Calcionews24
·11 de junio de 2025
Serie A, allarme per quanto riguarda i diritti TV. Il messaggio di Simonelli fa riflettere sulla pirateria

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·11 de junio de 2025
Un fulmine a ciel sereno. Così potrebbe essere descritta la reazione della Lega Serie A di fronte alla notizia, apparsa sulla stampa, relativa a una proposta di riforma del sistema di vendita dei diritti audiovisivi del calcio italiano. Una proposta che, secondo quanto affermato dal Presidente della Lega, Ezio Simonelli, è arrivata senza alcun preavviso e senza il minimo confronto con le istituzioni calcistiche direttamente coinvolte. A fare da cassa di risonanza al malcontento del massimo organismo del calcio professionistico italiano è stato un comunicato ufficiale, diffuso al termine del Consiglio di Lega tenutosi ieri, nel quale Simonelli ha espresso tutta la preoccupazione e il dissenso del sistema Serie A.
Il nodo della questione è presto detto: una riforma che incide in modo diretto sul principale asset economico della Lega Serie A, ovvero la commercializzazione dei diritti televisivi, è stata predisposta senza che le società di vertice del calcio italiano ne fossero minimamente informate. Non c’è stata alcuna comunicazione ufficiale, né tantomeno un tavolo tecnico con il Governo o con le autorità legislative per analizzare insieme le eventuali modifiche da introdurre. Una scelta che, secondo il Presidente Simonelli, mina alle fondamenta il principio di collaborazione istituzionale che dovrebbe invece guidare ogni processo di riforma in un settore strategico come quello dello sport professionistico.
«Il Presidente Ezio Simonelli, a nome della Lega Serie A, manifesta con fermezza il proprio stupore per aver appreso, solamente tramite gli organi di stampa, di una riforma del sistema di vendita dei diritti audiovisivi che riguarda direttamente le sue associate.»
Queste parole, riportate nel comunicato ufficiale della Lega, esprimono con chiarezza il clima di sorpresa e al tempo stesso di irritazione che serpeggia tra le società della massima serie. Il sospetto, neanche troppo velato, è che si stia cercando di attuare una riforma senza tener conto delle esigenze e della voce dei protagonisti principali del sistema calcio italiano.
Oltre alla mancanza di un confronto istituzionale, la Lega Serie A ha voluto sottolineare con forza anche un altro punto critico della proposta: l’ipotesi di un incremento della mutualità esterna, ovvero l’obbligo per i club di Serie A di destinare una quota maggiore dei proventi derivanti dai diritti TV a favore delle categorie calcistiche inferiori, come Serie B, Serie C e settore dilettantistico.
Attualmente, la Lega Serie A già versa una quota pari al 10% degli introiti da diritti audiovisivi a sostegno del sistema calcistico nazionale. Una percentuale che, secondo i vertici della Lega, rappresenta un contributo già significativo e che non può essere ulteriormente aumentato senza mettere a rischio l’equilibrio finanziario del massimo campionato.
«La Lega Serie A evidenzia, soprattutto, la propria netta opposizione a qualsiasi forma di incremento della mutualità esterna che vada a sottrarre ulteriori risorse fondamentali allo sviluppo e alla sostenibilità della Serie A.»
Parole forti, che denotano la volontà dei club di mantenere il controllo su risorse che vengono considerate essenziali per la competitività del campionato italiano, sia sul piano nazionale che internazionale. Per la Lega, ogni intervento che comporti una redistribuzione forzata dei proventi rischia di indebolire strutturalmente un sistema che già oggi fatica a tenere il passo dei principali tornei europei come la Premier League o La Liga.
Nel comunicato ufficiale, la Lega Serie A ha colto l’occasione per riportare l’attenzione su un’altra emergenza che minaccia la sostenibilità economica del calcio italiano: la pirateria audiovisiva. Un fenomeno dilagante che continua a sottrarre valore all’intero sistema, incidendo negativamente sulle entrate derivate dalla vendita dei diritti TV. Secondo le stime riportate dalla Lega, le perdite annuali causate dalla pirateria superano i 300 milioni di euro.
«La Lega Serie A ribadisce con enorme preoccupazione i dannosi effetti del dilagante fenomeno della pirateria audiovisiva, che continua a penalizzare in modo grave e diretto il valore dell’intero sistema sportivo. La pirateria uccide il calcio.»
Un messaggio che si fa appello non solo al legislatore, ma anche alle forze dell’ordine e ai provider digitali, affinché vengano adottate misure più incisive per contrastare un crimine che, di fatto, mina alle basi la principale fonte di sostentamento del sistema calcistico italiano. Per la Serie A, tutelare i diritti audiovisivi significa difendere il futuro del calcio nazionale, le sue infrastrutture, i vivai, l’occupazione e la competitività sportiva.
La tensione tra la Lega Serie A e le istituzioni non è una novità assoluta. Negli ultimi anni, più volte i club hanno espresso il proprio malcontento rispetto a decisioni prese senza un dialogo preventivo. Ma in questo caso, la questione è ancora più delicata, perché si tocca il cuore del modello economico che tiene in piedi il calcio professionistico.
I diritti audiovisivi rappresentano la principale voce di entrata per i club di Serie A. Qualsiasi modifica al sistema di vendita o distribuzione di questi diritti ha un impatto diretto sui bilanci societari, sulle politiche di investimento, sui salari dei giocatori e sull’attrattività del campionato. Per questo, qualsiasi ipotesi di riforma dovrebbe passare attraverso un confronto strutturato e partecipato, nel rispetto del ruolo centrale che la Lega e i suoi club svolgono all’interno del sistema sportivo nazionale.
Il messaggio che emerge dal Consiglio di Lega è chiaro: la Serie A non è contraria al dialogo né all’idea di modernizzare il sistema, ma rifiuta con decisione qualsiasi iniziativa unilaterale che escluda le società dai processi decisionali. Per Simonelli e i presidenti dei club, si tratta di una questione di metodo prima ancora che di merito.
Il calcio italiano, già gravemente colpito dalla crisi economica post-pandemia, non può permettersi ulteriori scosse destabilizzanti. In questo senso, il Presidente della Lega ha voluto lanciare un appello alle istituzioni affinché si apra un tavolo di confronto serio e costruttivo, dove ogni proposta possa essere valutata in modo trasparente, con il contributo di tutte le parti interessate.
La questione dei diritti audiovisivi non riguarda solo la Lega Serie A, ma l’intero ecosistema del calcio italiano. Tuttavia, intervenire su questo settore strategico senza coinvolgere i principali attori del sistema rischia di generare fratture insanabili. La posizione espressa dal Presidente Ezio Simonelli mette in evidenza l’urgenza di ristabilire un clima di collaborazione tra istituzioni politiche e sportive.
Nel frattempo, la Serie A ribadisce il suo impegno nel contrasto alla pirateria e nel mantenere sostenibile un sistema già messo a dura prova da sfide interne e internazionali. Con una sola certezza: qualsiasi riforma futura dovrà partire dal rispetto del dialogo e dalla consapevolezza che il calcio italiano si costruisce insieme, non per decreto.