Calcionews24
·3 de mayo de 2025
Parma Como 0-1, Fabregas sul successo dei lombardi: «Strefezza? Lo vorrei ovunque. In Italia sto imparando tantissimo»

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·3 de mayo de 2025
Vince di misura con il gol di Strefezza il Como che supera 0-1 il Parma nel match della 35a giornata di Serie A. Nel post partita di Parma Como, in conferenza ha parlato Cesc Fabregas, tecnico dei lombardi.
STREFEZZA – «Strefezza lo porterei con me in ogni categoria, dall’Eccellenza alla Champions. E’ un ragazzo d’oro, prima della partita l’ho detto nella riunione tecnica, mi ha fatto male non metterlo nell’undici, meriterebbe sempre di giocare. Gliel’ho detto però, mi fido di lui e sapevo che entrando avrebbe fatto vincere la partita. E’ un giocatore da squadra, se si vuole far nascere un progetto forte lui è l’uomo giusto».
ULTIME GARE – «L’obiettivo è dare continuità, crescere in continuità. Siamo una squadra forte, ben organizzata, con identità e valori tecnici. Ora bisogna crescere in mentalità, anche oggi si poteva far meglio a livello individuale. Sapere quando fare un fallo, quando perdere qualche secondo, quando accelerare e quando rallentare: questo è competere. Siamo una squadra giovane, c’è tanto lavoro da fare ma sono contento e fortunato ad avere questo gruppo».
«La squadra sta crescendo, sa leggere meglio le partite, quando si difende la linea rimane alta, stiamo giocando contro squadre che vanno con palla lunga verso l’attaccante ultimamente contro di noi, e lo stiamo gestendo molto. L’Atletico non è in semifinale perché Alvarez è scivolato, Terry non ha vinto la Champions, la linea tra vincere e perdere è molto sottile. Tutti gli allenatori ora sono molto preparati a questi livelli, vince chi ha più qualità o chi come noi oggi ha un po’ più fortuna. La figura dell’allenatore è stressante, sei l’immagine del club quando vinci e quando perde, di fronte a calciatori, dirigenza, stampa e tifosi. Bisogna gestire diverse cose. Il lavoro di squadra da famiglia a Como è ottimo, sono contento. Ringrazio i ragazzi, senza la loro mentalità, disciplina e coraggio sarebbe impossibile. Dobbiamo migliorare tante cose, piccoli dettagli che ci porteranno avanti».
SERIE A – «Il calcio italiano è molto difficile, analizzare le sfide e vincere è complicato. Lo ha detto Fonseca, tante persone che hanno più esperienza di me. Assieme alla Liga e alla Premier è il campionato più competitivo, lo posso dire perché ho giocato e allenato qua e giocato diversi anni in Spagna e Inghilterra. Il catenaccio italiano non esiste, tutte ti vengono a pressare. Oggi abbiamo dovuto fare una partita di gioco posizionale, perché il Parma non pressava, ma quando ti pressano uomo su uomo non si gioca. La soluzione diventa quindi palla lunga e lottare sulla seconda palla. Giocando così però si fa tennis o rugby, diventa 50% e 50%, per questo cerco sempre soluzioni per risolvere queste cose. Se un domani mi troverò in altri campionato dovrò lavorare su altre cose, qua è come uscire dal pressing. L’allenatore deve analizzare gli avversari e dare a ogni giocatore che soluzioni dare, deve esserci dinamismo in mezzo al campo e dinamiche pronte, altrimenti contro avversari forti fisicamente non si va da nessuna parte. Sto imparando tantissimo in Italia, questo calcio mi sta insegnando».