Champions League | I gol negli ultimi minuti: quando l’Inter ha piegato il tempo | OneFootball

Ci sono momenti che non si raccontano, si aspettano. E poi, quando accadono, restano lì sospesi in aria come qualcosa di eterno. Gol all’ultimo respiro, come battiti fuori dal tempo. L’Inter, in questa Champions League 2024/25, ne ha firmati tre. Poesie calcistiche che hanno cambiato il corso delle partite, ma soprattutto il destino.

Il primo è nato nel silenzio freddo di Berna. Una partita bloccata sullo 0-0, faticosa. L’Inter ha costruito, sofferto, atteso. Poi, al 92’, la svolta: Dimarco dalla sinistra crossa al centro, dove Marcus Thuram si stacca dal mondo per un secondo. Il pallone arriva, lui lo accarezza, lo spinge dentro con la leggerezza di chi sa che quel momento è suo. È il gol che fa capire a tutti che l’Inter è viva, presente, lucida. È il gol che inizia il romanzo.

Il secondo è una lama nel cuore del Bayern Monaco. All’88’ all’Allianz Arena, la partita è sul filo, le energie svuotate. Ma l’Inter ha ancora idee, ancora orgoglio. Barella illumina, Carlos Augusto affonda, Frattesi si infila come un ladro d’anima sul primo palo. È il gol vittoria. È il gesto che piega il gigante bavarese. È la firma di un uomo che entra, segna, cambia la notte. Come nei sogni, ma veri.

E poi c’è l’istante eterno di San Siro, minuto 93. Acerbi. Un difensore, un guerriero silenzioso. In quel secondo che dura una vita, si fa attaccante. Dumfries scodella un pallone di speranza, lui si fionda a centro area, calcia e segna. Il 3-3 contro il Barcellona è la scintilla che accende la battaglia dei supplementari e trasforma la notte in leggenda. La corsa a petto nudo, l’urlo di San Siro, la storia che cambia traiettoria.

Tre gol. Tre momenti fuori dal tempo. Come se l’Inter sapesse sempre quando colpire. Non prima. Non dopo. All’ultimo respiro, là dove si decide tutto. Dove il calcio non è più sport, ma destino.