Sampnews24
·27 de septiembre de 2024
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Contro il Sudtirol la Sampdoria ha trovato la prima vittoria in questo campionato di Serie B 2023/24, ed ora i blucerchiati di Andrea Sottil dovranno continuare su questa strada, per risalire la classifica dopo un inizio di stagione complicato. Della vittoria contro i tirolesi, e di molto altro, ha parlato in esclusiva ai microfoni di SampNews24 Renzo Ulivieri, allenatore dei blucerchiati tra il 1981 e il 1984 che conquistò, alla sua prima stagione in Liguria, la promozione dalla Serie B.
Nella stagione 1981/82 guidò la Sampdoria alla promozione dalla Serie B. Quali sono stati i principi cardine di questo successo?
«Furono diversi: avevo una buona squadra, anche se senza regista. Ma a centrocampo avevo qualità, con giocatori come Bellotto, Scanziani, Sala. E allora credo che il segreto fu un po’ questo: mancavano sei partite alla riapertura del mercato e dissi “Ragazzi, se volete qualcuno che vi porti per mano serve il regista, ma secondo me se ne può fare a meno”. Si fece così, e fu una bella novità per i tempi: ma era gente che correva, che lottava, pronta a tutto. Poi avevo anche attaccanti di qualità, come Zanone, Sella e Garritano.»
In quella stagione arrivò in corsa sulla panchina della Samp, sostituendo Enzo Riccomini dopo 5 giornate: allo stesso modo, Andrea Sottil ha preso il posto di Pirlo dopo l’inizio del campionato. Pensa che questo potrà dare una scossa all’ambiente?
«Sì, penso potrà dare una scossa all’ambiente. Mi è dispiaciuto molto per Pirlo, dico la verità, perché anche se i risultati non gli hanno dato ragione la Samp ha perso un allenatore di grande qualità. Ma c’è da dire che la società lo ha sostituito con un profilo che di qualità ne ha altrettanta. Apprezzo Sottil, e penso che la società abbia scelto bene anche il sostituto. Ha fatto la scelta giusta sia prima, confermando Pirlo, che ora. Poi nel calcio può succedere anche questo, che non arrivino i risultati, rientra nel nostro vivere.»
Cosa serve a questa Sampdoria per tornare in Serie A, a suo avviso?
«Intanto bisogna crederci, perché la Sampdoria è una buona squadra. Quello che servirà lo dovrà vedere l’allenatore, non io, che vedo la situazione da fuori: non mi piace mai entrare in questi discorsi. Credo che Sottil sappia di cosa ha bisogno, perché probabilmente ha un modo di giocare diverso rispetto a quello di Pirlo. Starà a lui capire cosa gli manca per fare il suo gioco, e confrontarsi poi con la società.»
C’è qualche giocatore, tra le fila dei blucerchiati, che l’ha colpita maggiormente in questo avvio di stagione?
«Non spetta a me fare valutazioni sui singoli, non lo faccio mai, ma posso fare un discorso più generale: e dico che la Sampdoria vale più di quello che dice, ad oggi, la classifica. Per me rimane tra le favorite alla promozione, e piano piano sono convinto che tornerà tra le pretendenti alla Serie A. Poi, se serviranno ritocchi alla rosa, toccherà all’allenatore e alla società deciderlo.»
Contro il Sudtirol si è vista una Sampdoria più aggressiva ed intensa rispetto a quella delle prime gare di questa Serie B. È da qui che bisogna ripartire? C’è ancora qualcosa da migliorare?
«Bisogna migliorare dal punto di vista dell’intensità, ma sono le partite a dare il ritmo alla squadra. Ci sono squadra che partono più lentamente di altre, e poi trovano la propria condizione a percorso iniziato. Dipende da squadra a squadra. Questo è quello che sta succedendo anche in Serie A.»
A proposito di Serie A: chi vede come favorita per lo Scudetto dopo queste prime partite?
«Favorite al momento non ce ne sono. È stato un inizio particolare, con alcune squadre in difficoltà, come l’Atalanta, l’Inter o il Milan. In cima alla classifica ci sono squadre come l’Empoli o il Torino che probabilmente non potranno lottare per lo Scudetto. Poi è ovvio, stare lassù è bello, ti dà entusiasmo e corsa, e ad oggi queste squadre meritano la posizione che occupano: bisognerà vedere come renderanno a lungo respiro. Può darsi che Milan, Inter e Atalanta ripartano. C’è anche da considerare gli impegni su più fronti di tante squadre, e il Napoli, da questo punto di vista, è avvantaggiato.»
Un’ultima domanda sulla Nazionale: cosa dovrà fare Spalletti per proseguire su questa strada, dopo i recenti successi in Nations League?
«A livello giovanile abbiamo grandi risultati, quindi si vede che c’è lavoro sul territorio italiano, a partire dai settori giovanili dilettantistici fino a quelli delle società di Serie A e Serie B. Poi, però, questi giocatori si fermano, senza riuscire a trovare sbocco. L’unico modo per risolvere questo problema, a mio avviso, è un patto d’onore tra presidenti: si fanno rose da 18 giocatori, e poi, per arrivare a 25-26, si aggregano sette o otto Primavera italiani. Con un patto di questo genere, se rispettato, si vedrebbe un’accelerazione tra i giovani che approdano in Serie A.»
Si ringrazia Renzo Ulivieri per la disponibilità e la gentilezza mostrata durante l’intervista.