Calcionews24
·27 de mayo de 2025
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Massimo Maccarone, indimenticato “Big Mac” del calcio italiano, è stato un attaccante di razza con un fiuto del gol che ha infiammato piazze come Empoli e Siena, oltre a un’esperienza in Premier League.
Oggi, l’ex bomber, che ha appeso gli scarpini al chiodo per intraprendere la carriera da allenatore, apre l’album dei suoi ricordi su La Gazzetta dello Sport.
TOSCANA – «Io, piemontese di Oleggio, innamorato della Toscana. La mia oasi felice di emozioni e gol, tanti gol. In nessun’altra regione mi sono sentito così a casa come qui».
UN LUOGO SPECIALE – «Alchimia. A Prato ho debuttato tra i pro’ in C2, ricordo un giovane Alino Diamanti che si allenava con noi. Ero il suo idolo. Con il primo stipendio comprai un’Audi grigia metallizzata. Poi l’Empoli e i primi due anni in B per smaltire la delusione Milan, che non mi riscattò. Infine Siena, ancora Empoli e Massa Carrara, dove ho smesso insieme al mio amico Ciccio Tavano. Ci siamo sempre trovati a occhi chiusi».
FABIO CAPELLO – «Mi massacrava: mi correva dietro nei giri di campo o quando sbagliavo un passaggio. All’inizio non capivo, poi Rossi, Patrick Kluivert e gli altri compagni mi dissero che mi voleva bene».
IL MANCATO ESORDIO AL MILAN COME RIMPIANTO – «All’inizio lo è stato. Nel 2001 Terim mi avrebbe tenuto, l’Empoli mi riscattò alle buste. Ci rimasi male, ma il Castellani e la Toscana mi hanno reso la punta che sono. Da ragazzino giocavo a centrocampo, poi segnai cinque gol in una partita e cambiai».
SIENA – «Una cinquantina di gol in tre anni e mezzo, vittorie importanti, tanta serenità. Ho ricevuto offerte da Juve e soprattutto Inter, ma avevo trovato un equilibrio».
BOMBER DI PROVINCIA – «Non mi piace fare classifiche, ma questa nomea mi ha sempre gasato. Ho smesso a 41 anni senza niente da dire. E mi sono divertito da matti».