Calcionews24
·5 de junio de 2025
Zico: «Italia e Brasile dovrebbero essere al Mondiale di diritto. Vi dico qual è l’Udinese che mi è piaciuta, c’era Di Natale. Del calcio di oggi non capisco proprio una cosa…»

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·5 de junio de 2025
L’arrivo di Zico all’Udinese nell’estate del 1983 fu un evento epocale, un vero e proprio sogno che si materializzava per i tifosi friulani e un colpo che scosse l’intero calcio italiano. Considerato uno dei più grandi calciatori di tutti i tempi, il “Pelé bianco” scelse la relativamente piccola Udinese per la sua avventura europea, preferendola a club ben più blasonati. Nonostante un contesto non sempre all’altezza del suo immenso talento e alcune traversie, nelle sue due stagioni in bianconero (1983-1985) Zico illuminò la Serie A con la sua classe cristallina, i suoi calci di punizione magistrali e una visione di gioco superiore, segnando 19 reti nel suo primo campionato. Il suo passaggio lasciò un’impronta indelebile, trasformando Udine nella capitale calcistica d’Italia per un breve, indimenticabile periodo e alimentando una passione che dura ancora oggi. Come ha testimoniato l’inaugurazione di un murale a lui dedicato a Orsaria, che ritrae il brasiliano mentre calcia una punizione. Il Messaggero Veneto ha raccolto le sue parole.
IL CALCIO DI OGGI – «Ci sono stati tanti cambiamenti in questi anni, ma certi concetti del nostro sport rimangono gli stessi. Nelle due aree di rigore bisogna sbagliare il meno possibile. Ecco perché non capisco quelle squadre che tengono molto il pallone nella loro area di rigore. Sembra quasi che si voglia fare di tutto per commettere degli errori. Ma cosa si vuole fare? Testare le coronarie dei tifosi?».
L’ITALIA SENZA DUE MONDIALI – «Io credo che le Nazionali che hanno fatto la storia debbano partecipare di diritto a un Mondiale. L’Italia non può contare come Andorra, il Brasile non è la Bolivia».
DI NATALE – «Lui è stato un grande a livello di numeri sia come qualità che come quantità. Mi piaceva la coppia d’attacco composta da Totò e Quagliarella con D’Agostino regista. Quella era una bella Udinese».