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Diego D'Avanzo·17 décembre 2024
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Diego D'Avanzo·17 décembre 2024
La 16ª giornata di Serie A è finita tra risultati a sorpresa, conferme e squadre che non riescono a uscire dal loro periodo negativo.
Di seguito i voti da 10 a 0 nel nostro consueto pagellone.
10 in pagella per la vittoria numero 10 di fila: l'Atalanta è prima in classifica e lo è con merito. Contro il Cagliari ha sofferto nel primo tempo ma Gasperini ha avuto il coraggio di cambiare uomini e interpretazione dei ruoli, vincendo la partita nella ripresa.
L'unico appunto che si può fare all'Atalanta è l'affidabilità delle riserve: "Non tutti sono ancora a quel livello", lo ha detto proprio Gasp. Ma il gol di Zaniolo è un ottimo segnale in tal senso: se tutti si adegueranno lo Scudetto non sarà più solo un sogno.
All'inseguimento c'è l'Inter che aveva una prova difficile e come tale era iniziata contro la Lazio, poi battuta 6-0. Prima 30 minuti di apprensione e poi il rigore che ha cambiato la partita (qui l'analisi). Dopo il gol, è venuta fuori l'esperienza e la maturità dell'Inter che dimostra di essere ancora affamata e di avere stimoli per vincere.
La squadra di Inzaghi ha dato una prova di forza all'inizio del secondo tempo: gol uno dietro l'altro per silenziare le critiche che erano arrivate dopo la sconfitta in Champions. L'Inter ha fatto rivedere il perché è campionato d'Italia.
Il Torino non segnava con una sua punta da quando Sanabria trovò il gol a fine ottobre contro il Cagliari. L'astinenza l'ha interrotta Che Adams con il gol - come minimo - della giornata: il suo tiro da centrocampo può essere un punto di svolta per la fiducia del reparto avanzato granata.
Meno bello ma forse ancora più emozionante è il gol di Gabrielloni con il Como: lui, che con i lariani ha segnato almeno una rete in Serie D, C, B e ora anche in A. L'importanza di questa marcatura poi è cruciale: al 92' con la Roma per ridare i 3 punti che mancavano dal 29 settembre al Como.
Il 3-1 all'Udinese è la conferma che il Napoli si va a prendere i punti anche quando sembrano difficili: lo svantaggio del primo tempo con l'Udinese non ha messo dubbi alla squadra di Conte che ha continuato con il suo canovaccio, annullando completamente l'Udinese nel secondo tempo. Altra nota positiva: Neres ha giocato benissimo, anche a sinistra al posto di Kvara.
Il Venezia ha concesso il pallone alla Juventus ma non si è consegnato all'avversario, anzi, ha interpretato la gara nel modo migliore e il risultato ha pagato: 2-2 con la Juve e secondo pareggio di fila. I lagurani muovono la classifica e Di Francesco allontana - per ora - lo spettro dell'esonero perché una luce in fondo al tunnel potrebbe iniziare a vedersi.
"La cura Vieira" sembra funzionare anche se aveva ereditato un Genoa già in ripresa da Gilardino. Con il nuovo modulo ha dato solidità, spostando il focus dall'attacco (che non funzionava e fatica ancora adesso) alla difesa che andava migliorata: ora il Grifone non prende gol da tre gare di fila e lo 0-0 con il Milan certifica non solo la bontà del suo lavoro, ma anche l'unità del gruppo.
3 punti fondamentali sono quelli del Verona che arrivava da 4 sconfitte consecutive e dai dubbi sulla panchina di Zanetti: il 3-2 con il Parma ha confermato le lacune difensive ma ha proposto qualcosa di più in fase offensiva con il ritorno al 3-4-2-1 dal primo minuto. Serviva un po' di fiducia e questa partita l'ha data.
Il Cagliari ha perso ma ha messo in grande difficoltà l'Atalanta, i miracoli di Carnesecchi hanno evitato il gol nel primo tempo e il lavoro di Nicola si sta vedendo alla distanza. Le ultime due sconfitte con Fiorentina e Atalanta erano da mettere in preventivo, servirà fare punti contro Monza e Venezia nelle prossime gare.
Il Lecce con il 2-1 sul Monza si stacca dalla zona retrocessione e ribadisce le buone impressioni che potevano vacillare dopo il 4-1 subito con la Roma. La squadra di Giampaolo ha capitalizzato al meglio le occasioni avute nel primo tempo ed è rimasta lucida dopo l'autogol clamoroso di Dorgu, bloccando saggiamente la partita nella ripresa.
Il Parma non è riuscito a rialzarsi dopo la sconfitta con l'Inter mentre il 3-1 capolavoro con la Lazio non ha avuto seguito. Contro il Verona ha funzionato l'attacco ma, come spesso accade, non la difesa: infatti in 16 partite il Parma ha mantenuto la porta inviolata solo una volta, ad ottobre contro il Bologna.
L'1-0 nel primo tempo dell'Udinese contro il Napoli aveva fatto sperare ma la ripresa ha dato una lezione importante: zero tiri effettuati e solo il 31% di possesso palla. Due frazioni opposte che fotografano l'andamento incostante dell'Udinese che nelle ultime 10 partite ha perso 6 volte e vinto in 4 occasioni.
Il Bologna vince contro la Fiorentina, Italiano esulta con foga ma il DS viola Daniele Pradè non l'ha presa bene: "Non mi è piaciuto per niente l’atteggiamento. Mi è sembrata una grandissima mancanza di rispetto per come ha esultato davanti ai nostri calciatori, anche nei confronti di Palladino. Ho capito tante cose soprattutto dell’uomo".
Accuse pesanti a cui Italiano ha risposto stupito: "Gli dico di andarsi a rivedere cosa faccio dopo le vittorie: corro dentro gli spogliatoi, per lasciare la scena ai ragazzi ed evitare comportamenti sbagliati e l'ho fatto anche stavolta. Il mio ex direttore ha esagerato, non ho mancato di rispetto a nessuno".
Una questione che forse non andava sollevata e che poteva rimanere nella sfera delle famigerate "cose di campo". Si è parlato tanto di questo e poco della partita, sostanzialmente in parità e vinta da un secondo tempo più convincente del Bologna che ha bloccato la Fiorentina, solitamente spumeggiante in fase offensiva.
La Juventus continua con le sue idee: possesso palla, grande gestione nella prima metà di campo e difficoltà nella finalizzazione, nonostante Thuram abbia provato a inserirsi di più in area. Ma questa volta la Juve ha anche subito due gol contro il Venezia che ha aspettato e reso difficile la gara a Motta che ha segnato solo su rigore e calcio d'angolo.
A fine partita poi ha peggiorato tutto il litigio tra Vlahovic e parte della tifoseria: "Sei un viola di m****" e il post del giorno seguente per riappacificare l'ambiente. Il clima è teso non solo verso la squadra ma soprattutto verso il suo attaccante più importante che non riesce a farsi scivolare addosso le accuse: questa Juve e lo stesso Vlahovic hanno bisogno di un salto di qualità.
Lo 0-0 col Genoa ha esacerbato dei problemi latenti nel Milan: la voglia dei giocatori messi in campo è indubbia, la panchina punitiva a Theo Hernandez è l'ennesimo colpo di reni da parte di Fonseca per tenere in mano lo spogliatoio, ma la classifica resta deficitaria.
I tifosi poi contestano la società: "Cardinale devi vendere" e - per la maggior parte - difendono Fonseca che però non riesce ad amalgamare il gruppo e unirlo. Lui sostiene di "non avere bisogno dell'appoggio societario" e che "i giocatori mi seguono" ma i fatti non dicono esattamente questo.
Una parte della squadra è con lui, alcuni senatori palesemente no. Attorno a Fonseca e alla dirigenza del Milan ci sono tanti dubbi, forse troppi: per dissiparli c'è una sola soluzione, vincere.
Ci saremmo aspettati una sfida tirata tra Lazio e Inter e così era stato per i primi 30 minuti. Poi l'infortunio di Gila, i due gol subiti ma soprattutto un inizio di secondo tempo sotto shock. La Lazio di Baroni si è sciolta e l'Inter si è esaltata. Questa vittoria può essere un momento cardine della stagione biancoceleste: calo di fiducia o compattezza del gruppo? Ce lo dirà solo il tempo.
L'ultima vittoria del Monza risale al 21 ottobre, poi 3 pareggi e 6 sconfitte. E il 2-1 di ieri contro il Lecce nonostante il regalo fatto dall'autogol condiviso tra Dorgu e Falcone non è bastato. La squadra di Nesta ha traballato, incassato e non è riuscita neanche di veemenza a riprendere la gara nel secondo tempo.
Il tecnico ha la fiducia della società ma quest'ultima non è inesauribile. Vanno ritrovate la calma e la solidità, sopratutto per il modo di giocare che vorrebbe avere il Monza. Di questo passo, la retrocessione si avvicina sempre più velocemente.
La Roma cade, di nuovo, proprio quando nessuno se lo aspettava e lo perde male contro un Como che ha creato e tirato di più in porta. La classifica fa paura: a 2 punti dalla zona retrocessione serve cambiare marcia per salvare la faccia, perché ormai la stagione si può "salvare" solo in Europa League.
Le vittorie convincenti contro Lecce e Braga si sono dissolte e quella fiducia dovrà essere ritrovata presto, a partire dalla Coppa Italia contro la Sampdoria. Ranieri aveva ridato stabilità e ora potrebbe puntare sull'orgoglio dei giocatori e il loro senso di responsabilità, troppo forti per questi risultati a prescindere dall'allenatore.
📸 Valerio Pennicino - 2024 Getty Images