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·6 juin 2025

A tutto Chiesa: “Motta non mi voleva. Siamo l’Italia dobbiamo andare al Mondiale”

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Federico Chiesa ha rilasciato una lunga intervista al Corriere dello Sport: queste le sue dichiarazioni.

Per Federico Chiesa è terminata la prima stagione in Premier League con la maglia del Liverpool. L’ex Juventus, però, non è riuscito a mettersi in mostra a causa dei tanti infortuni e della notevole concorrenza. Quest’oggi ha rilasciato un’intervista al Corriere dello Sport.


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Le parole di Federico Chiesa

Quali sono state le difficoltà?

“Le scelte si accettano da professionista e si va avanti. Le difficoltà non sono mancate se pensi che sono arrivato a Liverpool il 26 agosto e mi sono ritrovato catapultato in un altro pianeta, senza mai essermi allenato con i compagni, ma solo con un preparatore. Zero amichevoli, nulla…”.

Qual è il ruolo che preferisci?

“A sinistra? C’erano Luis Diaz e Gakpo, Slot mi fece giocare da 9. E’ stato Allegri a cambiarmi posizione, suggerendomi di muovermi da seconda punta per segnare di più e i miei goal li ho fatti. Questa esperienza è stata formativa, con l’inglese non ho avuto problemi perché l’ho studiato a scuola, mi è piaciuto un sacco misurarmi con una cultura diversa”.

Cosa non è andato nella prima stagione a Liverpool?

“All’inizio ho pagato la frustrazione di essere molto indietro rispetto al gruppo, poi c’è stato l’infortunio. Fino alla partita col PSG il Liverpool era davanti a tutti, in semifinale di Carabao e tra le favorite in Champions. Potevo mettermi a discutere le scelte di Slot? La voglia di giocare c’era eccome ma ho dovuto mettere da parte ogni forma di individualismo”.

Cosa ne pensi della sconfitta dell’Inter in finale di Champions?

“Quando abbiamo giocato contro il PSG ci hanno messo sotto di brutto, anche se poi abbiamo vinto. Al ritorno è andata diversamente e hanno vinto loro. Squadra fortissima, ad alta intensità. Impressionante. La finale l’avevo immaginata 50 e 50 e invece… Il pressing di Dembélé su Sommer, impressionante. Il 2-0 ha chiuso la partita, l’Inter era mentalmente schiantata”.

Quale sarà il tuo futuro?

“L’anno è finito, presto mi siederò al tavolo con la mia famiglia e il mio agente Ramadani per trovare la soluzione migliore. Restare a Liverpool non mi dispiacerebbe affatto”.

Cosa ci dici sulla Nazionale?

“Fuori anche Kean, è dura. Ma i nomi non contano più. Spalletti può dare molto a questa squadra, non possiamo fallire l’obiettivo per la terza volta di seguito. Siamo l’Italia, le attenzioni del ct mi hanno fatto piacere. Rivoglio quella maglia”.

Un pensiero sulla Juventus

“Che Szczesny e Rabiot fossero fuori dal progetto lo sapevano tutti. Le esclusioni di Fagioli e Danilo mi hanno sorpreso. Dani era il punto di riferimento nello spogliatoio, è juventino dentro: il suo taglio è una scelta che non ho capito e non ho condiviso.

Che rapporto avevi con Thiago Motta?

“Motta con me è stato chiaro: non mi servi, cercati una squadra. Io? Gli ho detto che ero pronto a lottare, a mettermi alla prova perché volevo dimostrare di essere ancora utile alla Juve, ma non c’è stato niente da fare. E’ stata una sua scelta”.

Su Allegri

“Ho sentito Conte? Mai, Antonio mai. Non ho avuto contatti diretti con nessuno. Giusto un messaggio di auguri di Allegri all’inizio. E’ un grande, oltre ad avermi cambiato posizione mi ha fatto capire la differenza che corre tra gli allenatori di un top club e uno di club medi. Carisma, gestione, sensibilità e tecniche che non si imparano a Coverciano. Come lui sono Conte, Ancelotti, Spalletti. Max è uno che ti dà tanto e col Milan punterà subito allo Scudetto. A gennaio dello scorso anno eravamo convinti di potercela fare, il gruppo era solido, entusiasta e unito. Male però la seconda parte, anche se ci siamo rifatti con la Coppa Italia”.

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