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·20 de enero de 2025
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Corriere dello Sport – Uno degli episodi arbitrali più discussi di questa 21ª giornata di Serie A è il presunto tocco di braccio di Sabelli in Roma-Genoa. L’episodio è stato poi mascherato dalla vittoria dei giallorossi per 3-1, ma le polemiche per quello che viene giudicato come un netto errore dell’arbitro e del Var rimangono. Si è cercato di fare chiarezza nel corso di Open Var su DAZN, dove sono stati mandati in onda gli audio della conversazione tra l’arbitro Zufferli e il Var Di Bello.
Dopo qualche momento preso per analizzare l’episodio, il Var Di Bello dice al direttore di gara: “Tocca di braccio, ma è molto vicino al corpo ed è in dinamica: non è un braccio punibile“. A fornire un’ulteriore spiegazione Antonio Damato, ex arbitro e responsabile del Settore Tecnico Arbitrale che era presente in studio: “Condividiamo la scelta del direttore di gara Zufferli e del Var Di Bello nel ritenere non punibile questo tocco di braccio. Quando avviene l’impatto tra braccio e pallone il braccio è aderente al corpo, in una posizione completamente naturale. Non fa mai più grande se stesso, non è in posizione innaturale ma tutto si svolge in dinamica. Possiamo anche considerarlo un pallone inaspettato, dato che c’è una doppia deviazione sia di un difensore sia di Dovbyk”.
Qualche dubbio sull’episodio, però, rimane e a testimoniarlo è Andrea Stramaccioni: “Non sono completamente d’accordo. Stimo Antonio, ma voglio chiedergli una cosa. Guardandolo a velocità normale, è impossibile che l’arbitro abbia pensato che il braccio era attaccato al corpo. A velocità naturale sembra un rigore grosso come una casa. Sarebbe dovuto essere quasi il contrario: lui avrebbe dovuto dare il calcio di rigore e poi si sarebbe dovuto vedere il millimetro“. Pronta la risposta di Damato: “Sono d’accordo che a velocità normale il movimento del braccio sembra molto più largo, ma quando il Var lo va a rivedere si rende conto che nel momento dell’impatto con il pallone, il braccio è aderente al corpo”.