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·23 de junio de 2025
Napoli, De Laurentiis, il vero imprenditore del calcio: investiti solo 16 milioni, ma il Napoli vola

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·23 de junio de 2025
Mentre le big bruciano miliardi, il patron azzurro costruisce valore: un modello sostenibile che fa scuola
In un’epoca in cui il calcio italiano è spesso sinonimo di perdite e bilanci in rosso, Aurelio De Laurentiis rappresenta un’eccezione. Lo evidenzia un’inchiesta della Gazzetta dello Sport, che analizza gli investimenti dei principali proprietari di club di Serie A. Il dato che emerge è sorprendente: dal 2004 a oggi, il presidente del Napoli ha investito di tasca propria appena 16 milioni di euro. Nessun altro ha speso meno.
Numeri alla mano, il confronto con gli altri top club è impietoso. I Friedkin, proprietari della Roma, hanno immesso nel club giallorosso circa 958 milioni di euro. John Elkann e la sua Exor, azionista di riferimento della Juventus, hanno versato 730 milioni. Il Milan, sommando i contributi delle varie proprietà, ha superato gli 825 milioni.
Un modello controcorrente
A differenza di quasi tutti gli altri imprenditori del calcio italiano, De Laurentiis non ha mai fatto ricorso a ricapitalizzazioni o iniezioni continue di liquidità per tenere in piedi il Napoli. La sua strategia si è sempre fondata su gestione oculata, investimenti mirati, valorizzazione del capitale umano e un’efficiente politica di plusvalenze.
Secondo Calcio e Finanza, negli oltre 20 anni di gestione ADL, il Napoli ha generato più di 3,5 miliardi di euro di ricavi, con circa 700 milioni derivanti dalle sole plusvalenze: tra i colpi più redditizi figurano Higuaín, Cavani e Jorginho.
Dal ritorno in Serie A, il fatturato ha conosciuto una crescita costante, superando quota 100 milioni già nel 2009, in un percorso di consolidamento progressivo che ha portato il Napoli ai vertici del calcio italiano ed europeo, culminato con la vittoria dello Scudetto nel 2023.
Chi investe davvero, e chi spende per coprire le perdite
La fotografia della Serie A offerta dalla Gazzetta mostra un sistema dove quasi 6 miliardi di euro sono stati versati dai proprietari dei club negli ultimi vent’anni. In gran parte, si tratta di operazioni necessarie a coprire disavanzi strutturali, più che investimenti produttivi.
Oaktree (Inter) ha versato 442 milioni, la famiglia Squinzi ha speso 483 milioni nel Sassuolo. Questi numeri, però, non sempre si traducono in crescita sportiva o sostenibilità aziendale. Al contrario, l’approccio di De Laurentiis – spesso criticato per la sua rigidità – dimostra che fare calcio può anche significare fare impresa, se si privilegiano visione e metodo.