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·27 octobre 2024

Focus avversari: la Juventus

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La partita delle partite, Inter e Juventus sono pronte a battagliarsi nel primo Derby d’Italia della stagione. Due squadre dall’impronta tremendamente differente: l’Inter, rodata, quasi automatica in alcune fasi della partita e con meccanismi ben definiti e la Juventus, che ancora sta prendendo forma dopo il cambio di guida tecnica avvenuto in estate. Thiago Motta in questa prima fase della stagione è già riuscito a trasmettere alla squadra enorme solidità ed intensità, uno spirito combattivo ed intenso che tiene i bianconeri vivi e vigili per tutto il corso dei novanta minuti, pronti ad azzannare in ogni momento. La Juventus argina, addormenta le trame di gioco avversarie creando densità, gioca un calcio fisico, dinamico ed esplosivo che permette alla squadra di Thiago Motta di mantenersi in vita contro qualsiasi avversario. I bianconeri hanno dimostrato di saperlo fare partita dopo partita, nonostante un momento in cui molti elementi della squadra come Bremer, Douglas Luiz, Teun Koopmeiners, Nico Gonzalez e Arkadius Milik sono fermi ai box per infortunio.

GRANDE SOLIDITÀ DIFENSIVA

Otto partite giocate in campionato, zero perse, un solo gol subito (su calcio di rigore) e soli 3.76 expected goals subiti, di gran lunga il miglior dato del campionato, con il Napoli secondo che ne conta ben 7.49, quasi il doppio. Dati che dipingono un quadro perfetto dello stato di forma difensivo della Juventus che concede poco, pochissimo, con una linea a quattro supportata dalla mediana che a larghi tratti sembra invalicabile. In Champions League gli scenari sono stati differenti sin ora per i bianconeri, quattro gol subiti in quattro partite e due partite in particolare, quelle contro Lipsia e Stoccarda, in cui la difesa di Thiago Motta ha faticato a stare al passo con l’esuberanza e la dinamicità dei fronti offensivi avversari.


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La Juventus risulta più efficace nel limitare squadre fisiche e che puntano sugli uno contro uno per aprire gli spazi, questo perché i bianconeri sono una squadra che per adesso, a livello di intensità e fisicità non ha avuto eguali nel campionato e che, grazie a movimenti difensivi e rotazioni riesce costantemente e recuperare e raddoppiare, asfissiando le manovre offensive degli avversari. Contro squadre più tecniche e dinamiche, in grado di aprire spazi con il fraseggio veloce e le corse in profondità, la Juventus è apparsa decisamente più in difficoltà, come visto contro il trio Simons, Openda e Sesko a Lipsia e Undav, Millot e Demirovic nel match contro lo Stoccarda.

Il quartetto difensivo dei bianconeri spesso vede Cambiaso e Cabal sulle corsie laterali, due esterni dalle caratteristiche simili, molto solidi in difesa e dotati tecnicamente, tanto che il tecnico chiede costantemente a loro nel corso di match di accentrarsi, occupare zone centrali del campo e partecipare alla fase di costruzione. Cambiaso e Cabal sono estremamente versatili, a partita in corso nelle rotazioni in fase di non possesso della Juventus vanno anche ad occupare il ruolo di esterni offensivi nel 4-2-3-1, così come fa Savona, classe 2003 che sta trovando sempre più spazio come esterno destro di difesa nelle gerarchie di Thiago Motta. Centralmente agiscono Gatti e Kalulu, con Danilo che, seppur in scala minore, viene chiamato in causa. Kalulu in particolare, arrivato in estate dal Milan, si sta rivelando una colonna portante per il tecnico italo-brasiliano: il difensore francese è in un ottimo stato di forma e possiede tutte le caratteristiche che Thiago Motta ricerca in un difensore, tecnica, atletismo, tempismo negli interventi e intelligenza tattica, con compiti di costruzione dell’azione dalla propria area di rigore.

Davanti alla difesa le gerarchie non sono ancora ben consolidate, ma se c’è un tratto distintivo del Thiago Motta allenatore, quello è la ricerca di pedine versatili a sua disposizione, in ogni zona del campo. Con Fagioli in campo al fianco di Locatelli, il sistema di gioco della Juventus a partita in corso si trasforma in un 4-1-4-1 in fase di possesso con Fagioli che sale e Locatelli che rimane in chiusura, con McKennie o K. Thuram in campo, l’americano e il francese scalano a partita in corso affiancando i trequartisti con Cambiaso che a sua volta sale in mediana per supportare la manovra. Thiago Motta chiede movimenti costanti, chiede una squadra dinamica che lascia pochi punti di riferimento ed è alla costante ricerca di profili dall’intelligenza tattica eccelsa, in grado di leggere le situazioni rapidamente e trovare l’intuizione vincente, tanto in fase difensiva quanto in fase offensiva.

Questa coesione e questo sprono da parte dell’allenatore alla costante ricerca della perfezione, nei movimenti coordinati e nella mentalità dei singoli giocatori, sono stati il grande punto di forza della Juventus in questo avvio di stagione segnato dalle pochissime occasioni concesse.

UN ATTACCO COSTANTEMENTE AL LAVORO

Fin qui la Juventus dal punto di vista offensivo non è stata tanto prolifica quanto lo è stata in difesa, in un contesto nel quale le assenze dei già citati Koopmeiners, Gonzalez e Milik hanno sicuramente avuto un impatto significativo. Davanti c’è Dusan Vlahovic, terzo in campionato con cinque gol segnati e primo in Serie A per expected goals creati, 6.79, a testimoniare che pur se le statistiche del serbo indicano che potrebbe insaccare pur di quanto già non faccia, l’attaccante classe 2000 è un pericolo costante. La sua grande impulsività può finire in alcune occasioni ad intaccare nella sua lucidità sottoporta, ma dall’altro canto Vlahovic è in costante pressione sulla difesa avversaria, corre, si sposta, aiuta a creare spazi per favorire la penetrazione degli esterni. L’attaccante serbo è dotato di colpi di grande qualità che gli permettono con un guizzo, con un’intuizione, di realizzare reti impensabili, come il secondo gol realizzato a Lipsia. Contro Vlahovic, è necessaria una soglia di attenzione alta per tutto il corso del match, perché fisicamente e atleticamente l’attaccante serbo è costantemente intenso e può realizzare la giocata in qualsiasi momento.

Alle sue spalle il supporto maggiore arriva da Francisco Conceição e Kenan Yildiz. Il portoghese è un giocatore che non ha avuto problemi ad impattare sul gioco della Juventus, principalmente poiché possiede un profilo anche molto raro in generale per la Serie A. Conceição è un esterno dal baricentro basso che fa dell’uno contro uno il suo punto di forza, è eccellente nel dribbling ed è molto efficace nella progressione palla al piede, riesce a lavorare bene nello stretto e a saltare l’uomo con il pallone che gli rimane incollato ai piedi, creando dunque in diversi momenti della partita una superiorità numerica offensiva dal suo lato del campo. Conceição è un altro giocatore che quando si accende è difficile da arginare e contro il quale spesso è necessario agire con un uomo pronto per il raddoppio. Più strutturato fisicamente, anche Yildiz è un giocatore molto tecnico che, seppur spesso schierato come esterno, per caratteristiche naturali si accentra verso la trequarti per creare gioco. L’asso turco è un numero dieci vero e proprio, forte nell’ultimo passaggio, nel supporto all’attaccante di riferimento, possiede una conclusione dalla distanza molto pericolosa ed è un altro giocatore che si spende molto, che lavora costantemente al fine di creare spazi nella difesa avversaria e che studia.

I nerazzurri si troveranno di fronte una squadra dotata di grande intelligenza tattica e caratterizzata dal lavoro, dallo spirito di sacrificio e dall’organizzazione, in quello, come ogni Derby d’Italia, che si prospetta come un match estremamente complicato.

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