Cagliarinews24
·29 de noviembre de 2024
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Yerry Mina, difensore del Cagliari, è intervenuto in una lunga intervista rilasciata ai microfoni della lega Serie A, in cui ha parlato della sua fondazione e del suo arrivo in maglia rossoblù. Di seguito le sue parole sintetizzate dalla nostra redazione:
CALCIO: «Da bambino ero molto timido, non uscivo spesso di casa. Il grande cambiamento è arrivato quando ho capito che con il mio talento avrei potuto migliorare le cose per me e per la mia famiglia. Il signore mi ha dato questo dono, con cui sono riuscito ad aiutare la mia famiglia e la mia comunità.»
FONDAZIONE: «L’idea mi è venuta parlando con mio padre, quando eravamo a Bogotà. Avevamo già fatto molto per la comunità, ma volevamo fare qualcosa di più, per cercare di dare un’educazione ai più piccoli, cercando di trasmettere loro dei valori positivi. Così abbiamo creato la fondazione Yerry Mina per aiutare i bambini a crescere con dei valori e fare le decisioni giuste nella vita, così che possano scegliere la propria strada. Attraverso il calcio, la musica e la danza stiamo aiutando tanti giovani a migliorare la propria condizione e quella delle loro famiglie.»
RANIERI: «Ranieri è un grande uomo, gli mando sempre dei messaggi di ringraziamento perché da lui ho imparato tanto. Mi ha aiutato tantissimo all’inizio, perché quando sono arrivato non stavo bene. Non trovavo spazio e non mi sentivo al massimo. Lui mi ha preso sotto la sua ala e mi ha dato fiducia. Non c’è nessuno come lui, posso dire solo parole di ringraziamento per il mister.»
NICOLA: «Mister Nicola ha il suo modo di lavorare, entrambi sono grandi allenatori ma con stili diversi. Davide è molto ambizioso e ha una mentalità vincente che mi piace molto. Anche se a volte i risultati non arrivano, lui non demorde e continua a lavorare con entusiasmo. Una volta mi ha detto “se i risultati non arrivano dobbiamo solo impegnarci di più, e vedrai che i gol arriveranno”. È bello avere questo tipo di dialogo, voglio imparare qualcosa da lui tutti i giorni e sono sicuro che faremo grandi cose.»
COMPAGNI: «Quando sono arrivato al Cagliari, sono rimasto colpito da due giocatori: Viola e Lapadula. Gianluca lo conoscevo già perché l’avevo affrontato in nazionale, entrambi mi hanno colpito per il loro impegno in allenamento: lavorano duro e sempre con un atteggiamento molto positivo. Sono orgoglioso di potermi allenare con loro tutti i giorni.»
PRIMO GOL: «Mister Ranieri mi aveva dato l’opportunità di calciare il rigore, però in quel momento arriva Gaetano che mi dice “fallo calciare a me, perché c’è la mia famiglia che è venuta a vedermi”, e quindi gliel’ho lasciato tirare. Però gli ho detto che se sbagliava era l’ultima volta, per fortuna ha segnato. Poi c’è un secondo rigore e lui torna da me per richiedermi di tirarlo, però gli ho fatto capire che uno bastava. È stato un bel momento perché abbiamo segnato entrambi.»