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·18 de agosto de 2025

San Siro, corsa contro il tempo per la vendita: a settembre la grande partita

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Tra poche settimane, con la ripresa dei lavori del consiglio comunale e della politica milanese, tornerà al centro della discussione il futuro dello stadio di San Siro, tema che si preannuncia particolarmente acceso.

Come ricorda Il Giorno, nelle intenzioni del sindaco Giuseppe Sala e, ancor più, di Milan e Inter, la vicenda avrebbe dovuto concludersi già a luglio, mettendo così fine alla lunga telenovela legata alla cessione del Meazza e all’avvio del grande progetto urbanistico che prevede un nuovo impianto e un nuovo quartiere da realizzare entro il 2030.


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Quel mese era stato individuato dalla giunta come il momento più favorevole per chiudere l’operazione, evitando il vincolo della Sovrintendenza che scatterà il 10 novembre sul secondo anello dello stadio. Tuttavia, l’inchiesta sull’urbanistica che ha travolto Palazzo Marino – con la richiesta di arresto per l’ex assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi – ha bloccato tutto, riportando indietro una trattativa che va avanti ormai dal 2019.

Eppure, a luglio non erano mancati passi avanti:

  • il TAR della Lombardia ha respinto la richiesta di sospensiva presentata dal Comitato Sì Meazza contro la vendita dello stadio e delle aree adiacenti; 
  • Milan e Inter avevano trovato un’intesa sul prezzo di acquisto dell’area, fissato in 197 milioni di euro dall’Agenzia delle Entrate, somma poi confermata nonostante ulteriori verifiche.  

Due risultati importanti, dunque, che sembravano avvicinare la possibilità di superare l’ostacolo del vincolo. Ma lo scandalo giudiziario ha complicato nuovamente le cose. Alla notizia di un’indagine che toccava anche il suo operato, il sindaco Sala ha valutato persino le dimissioni. Il Pd, dal canto suo, ha chiesto un cambio di passo nell’azione amministrativa in cambio di un sostegno pieno fino al 2027. In questo clima, la decisione sulla vendita dello stadio, che avrebbe dovuto essere votata a luglio, è stata rinviata.

Ora lo scontro decisivo si terrà a settembre, in “zona Cesarini”, con una maggioranza spaccata: almeno cinque consiglieri hanno già dichiarato la propria contrarietà alla vendita del Meazza, al suo abbattimento e alla costruzione di un nuovo stadio.

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