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·20 février 2025

Budel a Radiolina LIVE: le dichiarazioni dell’ex centrocampista del Cagliari

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Alessandro Budel, ex centrocampista del Cagliari, è stato ospitato dalla trasmissione radiofonica per parlare della squadra del tecnico Davide Nicola

Alessandro Budel ha collezionato un totale di 83 presenze con la maglia dei rossoblù, il tutto segnando anche in gol. L’ex centrocampista del Cagliari è stato ospitato dalla trasmissione radiofonica “Il Cagliari in Diretta” sulle frequenze di Radiolina per commentare il momento della formazione sarda. I rossoblù sono attesi dalla complicata sfida della 26a giornata presso l’Unipol Domus contro la Juventus di Thiago Motta. Le sue parole:

SANREMO- «Io per Giorgia, sono legato da tempo alla sua voce ed è sempre un piacere sentirla cantare. Ha fatto tante belle canzoni».


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MOMENTO CAGLIARI – «Si mi ha sorpreso perché nell’ultimo periodo sta facendo molto bene, a parte il passo falso a Torino, era sottotono. Il Cagliari nell’ultimo periodo sta facendo grandi cose, è stato abituato a soffrire, a stare in quella posizione in classifica e arriva col vento in poppa in un momento delicato della stagione. Poi ci sono squadre che non sono mai state in quella posizione in classifica come Parma ed Empoli che non sono abituate. Al contrario il Cagliari ha giocatori con più esperienze».

RICORDO – «Io ho un bellissimo ricordo perché è la squadra che ci ha creduto di più, a 24 anni sono arrivato ed è stata la prima squadra che mi ha voluto, a giugno mi ha riscattato, mi ha comprato, mi ha fatto fare un contratto ed ha creduto in me. Ho fatto 90 partite, è un bel ricordo legato a una piazza importante dove le sta dietro un’intera regione. Ricordo durante le amichevoli in giro per la Sardegna, c’era tantissima passione, è uno dei ricordi più belli, lo senti tantissimo che i sardi credono tanto a questa piazza».

CAMBI ALLENATORI – «Io sono arrivato a gennaio, l’anno prima era il primo di Serie A dopo la promozione con Rigoni dove avevamo fatto la semifinale di Coppa Italia. Forse erano 4 allenatori».

PIAZZE – «Annoiarsi era impossibile, finché io sono rimasto li, anche quando sono andato via Cellino era abbastanza. Anche in altre piazze come oggi a Brescia qualche allenatore è stato cambiato».

RICORDI ALLENATORI – «Ma ce ne sono stati tanti di allenatori che mi hanno lasciato un bel ricordo, anche a Brescia Giampaolo che è arrivato a Cagliari con idee nuove e innovative. E’ molto importante a livello tecnico e tattico ed è stato tra i migliori che ho avuto in carriera. Anche Rigoni aveva sicuramente grandi capacità nella gestione di gruppo. Ballardini gli piaceva il bel gioco e il bel calcio, a Cagliari ha fatto un gran lavoro e ha lasciato un gran ricordo. Ha fatto meno nel proseguo della sua carriera da allenatore, forse non aveva più voglia di alcune dinamiche del calcio, non aveva più voglia».

DINAMICHE NOIOSE- «L’esperienza è stata talmente piccola, ho avuto un’occasione di andare con Zaroni con cui ho giocato a Parma, è stato bellissimo ma non posso considerarmi allenatore. Non ci sono momenti noiosi da giocatore, sono molto fortunato e grato ad avere fatto 20 anni il calciatore professionista e ad aver fatto della mia passione il mio lavoro, è un grande regalo. E’ una fortuna, ho sempre avuto grande passione, riesci a superare i momenti di difficoltà,di tensione, pressione ed è normale che in tante piazze vivi. Cagliari è una provincia importante, ha dietro una regione, sono piazze calde. Una piazza calma è Empoli dove ho giocato, tranquilla, nelle altre i tifosi si fanno sentire. C’è una critica quotidiana dalla stampa. La concorrenza è quella droga di cui tu hai bisogno e ti viene a mancare quando vai a smettere di giocare, quell’adrenalina la cerchi in qualsiasi cosa. Molti giocatori si buttano nel padel per cercare concorrenza tra di noi, la competizione viene a mancare».

GIANFRANCO ZOLA- «Io mi limito a parlare della persona, da calciatore l’ha dimostrato, la persona è meglio del giocatore. Ho una stima incredibile per lui, in quell’anno era propenso all’insegnamento con i giovani, a darti consigli. In allenamento ci mettevamo a calciare le punizioni, ti spiegava il modo, è una persona splendida al di là del grandissimo giocatore. Aveva 38 anni ed era in una condizione fisica invidiabile e ha fatto una stagione di altissimo livello».

ANDREA CAPONE E SUAZO- «Ho bellissimi ricordi di entrambi, parto dal campo , c’era grande intesa tra loro, ma anche io avevo intesa con Andrea Capone che aveva una grande intelligenza calcistica, poi è un calciatore atipico, non dava confidenza nello spogliatoio, aveva un carattere introverso, una persona di una integrità morale, io l’ho sempre rispettato e stimato. Mi si è ghiacciato il sangue per la scomparsa, l’avevo visto a Villasimius anni prima e con David lo vedevo più spesso, parlavamo spesso di lui, sono giocatori che non vedi da tanto ma il ricordo è presente, mi si è ghiacciato il sangue in modo strano in maniera inaspettata. E’ brutto se viene a mancare una persona cara, ma è difficile che un ragazzo della tua età viene a mancare da un giorno all’altro, molto brutto».

SUAZO- «Se avesse capito il corto lungo. Partiva sempre dopo e arrivava prima degli avversari, aveva qualità fisiche che non sono riuscito a trovare in nessun giocatore di altissimo livello. Aveva l’eleganza nella corsa, andava a migliorare a livello tecnico, migliorava sempre di più.

CAMPIONATO- «Oggi non siamo più il campionato dove un giocatore aspira ad arrivare, che è il massimo come gli anni 2000. Non sarebbe più come un trampolino di lancio. La partita della Juve mi ha preoccupato, il PSV ha dominato, uno può perdere, però ho visto un divario tecnico in campo importante e preoccupa per il calcio italiano».

GARA DOMENICA«E’ una partita complicata anche per il Cagliari, la Juve ha una storia che va rispettata, è di grande blasone. Anche lei è preoccupata dall’atteggiamento del Cagliari che quando gioca in casa è preoccupante per tutti, è una partita tosta e arriva da un momento complicato dopo l’uscita dalla Champions. E’ una partita di rivalsa e non arriva con l’entusiasmo alle spalle».

MINA- «Io credo che un giocatore fondamentale del Cagliari al di là di qualche down che penso sia fondamentale è Mina. La sua presenza in campo è importante per tutti, nelle altre difese delle squadre che si devono salvare nessuna ha un giocatore di questo tipo con le stesse qualità fisiche. Anche Piccoli mi ha impressionato per il modo in cui ha di sacrificarsi per la squadra e per le prestazioni che sta facendo».

PARMA- «Mi aspettavo che il Parma potesse capitare in un periodo negativo, il campionato è stato preso sottogamba, hanno qualità e poca esperienza nella massima serie. Il campionato è difficile dove ti capita di non vincerne una e finisci nella zona retrocessione. Mi aspettavo che Pecchia avesse un’altra chance, con la Roma l’ho commentata io e ha fatto una partita buona. Non mi aspettavo l’arrivo di Chivu, ma uno di più esperienza, può fare bene ma non ha conoscenza della Serie A, di un momento così difficile».

CAPRILE E COMAN- «Sul mercato devo dire no perché la dirigenza sa bene cosa fare e se era il caso di farlo. Sono stati bravi a non essere andati a prendere tanto per. Coman è un ottimo attaccante, Caprile è il portiere che si necessitava di avere, ha la parata e il miracolo nel dna, ha un’esperienza che può aumentare, ma farà grandi cose in questa piazza.».

GIUDIZI- «Si penso che sia l’obbligo e il dovere di chi da parte della critica deve dare un commento, ma si deve avere rispetto. Do il giudizio di quello che penso col massimo rispetto, tanti commenti fanno male. La penna o la voce fanno più male delle mani, uno non si rende conto ma chi giudica deve avere un certo rispetto, i calciatori la vedi una classe a sè stante, ma sono uomini e ci rimangono male per commenti negativi e giudizi inaspettati».

MODULO – «Il modulo il 4-2-3-1 che a mio parere è quello che dà più equilibrio, mi piace quello che era riuscito a trovare a destra tra Zappa e Zortea e sono riusciti ad attaccare bene su quel lato anche se sono terzini, è il modulo che darebbe garanzie».

FELICI – «Si mi ha sorpreso perché non mi aspettavo un impatto cosi, con grande dinamicità, ha un buon piede e penso che possa stare in questa Serie A».

PRATI – «E’ strano, a mio parere è un ottimo giocatore, non so se il ruolo di regista sia il suo, ma un’ottima mezz’ala secondo me, a volte lo vedevo poco intuitivo in altre giocate. E’ un centrocampista che può avere inserimento ed è un peccato che lo si veda poco, è giovane e Nicola forse non impazzisce per lui. L’arrivo di Marin ha tappato un po’ le ali».

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