avvicinarsi a Roma, anche per il timore di essere apertamente contestati. Dan e Ryan sono due che amano la popolarità e il consenso e la loro caduta a picco a livello di immagine degli ultimi mesi gli ha sempre fatto pensare che fosse meglio tenersi alla larga da Roma. Era successo anche nel caso dell’esonero di Daniele De Rossi, quando i due texani arrivarono nella Capitale, firmarono l’addio ufficiale a DDR e fuggirono via, con il loro jet privato, senza neanche restare a vedere Roma-Udinese che si sarebbe svolta 4 giorni dopo.
Anche lì c’era il timore del confronto, della contestazione, il desiderio di non prendersi un fiume di fischi allo stadio come sarebbe inevitabilmente successo. L’ossessione del consenso non gli permette di vivere con serenità e sufficiente tranquillità il dissenso. Succede spesso a chi ha il potere, soprattutto nei termini economici che contraddistinguono i Friedkin, imprenditori di successo che però non amano più di tanto il contraddittorio. E questa situazione inevitabilmente li terrà lontani ancora da Roma. Claudio Ranieri, del resto, è stato scelto anche per questo, per “calmare” la piazza e provare a regalare un’immagine nuova alla presidenza giallorossa. Solo che la gente romanista questo l’ha già capito, nonostante tutto l’amore e la stima che ha per Ranieri. E spera (ed è anche convinta) che con Sir Claudio le cose andranno sicuramente meglio, ma tutto ciò non aiuterà i Friedkin a ripulirsi la coscienza davanti alla tifoseria.
Anche perché da venerdì i Friedkin sono tornati a casa loro, negli States, a Houston, dove probabilmente se ne staranno con i loro cari, la famiglia. Ma prima hanno girato – e anche molto – tra Europa, Africa e Asia, con varie tappe che li hanno portati a Londra, Parigi, Creta, Tanzania, Maldive e ancora Londra. Un tour gigante, che però non ha toccato neanche di striscio Roma. Un altro piccolo passo falso, che la gente non dimenticherà. Come ha detto Ranieri a Dan, in Italia c’è bisogno che un presidente si faccia vedere e anche sentire. Ed invece dopo oltre 4 anni di presidenza la voce di Dan è ancora una chimera e quella di Ryan si è limitata ad un fugace “Forza Roma” in Campidoglio. Il distacco nasce anche da questo, dalla sensazione di avere una presidenza poco “familiare” e molto naif.