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·12 de junio de 2025

Torino, Ricci: “Qui la mia seconda casa. Sui giovani…”

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Samuele Ricci si è reso protagonista di un’intervista ai canali You Tube della Lega di Serie A: ecco le sue parole.

Il centrocampista del Torino, Samuele Ricci, su cui ci sono gli occhi del Milan, ha rilasciato una lunga intervista al canale You Tube della Lega di Serie. Tra i vari argomenti trattati ci sono la vita a Torino ma anche il rendimento dei giovani in Italia. Di seguito la sua intervista.


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Le parole di Ricci

“Torino è praticamente la mia seconda casa, è da tre anni e mezzo che sono qui: la conosco tutta, giro anche senza navigatore. Da subito ho visto l’amore dei tifosi e la passione che c’è dietro al Toro. L’approccio con il pallone è stato amore a prima vista, quando vedevo un pallone ci giocava. Ho iniziato nel Valdera calcio, vicino a Pisa, e ho iniziato guardando i miei amici che giocavano. Avevo 5-6 anni, mi sono fatto portare ed è stato un grande legame. Anche con amicizie, ho conosciuto tante persone.

Ricordo quando facevo il raccattapalle a Empoli, ero il primo a chiedere magliette e pantaloncini: ora è l’inverso, mi fa piacere e sono cosa si prova. Se vogliamo chiamarli sacrifici, dopo scuola correvo al pulmino mangiando velocemente per andare a Empoli: quelli possiamo chiamarli sacrifici, ma non ti pesa perché fai qualcosa che ti piace. Non faccio azioni spettacolari, non sono un attaccante o un trequartista, ma tante volte per un centrocampista un contrasto è quasi come un gol, è importante per la squadra, e anche una rincorsa o un intercetto. E’ un ruolo fondamentale”.

La vita a Torino

“A Torino ho notato che i torinesi sono educati, a volte si peritano a chiedere un saluto o una foto perché temono di disturbare: fa capire la loro eleganza ed educazione. E questa eleganza la vedi nella città, in come viene curata. Tante piazze belle e tanti musei, ma non sono uno che esce tanto e preferisco stare a casa: fuori dal campo faccio una vita sedentaria. Torino offre tante possibilità lavorative, c’è una grande tradizione orafa e lo respiriamo tra le vie del centro. Allo stadio si respira la passione granata. Quest’anno e anche negli altri i tifosi ci sono stati vicini, anche se non abbiamo grandi soddisfazioni: vanno ringraziati”.

Ricci sulla Serie A

“La Serie A è difficile, ho parlato con ragazzi che sono venuti dalla Premier e me lo confermano: le partite sono chiuse e si gioca sulla tattica. Il momento di massima tensione è nel tunnel, c’è ansia positiva: quando l’arbitro fischia, l’adrenalina la fa da padrone e fai le cose impulsivamente. Puoi dire le ultime cose ai compagni, senti i cori ed è bello. In campo è tutto diverso, come se ci fosse un grande vetro che copre l’esterno, le voci, i cori. Rimane ciò che è dentro al campo”.

La fascia di capitano del Torino

“Essere capitano del Toro è un onore e responsabilità: non è una squadra come le altre, ha una storia differente che nessuno ha. Mi ha fatto piacere che mister Vanoli mi abbia scelto: non è facile, ci sono dinamiche in uno spogliatoio e hai altre responsabilità, spero di essere stato per quest’anno un buon capitano”.

I giovani in Italia

“Sui giovani è cambiata la mentalità, ne vedo di più in campo e fa bene al campionato italiano: si prende spunto dall’estero, dove vedi 2005-2006 che da noi non giocherebbero o magari verrebbero impiegati meno, mentre fuori giocano anche in squadre importanti e fanno la differenza”.

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