Calcionews24
·11 mai 2024
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Con il raggiungimento della finale di Europa League, l’Atalanta è ancora più famosa di prima un po’ ovunque. Una situazione che spiega bene il professore Franco Brevini, che insegna all’Università, storico della letteratura. Ecco le sue parole a La Gazzetta dello Sport.
LA FUSIONE CON LA CITTA’ – «Innanzitutto il fatto che Bergamo abbia una sola squadra: significa unanimità, primato incontrastato. E i tifosi sono davvero trasversali. Si va dagli ultrà, i più visibili anche grazie alle splendide coreografie e ai cori incessanti, fino al pensionato di casa mia che sventola la bandiera dell’Atalanta sul balcone o il pilota dei C-130 che ha esfiltrato gli afghani dal loro Paese perché collaborazionisti degli americani. E in plancia aveva la bandiera dell’Atalanta».
UNA SQUADRA TRASVERSALE – «Non solo, è anche intergenerazionale e interclasse. Non ha soluzione di continuità anagraficamente e non guarda alle classi sociali. É Bergamo e tutto il territorio bergamasco»
LO STADIO E LE MURA DELLA CITTA’ ALTA – «Sono entrambi simboli di appartenenza, sono simboli che rendono orgogliosi i bergamaschi».
L’ATALANTA FA CONOSCERE BERGAMO – «Direi che il percorso è iniziato anni fa anche fuori dal calcio. Quando è stata nominata capitale italiana della cultura insieme con Brescia nel 2023 ha iniziato a riprendersi ciò che spetta a questa città. I bergamaschi sono di natura schivi, lavoratori instancabili, orgogliosi. I successi dell’Atalanta supportano il posizionamento della città in tutti i settori. Sarebbe una nuova laurea pubblica».