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·17 de septiembre de 2024

Serie C, la partenza lenta di Juve Next Gen e Milan Futuro: cosa c’è che non va

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Quattro punti in altrettante partite per la Juventus Next Gen nel girone C, solo uno per il Milan Futuro nel girone B, dove però deve recuperare (domani) la sfida con la Torres. Non una partenza da sogno per due delle tre squadre U23, mentre l’Atalanta – che a Trieste ha vinto dominando, trascinata dal suo Vlahovic – è rimasta al Nord e può ritenersi soddisfatta dei suoi sette punti. Ma proviamo a vedere cosa non sta girando al meglio, a oggi, per i giovani rossoneri e bianconeri. Che hanno ampi margini di miglioramento, ricordando che entrambe le squadre, al netto dei pochi fuoriquota, viaggiano sotto età. Più che altro, scelta strategica condivisa anche con l’Atalanta – sono delle U21. Lo riporta la Gazzetta dello sport

Serie C, la partenza lenta di Juve Next Gen e Milan Futuro: cosa c’è che non va

Il Milan ha spiccato il volo in Coppa Italia, passando il turno a Lecco e poi a Novara. Nelle prime uscite la squadra dava l’impressione di volare, complici anche le gambe leggere dei nazionali giovanili (che in estate hanno giocato tanto, più che spingere nella preparazione). In campionato, invece, il passo è stato più lento e i rossoneri non hanno mai segnato su azione.


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Va detto però che il calendario non ha aiutato Bonera: le sconfitte sono arrivate contro l’Entella e l’Ascoli, candidate a una stagione al vertice, mentre l’unico punto (e l’unico gol, di Camarda su rigore, il terzo per lui in quattro partite ufficiali) è stato conquistato contro il Carpi. Per diventare squadra “da C” serve tempo e pazienza, poi il Milan Futuro potrà giocarsela alla pari – almeno sulla singola partita – anche con le più forti.

Va anche ricordato che il risultato, per un progetto all’alba, non è prioritario: nel nome della connessione totale con la prima squadra, contro l’Ascoli Bonera ha dovuto rinunciare a due titolari come Bartesaghi e Zeroli convocati da Fonseca (oltre a Camarda, acciaccato in tribuna). Gli stessi tre vice campioni della Youth League, con l’aggiunta di Cuenca, erano rientrati in fretta e furia per giocare contro il Carpi dopo la convocazione per Lazio-Milan. Fa parte del gioco ed è il senso del progetto, ma ci sta anche perdere qualche punto per strada. Il prossimo a fare la spola con i grandi potrebbe essere il 19enne olandese Vos, che ha già dato l’impressione di avere un altro passo rispetto alla Serie C. Non a caso, con l’Ajax ha giocato già 17 volte con i grandi.

LA JUVE, IL REGOLAMENTO

Sul fronte Juve, i giovani bianconeri, passati in estate nelle mani di Paolo Montero, stanno invece vivendo un’esperienza inedita per il club. Al settimo anno di vita del progetto U23 (diventato Next Gen), la Juventus viaggia per la prima volta direzione Sud. Il percorso nel girone C sarà nettamente più allenante – giocare su certi campi accelera il percorso di crescita –, ma aumentano le difficoltà, comprese quelle logistiche: trasferte sempre in aereo, settimane di lavoro condizionate, non l’ideale per partire forte quando sono rimasti soltanto 13 giocatori della passata stagione (Mbangula, Rouhi e Savona ormai sono stabilmente con Thiago Motta). Anche qui, va ponderato il calendario: la Juve ha perso con il Cerignola sorprendente capolista e con il Catania costruito per vincere, mentre ha vinto a Caserta e ha pareggiato a Monopoli.

Nel concreto, risultati in linea con i reali rapporti di forza. Il coefficiente di difficoltà rimarrà alto nelle prossime tre giornate, contro Trapani, Picerno e Benevento. L’obiettivo è quello di non perdere troppi colpi, puntando sulla crescita che fisiologicamente avverrà col passare dei mesi (anche grazie agli ultimi innesti di qualità, Faticanti e Afena-Gyan).

Perché la C è pane duro: nel girone d’andata dello scorso campionato, la Juventus Next Gen ha sofferto tanto pur avendo nelle rotazioni gente come Huijsen e Yildiz (a proposito: il numero 10 della Next Gen è diventato, a distanza di un anno, il numero 10 della Juve del grandi). Poi è cambiato il vento e sono arrivati i playoff, una bella soddisfazione, anche se l’obiettivo principale rimane dare continuità al progetto e ai suoi innegabili vantaggi.

Qualche giorno fa Claudio Chiellini, responsabile della Next Gen, ha esplicitato un concetto interessante: “Aver trasformato la Primavera in under 20 ci obbligherà quest’anno ad una gestione condivisa tra Next Gen e U20 dei calciatori nati nel 2005. Personalmente sono contrario a questa riforma, che alza l’età media del percorso di settore giovanile di un calciatore e va controcorrente con quello che succede in quasi tutti gli altri paesi europei dove dall’Under 18 si passa direttamente alle seconde squadre”. Questa, però, è un’altra storia, chiosa la rosea.

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