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·2 juillet 2025
Brescia, svolta per il nuovo club: Comune, A2A e Pasini al lavoro per ripartire dalla Serie C

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·2 juillet 2025
Il futuro del calcio a Brescia riparte da un progetto condiviso tra istituzioni, imprenditoria locale e partner strategici. Dopo la mancata iscrizione del Brescia Calcio ai campionati professionistici — conseguenza diretta delle scelte di Massimo Cellino, che non ha rispettato le scadenze federali — si è tenuto questa mattina un incontro in Comune per delineare il nuovo percorso sportivo e societario.
Il vertice in Comune: presenti Castelletti, Mazzoncini e Pasini Al tavolo convocato presso Palazzo Loggia erano presenti la sindaca di Brescia Laura Castelletti, l’amministratore delegato di A2A Renato Mazzoncini e Giuseppe Pasini, noto industriale bresciano e attuale presidente di Confindustria Lombardia. Proprio Pasini, come già anticipato, è intenzionato a trasferire in città la sua Feralpisalò, modificandone denominazione e struttura, per farla diventare il nuovo Brescia Calcio, con ripartenza dalla Serie C.
L’operazione punta a garantire continuità sportiva, radicamento territoriale e solidità gestionale, con l’appoggio delle istituzioni e di attori economici rilevanti.
Il ruolo strategico di A2A Tra i protagonisti del progetto c’è A2A, la multiutility partecipata in egual misura dai Comuni di Brescia e Milano, ciascuno dei quali detiene il 25% del capitale sociale (pari a oltre 783 milioni di azioni). L’azienda ha confermato la propria disponibilità a partecipare al nuovo corso del club, anche se non sono ancora stati resi pubblici i dettagli operativi della sua eventuale partecipazione, che potrebbe essere finanziaria, infrastrutturale o di supporto promozionale.
La sindaca Castelletti ha sottolineato l’impegno istituzionale nella transizione:
“Il percorso Brescia sta facendo passi avanti, ma non è ancora concluso. Come amministrazione siamo impegnati nel nostro ruolo di facilitatori.”
Rigamonti: lo stadio torna al Comune Nel frattempo, il Comune di Brescia ha riacquisito la gestione dello stadio Mario Rigamonti, dopo il mancato pagamento del canone d’affitto arretrato da parte di Cellino. Si tratta di un passaggio chiave che sgombera il campo da ostacoli legali e amministrativi per la futura assegnazione dell’impianto al nuovo club cittadino.
Il futuro del calcio bresciano sembra ora incamminarsi verso una ricostruzione strutturata, che punta su solidità finanziaria, trasparenza gestionale e radicamento territoriale. L’interesse di attori istituzionali e imprenditoriali conferma la volontà condivisa di non disperdere il patrimonio sportivo e identitario della città. Se il percorso si concluderà positivamente, il nuovo Brescia potrà affrontare la prossima stagione in Serie C con basi più solide rispetto al recente passato.