PianetaSerieB
·20 de diciembre de 2024
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L’ex centrocampista del Palermo, Giovanni Tedesco, ha rilasciato un’intervista a tifosipalermo.it in cui ha trattato i temi principali pertinenti ai rosanero, in particolare Matteo Brunori:
“Sicuramente ci sono stati degli errori di valutazione fatti in estate perché un giocatore come Brunori secondo me dopo Venezia non doveva essere riconfermato. Ripeto è un ragazzo che stimo, gli voglio bene perché sono stato il primo allenatore che l’ha lanciato in Serie C a Foligno, però un giocatore che la settimana prima di Venezia con le dichiarazioni del suo procuratore che dice Matteo vuole la serie A, Matteo vuole la serie A ma se la deve guadagnare sul campo; e poi dopo quello che è successo a Venezia, dove lui a 20 minuti dalla fine (perché sono stato nel calcio, alcuni particolari riesco a coglierli meglio) fa un movimento, non riceve la palla perché il compagno tira in porta e lui si accascia a terra chiedendo il cambio. Una cosa che un capitano non deve mai fare, chiede il cambio e si tira fuori. E’ un altro messaggio che ti fa capire che a Palermo non ci vuole stare e quindi la prima cosa da fare era mandare via Brunori. Poi una volta che Brunori è rimasto qua, per le qualità che ha, allora lo devi far giocare“.
“L’allenatore dice … ma lui non parla con il noi parla con il io, ma tu devi essere bravo, da allenatore a farlo diventare noi a Brunori. Quindi , ripeto, alcune valutazioni e scelte sono state secondo me sbagliate perché quando il giocatore ti trasmette determinate cose devi intervenire. Ma tante volte se la società non ti dà questo senso di appartenenza devono essere i giocatori a dare l’appartenenza. A me è successo con Fabrizio Miccoli di prendere sotto la doccia un giocatore importante e dirgli, se non hai voglia di stare a Palermo li c’è la porta, te ne puoi andare. Quindi se non riesce il club, la società a dare l’appartenenza ai giocatori, devono essere i vecchi a dare questo senso di appartenenza e lì negli anni ci sono stati giocatori che comunque una strada la delineavano. E quindi chi si adeguava stava là dentro chi non si adeguava stava fuori“.
“Ci sono delle valutazioni da fare anche sotto questo aspetto però non so se la società coglie questi particolari, non so se De Sanctis… forse è alle prime esperienze però… Ripeto, gli voglio bene ma lui già a giugno o a luglio doveva fare le valigie e doveva andare via ma se ce l’hai deve giocare“.
“Io credo che fondamentalmente in questa squadra la cosa che manca, che poi è la base per vincere un campionato, è la fame, una squadra che non ha fame. Ricordiamoci il Palermo che ha vinto la B in diverse stagioni: indipendentemente da Toni, Corini, gente come i fratelli Filippini, Mutarelli, Morrone, Barreto, tutti giocatori che avevano fame. Io ho vinto tre campionati della B con Batistuta, ma sei in mezzo al campo non c’era Iachini o Tedesco che correvano per Batistuta. Quindi credo che alla base ci sia una squadra che non ha quella fame, una squadra che almeno nei giocatori più grandi non è riuscita a trasmettere al resto dei compagni l’importanza della piazza“.