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·31 de julio de 2025

Quanto vale il calcio in Italia: impatto da 12 miliardi sul PIL nazionale

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Quanto vale il calcio in Italia? ll calcio costituisce un settore industriale sempre più rilevante per il nostro Paese. È quanto emerge dalla 15ª edizione del ReportCalcio, il rapporto annuale sul calcio italiano e internazionale sviluppato dal Centro Studi della FIGC in collaborazione con AREL (Agenzia di Ricerche e Legislazione) e PwC Italia.

I ricavi diretti totali ammontano a quasi 7 miliardi di euro, e la contribuzione fiscale e previdenziale del solo settore professionistico negli ultimi 17 anni ha sfiorato a livello aggregato i 20 miliardi di euro; per ogni euro ‘investito’ dal Governo italiano nel calcio (considerando i contributi erogati alla FIGC con il filtro di CONI e Sport e Salute), il Sistema Paese ha ottenuto un ritorno in termini fiscali e previdenziali pari a € 20,5, rappresentando in questo senso un formidabile moltiplicatore di investimenti.


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Nel dettaglio, in termini aggregati, tra il 2006 e il 2022 la contribuzione fiscale e previdenziale totale prodotta dal calcio professionistico italiano ammonta a quasi 19,8 miliardi di euro, di cui il 67% prodotto dalla Serie A (13,3 miliardi), il 12% dalla Serie B (2,3 miliardi), il 5% dalla Serie C (1,0 miliardi) e il restante 16% dalle scommesse sul calcio (3,2 miliardi).

Quanto vale il calcio in Italia, la contribuzione fiscale e previdenziale

Dopo il calo registrato nel 2020 a seguito dell’impatto dell’emergenza sanitaria, nel 2021 e 2022 la contribuzione fiscale e previdenziale aggregata del calcio professionistico italiano è tornata a crescere in termini significativi, fino a raggiungere il dato record di 1.518,7 milioni di euro, superiore anche a quello registrato nel pre COVID-19 (1.476,1 milioni).

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La voce con l’incidenza più alta continua a riguardare le ritenute Irpef, che pesano per il 53% del totale (rispetto al 58% del 2021), con un dato pari a 808,6 milioni di euro, in diminuzione del 3,2%, rispetto all’anno precedente, in considerazione principalmente del lieve decremento del reddito da lavoro dipendente, passato dai 2.038,4 milioni del 2021 ai 1.995,1 del 2022 (-2,1%); non si arresta, al contrario, il trend di crescita del numero di lavoratori dipendenti, che nel 2022 tocca il nuovo record rispetto ai dati analizzati dal 2006 (13.647, in aumento di oltre 1.000 unità rispetto al 2021). Il numero di contribuenti con redditi superiori a 200.000 euro raggiunge inoltre quota 1.334, il dato più alto tra quelli registrati nella storia del ReportCalcio.

Nel 2022, le altre principali tipologie di contribuzione riguardano il gettito erariale derivante dalle scommesse sul calcio (342,4 milioni di euro), l’Iva (89,2 milioni, in significativo decremento rispetto ai 131,5 milioni del 2021) e la contribuzione previdenziale Inps (189,6 milioni), mentre l’Irap e l’Ires presentano delle incidenze meno marcate (con dati pari rispettivamente a 70,3 e a 18,5 milioni di euro).

Rispetto alle oltre 50.000 società ed enti presenti nel Sistema Sportivo del nostro Paese, i 99 club di calcio professionistico nel 2022 pesano da soli per oltre il 70% della contribuzione fiscale prodotta dal comparto sportivo italiano nel suo complesso, dato in leggera diminuzione rispetto al 76,9% del 2021, che rappresentava l’incidenza record tra quelle registrate a partire dal 2015. La crescita della contribuzione fiscale del calcio ha prodotto inoltre nuove risorse a beneficio dell’intero Sistema Sportivo italiano (+ € 60 milioni solo nel 2019, + € 95m nel 2020, + € 21m nel 2022, + € 50m nel 2023 e + € 154m nel 2024).

Per quanto riguarda il contributo fiscale derivante dalle scommesse, viene confermato anche in questo caso la prevalenza del calcio rispetto agli altri sport: solo tra il 2006 e il 2024 la raccolta delle scommesse su competizioni calcistiche è aumentata di quasi 8 volte, passando da 2,1 a 16,1 miliardi di euro, con un gettito erariale pari a 401,6 milioni di euro, mentre il secondo sport, ovvero il tennis, non supera i 4 miliardi di euro di raccolta e i 104,3 milioni di gettito. La Serie A di calcio maschile nel 2024 ha prodotto una raccolta in Italia pari a quasi 3 miliardi di euro (solo nel 2012 non si superavano gli 807 milioni), mentre quella stimata a livello mondiale sfiora i 34 miliardi di euro, giocati in gran parte in Asia e in Europa.

Quanto vale il calcio in Italia, l’impatto sul PIL

Considerando, oltre al valore diretto, anche l’impatto indiretto e indotto prodotto dal calcio sull’intera catena di attivazione di valore e sui settori industriali coinvolti, l’incidenza di questo sport sul PIL italiano è stimabile in 12,4 miliardi (dato in crescita di oltre un miliardo di euro rispetto al 2022-2023), con 141.000 posti di lavoro attivati (rispetto ai 129.094 del 2022-2023). In sintesi, il calcio genera € 1,2 ogni € 200 di PIL e sostiene 6 lavoratori ogni 1.000 occupati.

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I principali settori coinvolti in termini di impatto sul PIL riguardano il calcio professionistico, con 5,2 miliardi (+3,6%; per ogni milione di euro di valore della produzione si generano € 1,14 milioni di contributo al PIL nazionale e si sostengono 8 posti di lavoro), il calcio giovanile e dilettantistico e la FIGC (2,9 miliardi), le scommesse sul calcio (1,8 miliardi), i quotidiani sportivi e broadcaster (1,2 miliardi) e il turismo calcistico (1,3 miliardi).

Relativamente a questo ultimo settore, sono stati stimati i consumi sostenuti dai 21,3 milioni di spettatori totali presenti negli stadi nel 2023-2024 (calcio professionistico maschile e Nazionali); si stima che il 43% degli spettatori sia rappresentato da italiani che provengono da fuori regione e il 25% da tifosi stranieri; la spesa turistica totale ammonta a 1,3 miliardi (+33,2%), suddivisa in costi connessi all’accommodation (314 milioni), alla ristorazione (542 milioni) e alle altre spese (trasporti e shopping, con 443 milioni).

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