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·20 de junio de 2025

Napoli, Conte sulla permanenza azzurra: “De Laurentiis ha capito cosa andava cambiato”

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Antonio Conte rompe il silenzio e racconta i retroscena che lo hanno portato a proseguire la sua avventura sulla panchina del Napoli, nonostante le voci insistenti di un possibile addio dopo la vittoria dello scudetto.

Napoli, Conte sulla permanenza azzurra: “De Laurentiis ha capito cosa andava cambiato”

In un’intervista al settimanale 7 del Corriere della Sera, l’allenatore campione d’Italia ha svelato i dettagli di un confronto diretto e decisivo con il presidente Aurelio De Laurentiis:


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“Ci siamo parlati apertamente. È stato un passaggio fondamentale. De Laurentiis ha compreso le cose che dovevano essere cambiate o migliorate. Ho un contratto, ma il chiarimento è stato il vero punto di svolta.”

Conte ha anche risposto alle indiscrezioni che lo avvicinavano a un clamoroso ritorno alla Juventus, precisando di non aver mai aperto ad altri club:

“Sono circolate voci che mi hanno fatto male, perché non riflettono ciò che sono. Non ho avuto contatti diretti con nessuno. Chi ha provato ad avvicinarsi tramite intermediari ha ricevuto una risposta chiara: prima avrei parlato con il Napoli, e solo in caso di mancato accordo avrei valutato altre opzioni.”

Ripercorrendo il cammino trionfale della scorsa stagione, Conte ha indicato un momento chiave nella consapevolezza del gruppo:

“Dopo il pareggio contro l’Inter, in rimonta, ho capito che potevamo vincere. Lo dissi pubblicamente: se vogliamo, possiamo. Era un messaggio ai giocatori. Io ci credevo, e loro dovevano iniziare a farlo.”

Non sono mancati i momenti difficili, come il pari nel finale di campionato contro il Genoa:

“Abbiamo rischiato seriamente di buttare tutto all’aria.”

Sul proprio approccio alla guida tecnica, Conte è diretto:

“L’allenatore deve arrivare prima al cuore e poi alla testa dei calciatori. Le gambe sono l’ultima cosa. Non serve essere duri, ma giusti. Meglio una brutta verità che una bella bugia.”

Infine, un confronto tra passato e presente e un aneddoto rivelatore:

“Oggi i calciatori fanno un terzo di quello che facevamo noi. All’inizio a questa squadra mancava quella che chiamo cattiveria sportiva. Dopo la sconfitta di Como, fui durissimo: si può perdere, ma non perché gli altri hanno più fame. Da lì è cambiato tutto.”

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