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Alessandro De Felice·22 juin 2024

💔 Danilo: "Ho combattuto la depressione, a 24 anni volevo ritirarmi"

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Danilo si racconta a cuore aperto. Il capitano della Juventus e del Brasile ha scritto una lettera pubblicata su ‘The Players Tribune’ in cui ha raccontato alcuni momenti difficili della propria carriera e della vita, in cui ha dovuto lottare con la depressione.

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Situazioni in cui ha davvero pensato di lasciare il calcio e cambiare vita per combattere i fantasmi dentro di sé:


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“Sono umano, non sono sempre stato al mio meglio. Durante la mia prima stagione al Real Madrid mi sentivo depresso. Mi sentivo perso, inutile. In campo non riuscivo a fare un passaggio di cinque metri. Fuori dal campo, era come se non riuscissi nemmeno a muovermi. La mia passione per il calcio era scomparsa e non vedevo una via d’uscita. Volevo tornare a casa mia, in Brasile, e non giocare piĂč a calcio. Non mi vedevo piĂč come Baianinho, il figlio di Baiano (Ăš cosĂŹ che chiamano mio papĂ ), ma come Danilo, quello che aveva “firmato un contratto da 31 milioni di euro”, come riportavano i giornali. Quando giocammo contro l’Alaves, pochi mesi dopo l’inizio della stagione, Theo Hernandez mi rubĂČ la palla e crossĂČ per Deyverson che segnĂČ. Vincemmo comunque 4-1, ma era un errore che al Real Madrid non si puĂČ commettere. Non dimenticherĂČ mai di essere tornato a casa quella sera e di non essere riuscito a dormire. Scrissi sul mio diario: “Credo sia arrivato il momento di abbandonare il calcio”.

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Avevo 24 anni. Non ho detto a nessuno quello che provavo. Casemiro ha cercato di aiutarmi, ma io ho “ingoiato il rospo”, come si dice. E il rospo Ăš diventato sempre piĂč grande. Ma dopo alcuni mesi di sofferenza, ho iniziato a vedere uno psicologo che mi ha davvero salvato la carriera. La lezione piĂč importante che mi ha insegnato Ăš stata quella di vedere il gioco attraverso gli occhi di un bambino”. Terapia che gli ha riportato alla mente i primi ricordi (1 real dato ai suoi cinque amici perchĂ© mangiassero la pizza ogni domenica, il telefono chiesto in prestito all’amico per chiamare la fidanzata, gli sconti chiesti all’Internet CafĂ© per poter parlare a distanza con la famiglia, gli scorpioni e gli scarafaggi nel centro di allenamento): “Ho dovuto ricordare le mie radici e la gioia di giocare a calcio non per fama o denaro, ma per divertimento. Se la mia carriera Ăš stata salvata in quel momento, devo ringraziare alcune persone: i miei terapisti e i miei figli”.

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Danilo ha sofferto anche qualche tempo dopo di depressione:

“Dopo la pandemia e l’uscita dalla Coppa del Mondo avrei potuto avere una ricaduta – ha rivelato -. Avrei potuto dire: «Ok, ho avuto una buona carriera. Ma ho giĂ  raggiunto il mio massimo. Ora posso rilassarmi». Ma ho fatto il contrario. Ho iniziato a parlare ogni giorno con il mio terapeuta, a leggere di piĂč, a sfidare me stesso per essere un leader migliore. Ed Ăš stato allora che tutto si Ăš illuminato per me. Quando ho ricevuto la fascia di capitano alla Juventus Ăš stato un grande onore. Ma quando ho ricevuto quella del Brasile, Ăš stato qualcosa di diverso. Un onore immenso, incomparabile”. E in vista dell’immediato futuro ha concluso: “Come capitano, so esattamente cosa significa la Seleção per il nostro Paese.

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E la Copa America Ăš una grande opportunitĂ  per dimostrare che il nostro gruppo comprende il peso della responsabilitĂ  di indossare questa maglia. Penso che dobbiamo giocare come se stessimo lottando per tornare a essere di nuovo dei calciatori professionisti. PerchĂ© questa Ăš la specialitĂ  del popolo brasiliano, giusto? È quello che c’ù nel nostro DNA. Lottare, essere coraggiosi, non arrendersi mai. Dormire sotto un c**** di albero di banane. Non abbiamo solo l’obbligo di lottare come calciatori, ma come brasiliani. Il mio messaggio finale a tutti voi Ăš molto semplice: Uniamo le forze in questa lotta”.