Juventusnews24
·7 de julio de 2025
Vlahovic e le sirene arabe, l’Al Hilal può tentare l’attaccante: i precedenti di giocatori nel “prime” in Saudi Pro League. Ecco chi sono

In partnership with
Yahoo sportsJuventusnews24
·7 de julio de 2025
Adesso sembra esserci il Milan in pole position. Poi, può darsi che lui decida di volere restare alla Juve ad ogni costo (formula retorica: il costo del suo ingaggio si sa benissimo). Ma c’è anche l’ipotesi di un trasferimento di Dusan Vlahovic all’Al-Hilal, a soli 25 anni: non più un fulmine a ciel sereno nel panorama calcistico, ma la potenziale conferma di una strategia che ha riscritto le regole del mercato. Se un tempo la Saudi Pro League era vista come un dorato viale del tramonto per campioni a fine corsa, oggi è diventata una potenza capace di attrarre giocatori nel pieno della loro maturità agonistica, offrendo progetti economici che sfidano ogni logica europea. La domanda, quindi, non è più “perché un giocatore dovrebbe andare in Arabia?”, ma “quanti, alla sua età, lo hanno già fatto e a quali condizioni?”. Analizzando i precedenti, emerge un quadro chiaro: il salto economico è tale da far vacillare anche le ambizioni sportive più solide.
Il fenomeno dei “giocatori nel prime” che scelgono l’Arabia Saudita ha avuto i suoi pionieri. Uno dei casi più emblematici è quello di Sergej Milinkovic-Savic, che nell’estate del 2023, a 28 anni, ha lasciato la Lazio e la Serie A per trasferirsi proprio all’Al-Hilal. Considerato uno dei centrocampisti più forti e corteggiati d’Europa, la sua scelta fu dettata da un’offerta irrinunciabile: un contratto da circa 20 milioni di euro netti a stagione, quasi quattro volte tanto quanto percepiva a Roma, a fronte di un’operazione da 40 milioni per il cartellino.Un altro precedente illustre è quello di Ruben Neves. A soli 26 anni, capitano del Wolverhampton e punto fermo della nazionale portoghese, sembrava destinato al Barcellona. Invece, scelse anche lui l’Al-Hilal, che versò 55 milioni di euro nelle casse del club inglese. Per il giocatore, un ingaggio stratosferico stimato intorno ai 15-18 milioni annui, un salto quantico rispetto allo stipendio che guadagnava in Premier League.
Ma il caso che forse più di tutti ha segnato una svolta è stato quello di Gabri Veiga. A soli 21 anni, dopo una stagione da astro nascente con il Celta Vigo e con un futuro al Napoli che sembrava scritto, ha spiazzato tutti firmando per l’Al-Ahli. Per lui, un ingaggio superiore ai 12 milioni di euro netti a stagione, una cifra che nessun top club europeo avrebbe garantito a un talento ancora in quella fase di sviluppo.
Questi trasferimenti definiscono il contesto in cui si inserisce l’ipotesi Vlahovic. Per strappare un centravanti di 25 anni ai bianconeri, l’Al-Hilal dovrebbe mettere sul piatto un’offerta non eccessiva per il cartellino (a meno che voglia stupire con una dimostrazione di forza non del tutto richiesta). E, soprattutto, garantire al giocatore un ingaggio che, stando ai precedenti, potrebbe facilmente superare i 25-30 milioni di euro netti a stagione, raddoppiando e anche più il suo attuale stipendio. Non si tratta più solo di calcio, ma di una proposta economica capace di cambiare la vita di un atleta e delle generazioni a venire. L’eventuale partenza di Vlahovic non sarebbe più una sorpresa, ma la conferma che il baricentro del potere economico del calcio si è spostato, e con esso le carriere dei suoi protagonisti.