Lazionews24
·17 juillet 2025
Gravina indica la via: «Tutte le Nazionali riprendano il modello dell’Italia femminile»

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La gioia per la storica qualificazione dell’Italia alle semifinali degli Europei femminili, un traguardo che mancava dal 1997, ha contagiato anche i vertici del calcio italiano. In prima linea a celebrare l’impresa delle Azzurre c’era il presidente della FIGC, Gabriele Gravina, presente a Ginevra per assistere alla fondamentale vittoria per 2-1 contro la Norvegia.
Subito dopo il fischio finale, il numero uno della Federazione non ha nascosto il suo entusiasmo. È sceso immediatamente sul terreno di gioco dello stadio di Ginevra per complimentarsi di persona con ogni singola calciatrice e con il commissario tecnico Andrea Soncin, visibilmente orgoglioso del percorso compiuto dalla squadra. Un gesto forte per sottolineare la vicinanza di tutta la Federazione a un gruppo che sta facendo sognare un’intera nazione.
Poco dopo, sono arrivate le sue dichiarazioni ufficiali, cariche di ammirazione per lo spirito dimostrato dalle giocatrici in campo. «Risultato straordinario, le Azzurre si meritano tutto questo. Questo gruppo sta scrivendo splendide pagine di storia del calcio femminile italiano grazie all’orgoglio, alla qualità e alla determinazione con cui affronta ogni partita. Questa Nazionale è il simbolo dell’Italia più bella, quella che non molla mai».
Intervenuto successivamente ai microfoni della Rai, il presidente Gravina ha poi ampliato la sua riflessione, sottolineando l’importanza dell’atteggiamento positivo del gruppo. «C‘è tanta soddisfazione nel vedere queste ragazze gioire. Le ho viste oggi tranquille, gioiose, allegre, sempre sorridenti e questa è sicuramente un’immagine molto bella, l’immagine di un’Italia che anche nelle difficoltà riesce a trovare il guizzo giusto per regalare un risultato che mancava da 28 anni. Siamo a buon punto, mancano ancora due partite da giocare. Questa è l’Italia che noi amiamo, che rappresenta il paese e il suo orgoglio. Noi vogliamo che le nostre nazionali riprendano questo modello, non possiamo rinunciare a certi valori».
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