Francia, Deschamps sulle polemiche con il RN: «I giocatori sono cittadini, nel 96 risposi ad un attacco diretto di Le Pen» | OneFootball

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Calcionews24

·17 juin 2024

Francia, Deschamps sulle polemiche con il RN: «I giocatori sono cittadini, nel 96 risposi ad un attacco diretto di Le Pen»

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Le parole di Didier Deschamps, ct della Francia, sulle polemiche tra la nazionale e il Rassemblement National

Hanno fatto molto clamore in Francia le parole di molti calciatori della Nazionale contro il Ressemblement National di Marie Le Pen, vincitrice indiscussa delle ultime elezioni Europee. Molti calciatori dei bleus, come Dembele, Mbappé o l’interista Thuram hanno invitato la gente ad andare a votare per fermare la scalata del blocco dell’estrema destra alle prossime elezioni. In conferenza stampa il Ct Deschamps ha commentato la vicenda, ricordando anche quando fu lui, da capitano nel 1996, a rispondere al padre di Marie Le Pen.

PAROLE DEI CALCIATORI SUL RASSEMBLEMENT NATIONAL – «Ognuno farà la propria analisi. Non importa, ci saranno pro e contro, che ti piaccia o no. Sono calciatori ma soprattutto sono cittadini francesi e non sono estranei alla situazione che può vivere la Francia. Per chi ne dubita, sia da parte mia che della federazione, non ci sono consigli o indicazioni su cosa dire e pensare, vengono e hanno la libertà di venire e dire le cose con le loro parole, la loro sensibilità. Io, personalmente, ho tante cose da gestire con la partita (oggi contro l’Austria, ndr.), non sono al tavolo dei giocatori ma a quello dello staff, e non vi insegnerò nulla dicendovi che lì sono discussioni sulla politica. Personalmente non ho mai preso una posizione politica, ma c’è un dovere civico che è sempre stato importante».


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LA SUA POLEMICA CON LE PEN NEL 1996 – «Stavo aspettando questa qui. A quel tempo (dopo il quarto di finale dell’Europeo contro i Paesi Bassi, Jean-Marie Le Pen aveva criticato i Bleus per non cantare la Marsigliese e Deschamps aveva risposto: «Non mi importa cosa dice Le Pen», ndr.)… Vi vedo. L’ho fatto nel 1996, perché stavamìno attaccando i giocatori e io ero capitano. Rappresentiamo la diversità, la solidarietà, l’unione. Scusatemi, non siete voi, la politica o altro, sono disconnesso. Non ho intenzione di reagire a tutto. Se mi attaccate frontalmente, vi rispondo, non c’è problema. Non risponderò a politici di diverse etichette. Siamo uniti. E vogliamo condividere belle emozioni. Sono un ct, se volete il parere del cittadino, forse vi parlerò dopo l’Europeo. Ho una posizione che ho sempre avuto. Nel 1996 fu un attacco diretto»

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